Da Planelli a Pagano il primato illuminista/Il Mattino

La storia racconta che Gaetano Filangieri, uno dei più grandi giuristi del secolo dei Lumi e autore del monumentale “Le scienze della legislaziona” (1780 1785) pare abbia suggerito a Benjiamin Franklin, padre fondatore degli Usa, di inserire nella Costituzione americana il diritto alla felicitàdi ogni cittadino. La teorizzazione di questo diritto, cosi innovativo per quei tempi, è stata possibile, pochi lo sanno, grazie ad Antonio Planelli, attivo negli ambienti intellettuali della massoneria napoletana come affiliato alla loggia Vittoria, della quale faceva parte anche Filangieri. Musicologo, Planelli è conosciuto per aver scritto diverse opere di successo sui rapporti tra musica e opera ma è stato anche autore del saggio Sulla educazione de principi scritto poco dopo 1770, in cui, definisce l’esercizio del potere come una politica “che è arte di dirigere verso la pubblica feLicità le azioni di una societadi uomini”, in special modo attraverso l’istruzione diffusa, il diritto al lavoro e al salario minimo, parità tra uomo e donna, pari dignità di ogni cittadino di fronte alla legge. Un’altra originalità dell’illurninismo napoletano è riconducile al pensiero di Mario Pagano, come sottolinea lo storico della filosofia Antonio Cecere nel volume da lui curato, scritto a più mani, Napoli capitale dei lumi (Castelvecchi, pagine 202, euro 22). Secondo Pagano il sapere umano non è nato da una rivelazione in un certo luogo e in un certo momento, è il frutto di un lungo processo storico favorito dalla capacita dell’essere umano dì condividere, confrontarsi, mettere in discussione le proprie idee che non sono mai dogmi. Una tale visione, scrive Cecere “smentiva ogni derivazione verticale delle legittimità del potere politico e rimetteva all’intera storia umana la giustificazione dei fondamenti dell’ordine ridia soderà politica. Questa filosofia della storia negava la teleologia cristiana, la quale vedeva i] tempo lineare dell’uomo andare dalla caduta del paradiso terrestre alla salvezza nell’aldilà tramite la fede, e pensava il progresso come il continuo sforzo dell’uomo». Per Pagano il destino dell’uomo seguiva di pari passo quello della Terra. Un principio oggi conosciuto anche dai bambini ma alla fine del ‘700 quasi scioccante. La sua visione politica era, per certi versi, socialisteggiante da teorico di «una generale comunione dell’umano genere, la quale forma una vasta e sola famiglia». Nel cappello introduttivo alla Costituzione partenopea del 1799, riprodotta integralmente, compresi tutti i suoi 421 articoli, alla fine del libro, si legge che -contro la oppresione ogni uomo ha mirato di insorgere, a dimostrazione che l’llluminismo napoletano, spento nel sangue della restaurazione borbonica, ha seminato idee di libertá.



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