“Garibaldi fu forse il Massone italiano dell’Ottocento più noto e autorevole. La sua adesione alla Massoneria, fu una scelta meditata e vincolante, che egli maturò a metà della sua esistenza e che mantenne in modo consapevole fino alla morte. Un’adesione che divenne ancor più convinta nel 1862, dopo i fatti di Aspromonte, quando gli obiettivi di costruire uno stato laico e democratico e di liberare Roma dal dominio temporale dei Papi si identificano, di fatto, con quelli della Massoneria”.
Così il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, avvocato Gustavo Raffi, traccia la figura di Garibaldi massone che sarà ricordata nel corso della Gran Loggia “Pedagogia delle libertà” in programma a Rimini dal 13 al 15 aprile prossimi.
“Il legame di Garibaldi con l’istituzione liberomuratoria e l’identificazione con i suoi ideali e valori culturali – ha aggiunto il Gran Maestro Raffi – divennero saldissimi nell’ultimo scorcio della vita. Fu, infatti, impegnato nelle file del movimento pacifista e nella battaglia, che vide ovunque i massoni in prima fila, per promuovere la costituzione di organismi di arbitrato a livello internazionale che scongiurassero il ricorso alle guerre. Così come la Massoneria di quegli anni si prodigò per l’affermazione del suffragio universale, per l’emancipazione femminile, per la diffusione dell’istruzione obbligatoria, laica e gratuita e per diffondere in Italia l’idea e la pratica della cremazione”.
Due i momenti dedicati a Garibaldi a Rimini durante l’Assise annuale della Massoneria e che inaugurano la serie delle numerose iniziative che saranno organizzate nel corso dell’anno: le mostre “I Mille di Garibaldi” nell’album di Alessandro Pavia e Cimeli Garibaldini, organizzate rispettivamente dal Servizio Biblioteca – in collaborazione con la casa editrice Gangemi – e dall’Archivio storico del Grande Oriente d’Italia.
(9Colonne) 6 APR 07