Gran Loggia 2022. L’allocuzione del Gran Maestro. In viaggio verso la Verità nella libertà di Scienza e Conoscenza/Video

 

 

 

Gentilissime Signore, gentili Signori ospiti, fratelli carissimi dell’Ordine

Vi ringrazio per la vostra numerosa presenza ed a nome del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani vi do il benvenuto a questa nostra annuale Gran Loggia, che si svolge in un momento storico e geopolitico drammatico per il futuro non solo dell’Europa ma dell’intera Umanità. Viviamo una situazione molto pericolosa che ci fa temere catastrofi se non si riuscirà a fare vincere il buonsenso e la pace. Noi massoni siamo costruttori di ponti di pace e non di trincee e ci ricordiamo, e lo ricordiamo a chi ha la possibilità di definire i destini del mondo, che la pace si costruisce in tempo di… pace. Quando piovono le bombe, quando ci sono i massacri, quando le città vengono rase al suolo, quando ci sono milioni di profughi è più difficile parlare di pace, è più difficile cercare i compromessi.

In questo momento così tragico il mio pensiero va ai fratelli della Gran Loggia d’Ucraina, al Gran Maestro Anatoly Dymchuck con il quale ci siamo collegati sulla piattaforma Zoom lo scorso 8 marzo per esprimere la nostra vicinanza e coordinare azioni di Solidarietà da parte delle logge del Goi per i fratelli colpiti dalla guerra. Così come il pensiero di tutti noi non può non andare ai tanti civili morti ed ai milioni di profughi, donne e bambini, sparsi in giro per l’Europa a causa della guerra.

Questa è una tragedia che colpisce i nostri cuori, i nostri corpi, e noi speriamo che alla fine possa prevalere la ragione e che le armi tacciano presto.

Ogni uomo, ogni Libero Muratore deve portare un mattone per costruire la pace. E voi che siete qui, carissimi fratelli, Fatih Sahin, Gran Segretario, e Maurizio Longo, Gran Segretario Aggiunto della Gran Loggia dell’Ucraina, e carissimo fratello Andrey Bogdanov, Gran Maestro della Gran Loggia di Russia, fate tutto quello che è nelle vostre possibilità affinchè tra i vostri popoli regnino pace e armonia. Fate il possibile e l’impossibile affinchè le trincee si riempiano di fiori e di alberi, che daranno frutti che poi ci divideremo quando mangeremo allo stesso tavolo, l’uno accanto all’altro.

Essere qui oggi è per me, per tutti noi un momento di grande gioia, di speranza. Dico questo perché abbiamo vissuto e viviamo ancora due anni complicati e molto, molto difficili per la Pandemia, la cui emergenza non è ancora finita nonostante le misure adottate dal governo per fronteggiare il maledetto virus. Nonostante il lockdown e il distanziamento che ci ha impedito a più riprese di lavorare regolarmente nei nostri templi, siamo riusciti a resistere dimostrando un grande senso d’appartenenza e, permettetemi di sottolinearlo con estrema fierezza, un grande senso di responsabilità. E questo è stato possibile grazie all’impegno, al coraggio e al sacrificio di tutti Voi. Siete stati esemplari e Vi ringrazio fratelli miei carissimi.

Siete stati meravigliosi e straordinari. L’applauso del Gran Maestro è per Voi… Tutti in piedi fratelli per fare un applauso a tutti noi, perchè abbiamo vinto questa sfida, abbiamo vinto una partita impossibile contro un avversario, cattivo, infido che voleva annientare i nostri abbracci, le nostre strette di mano, il nostro affetto, il nostro amore fraterno.

Così come importante è stato anche l’impegno nella fase critica della Pandemia, quella iniziale, quando abbiamo studiato e fatto azioni mirate al sostegno e alla solidarietà verso i fratelli in difficolta. Questo non è populismo, ma l’applicazione di un principio ben saldo: aiutare il fratello nei limiti del lecito e del possibile. I mattoni della Fratellanza e la nascita della Fondazione hanno reso ancora più forte il nostro Ordine.

Ma abbiamo anche avuto ragione dalla Giustizia sulla vicenda Cordova, a 20 anni da quel terribile biennio 92/93, una ferita ancora aperta per molti fratelli e per i loro familiari, che nel cuore di una notte triste subirono ingiusti sequestri e persecuzioni. Così come speriamo di avere giustizia per Palazzo Giustiniani. Il Tar del Lazio non ci ha dato ragione, ma neppure torto. Il 13 ottobre di quest’anno saremo davanti al Consiglio di Stato. C’e’ un giudice a Berlino? Crediamo che ci sia un giudice a Roma prima che in Europa, perchè le carte parlano chiaro. A vantaggio nostro. A Palazzo Giustiniani possiamo tornare. Lo scippo va sanato. E così sarà. E a proposito di carte, vorrei ricordare a tutti anche l’importante accordo di collaborazione sottoscritto qualche mese fa con l’Archivio centrale dello Stato per il riordino e la catalogazione dei documenti massonici sequestrati nel periodo fascista. Quei documenti tornano a casa e alcuni di questi sono esposti nella sala mostre qui al Palacongressi di Rimini.

Sono i Mattoni che con pazienza e tenacia, abbiamo messo uno sull’altro, insieme alla feconda attività delle nostre 863 logge. Oggi mentre attraversiamo pandemia e guerra siamo più che mai forti e solidi. Ci siamo riusciti perché abbiamo usato la testa. Senza farci prendere dallo sconforto, talvolta un po’ dalla rabbia, ma mai rassegnati. Nei momenti caldi servono menti fredde, ma ci vuole anche il cuore. Il Grande Architetto dell’Universo ci ha dato la testa per pensare; non si offenderà se oltre al cuore la usiamo per ragionare.

La ragione ci fa usare al meglio le parole. Più parole si sanno e più c’è uguaglianza, più c’è uguaglianza e più c’è libertà ma uguaglianza e libertà non ci sono se non c’è fratellanza.

Le parole si imparano a scuola dove tutti devono poter andare e dove tutti possono imparare. E più attenzione per la scuola ci deve essere da parte di chi ha responsabilità di governo. Vorrei che chi governa prestasse la stessa attenzione verso giovani e giovanissimi che presta quel professore di liceo che alla fine dello scorso anno scolastico scrisse questo pensiero ai suoi ragazzi: “Non darò a tutti dieci ma non darò neppure alcuna insufficienza, ringrazio i miei alunni per la grande lezioni di umanità e responsabilità che mi stanno dando. Ogni giorno sono con me nelle videolezioni. I loro volti, le loro voci al computer sono uno squarcio di bellezza e speranza nel cielo plumbeo di questa pandemia. L’insufficienza la darò invece a me e alla mia generazione per non aver lottato abbastanza per lasciare loro un mondo migliore, per non aver fatto del nostro meglio per impedire che questo tempo, il tempo della loro fanciullezza e adolescenza, il loro tempo, fosse loro strappato, ridotto a scampoli di esistenza, in spazi chiusi. Insufficienza per il nostro egoismo, per l’inapacità di aggiungere un posto a tavola e insieme lavorare per una Terra accogliente e solidale, per aver rinunciato, in nome del profitto, al grande sogno di tenerci tutti per mano e costruire la pace. Non posso dare insufficiente ai miei alunni quando sono io insufficiente. A nome mio e per conto della mia generazione, vi chiedo scusa ragazzi!”. Questo professore si chiama Massimo, insegna in un liceo di Roma, questo professore è un fratello del Grande Oriente d’Italia. E’ un maestro, come un maestro era Alberto Manzi, che ha insegnato a milioni di italiani analfabeti o quasi che non è mai troppo tardi per imparare.

Si, perchè non si finisce mai di imparare. Noi continuiamo a imparare le parole nei nostri templi, nel nostro cammino di Conoscenza. Lo facciamo con umiltà e tolleranza nella più antica scuola della libertà di pensare, che è stata, è e sarà la Libera Muratoria. Lo dobbiamo fare con umiltà, parola desueta nel linguaggio comune. Prendiamo esempio dagli All Black, la mitica squadra di rugby, la piu’ vincente al mondo. I leggendari All Black sapete che fanno dopo le loro partite? Puliscono lo spogliatoio. Impariamo da loro e ricordiamo che siamo umili artigiani del pensiero che lavorano immersi tra imponenti simboli.
Con umiltà proseguiamo il nostro interminabile viaggio di Scienza e Conoscenza, come recita il titolo di questa Gran Loggia.

“Tutti gli uomini per natura tendono al Sapere”. Con queste parole si apre la Metafisica di Aristotele che da secoli scolpisce la dimensione più intima della natura umana, ovvero il desiderio atavico di conoscere.

Desiderio di conoscere che può svilupparsi attraverso vari metodi – dalla contemplazione all’esperimento, dall’induzione alla deduzione – ognuno dei quali apre una strada verso la Verità senza tuttavia garantire il suo raggiungimento. E in questo cammino è innegabile come la Scienza, o per meglio dire anche le Scienze, costituiscano un elemento fondamentale nello scibile umano.

“La Scienza è una delle massime conquiste della mente umana” ha scritto John Gribbin. La Scienza studia i fenomeni di qualsiasi campo e ci permette di allargare le nostre conoscenze e di fornire una spiegazione razionale e ragionevole a quello che accade attorno all’Uomo e dentro l’Uomo, a fenomeni complessi che fino a qualche secolo fa sarebbero stati accomunati a dogmi dell’operato divino.

I giganteschi progressi scientifico-tecnologici hanno condotto a notevoli miglioramenti nella nostra vita quotidiana. Basti pensare a quelli compiuti dalla Medicina che ha aumentato l’aspettativa di Vita e che grazie agli efficaci e preziosi vaccini ne ha salvate milioni in questa emergenza pandemica mondiale. Insomma l’evoluzione è continua. Non si ferma. Ed è per questo che possiamo affermare che la scienza non è una scienza esatta proprio perchè è in evoluzione.

Dobbiamo ringraziare uomini come Galileo Galilei, il promotore della Scienza Moderna e ideatore del metodo basato sull’osservazione e sulla sperimentazione, gli altri scienziati che si sono scontrati con la fede e il dogma religioso, lo stesso Giordano Bruno, dobbiamo dire grazie se certe dottrine sono state ritrattate e confutate e se l’Uomo ha raggiunto oggi vette altissime della Scienza e della Conoscenza.

Certamente i concetti di Scienza e Conoscenza sono molto cambiati durante l’ultimo secolo. A partire dall’Ottocento che ha segnato il punto di svolta. E se le leggi di Newton costituirono a lungo le fondamenta solide e indiscutibili della Scienza, arrivò poi il genio Albert Einstein con la sua tesi della Relatività Generale a dimostrare che nella ricerca ci sono solo traguardi intermedi.

Proprio lui ha dato la più bella e completa definizione dell’Uomo e della sua aspirazione alla Conoscenza. “Più l’Uomo avanza nella sua evoluzione spirituale, più mi appare certo che il sentiero verso una religiosità genuina non passa per la paura della vita e la paura della morte o per una fede cieca, ma attraverso gli sforzi compiuti in direzione di una conoscenza razionale. Risalta meravigliosamente dai lavori mirabili ai quali Keplero ha consacrato la sua vita, che la Conoscenza non può derivare dall’esperienza sola, ma che occorre il paragone fra ciò che lo spirito umano ha concepito e ciò che ha osservato”.

La Massoneria è una grande scuola dove si lavora e si studia la Scienza della Vita in tutte le sue molteplici forme che investono la filosofia, la sociologia, la psicologia, senza dimenticare la Storia, la morale, l’estetica, la metafisica.

Fin dall’ingresso in questa plurisecolare Istituzione ogni apprendista comincia il suo personale viaggio in un mondo pieno di simboli che è il cammino della Conoscenza per il fine ultimo della ricerca della Verità. Non è la Verità il fine ultimo del nostro percorso, ma il viaggio verso la Verità.

Noi massoni aumentiamo la luce così come aumentiamo gradatamente il nostro livello di sapere. È la bellezza e la difficoltà di un percorso di crescita spirituale che non ha eguali e che mira alla formazione di uomini “amici della saggezza”. Uomini saggi, equilibrati, straordinari e capaci, attraverso un antico e tradizionale metodo, di migliorare se stessi per migliorare il Mondo. Ho detto capaci. Saremo capaci? E’ una bella domanda. Capaci di fare la rivoluzione? La rivoluzione, come la intendeva Tiziano Terzani e come la intende un rapper, Alessandro Mannarino. “Se l’uomo stesso non cambia, se l’uomo non fa un salto di qualità, se l’uomo non rinuncia alla violenza, al dominio della materia, al profitto, tutto si ripete” pensava lo scrittore fiorentino dopo i suoi viaggi in giro per il mondo. ”E da qui il mio passo verso l’unica rivoluzione che serve, quella dentro di noi” è stata la sua conclusione. Che è come quella del rapper Mannarino: “Puoi cambiare camicia se ne hai voglia / E se hai fiducia puoi cambiare scarpe/ Con scarpe nuove puoi cambiare strada/ E cambiando strada puoi cambiare idee / E con le idee si cambia il mondo / Ma il mondo non cambia spesso / Allora la vera rivoluzione sarà cambiare te stesso”.

Anche noi massoni possiamo cambiare il mondo, se la trasformazione comincia da noi, umili e silenziosi scienziati dello spirito che navigano nel mare della Vita. E come noi hanno indossato, indossano, le insegne massoniche fior di scienziati che hanno fatto e fanno la Storia della Scienza. Da Fleming a Enrico Fermi. Ma l’elenco è infinito e continua anche oggi. La Conoscenza, che dura per tutto l’arco dell’esistenza. Un mattone dopo l’altro si costruisce il Tempio per il Bene dell’Umanità. Nell’allegoria libero-muratoria la missione principale di ogni iniziato è proprio quella dell’edificazione del Tempio che deve essere eseguita portando mattoni che equivalgono a tasselli di conoscenza ottenuti con volontà, sacrificio e fatica.

Ogni mattone diviene fondamentale per la costruzione che non è a termine, è infinita perché altrimenti cadrebbe il significato e l’impalcatura di Conoscenza quale ricerca continua della Verità. Lo stesso cielo stellato che occupa la volta dei nostri templi non avrebbe senso.

Ecco la bellezza del metodo massonico: la costante ricerca rivisitando continuamente la propria coscienza, pur consapevoli che la Verità non si raggiungerà mai. Ecco il motivo per cui Noi non ci fermiamo mai nel lavoro e non possiamo fermarci nel portare avanti la Grande Opera. Che ha bisogno di mattoni ma soprattutto di un disegno, di un progetto basato sulle regole. Se nella tavolozza di un pittore ci sono solo i colori ma non c’è un’idea l’artista sarà solo un “imbrattatele”.

Se nel cantiere ci sono tanti mattoni, ma non c’è il progetto, la casa non prende forma. Poiché siamo assolutamente convinti che ogni mistero della vita, ogni fenomeno, abbia la sua fonte nell’Uomo, abbiamo come punto di inizio per conseguire la Conoscenza, il motto “Conosci te stesso”.

L’uomo possiede, nell’interiorità del suo essere, le energie potenziali per fare il “salto di qualità” nel processo evolutivo, ecco perché tutti noi, da ricercatori del Vero impariamo a sgrossare la pietra grezza per trasformarla, per provare a levigarla con il paziente lavoro interiore, nel cristallo trasparente della Conoscenza. Per arrivare a questo il massone deve operare sempre nel pieno della sua libertà di pensare mettendo tutto in discussione, per primo se stesso, per arrivare passo dopo passo alla irragiungibile Verità anche per noi che, da uomini liberi, siamo i custodi della Libertà.

Quella Libertà che ha le sue forti radici nel lato più intimo della coscienza, nei punti segreti dello spirito, che poggia sulle fondamenta della consapevolezza dei limiti della conoscenza e della ragione.

Quella Libertà di pensare che ha permesso a Galilei e Copernico di spingersi oltre la cosmologia tolemaica e a Einstein di enunciare la Teoria della Relatività.

Quella Libertà che ti fa capire che c’è un momento per parlare e un momento per tacere. Quella libertà di lottare con coraggio per una causa giusta.

Quella Libertà che ha il profumo della Giustizia in difesa dei diritti negati ai popoli ed a ogni uomo.

Quella Libertà che porta impetuoso il vento dell’auspicata Pace in questo Mondo che sembra essere alla deriva.

Quella Libertà della Parola Fratellanza che spezza tutte le barriere ed è l’arma più efficace che annulla il sinistro e folle rumore delle armi.

Quella Libertà, che è da più di trecento anni la prima parola del nostro trinomio, e che dobbiamo tenere sempre accesa come una stella fiammeggiante nella notte.

Quella Libertà che ci fa dire, non so quale lingua parli il Grande Architetto dell’Universo, ma a tutti i cuori dice la stessa parola “Amatevi”. Quella libertà che deve essere accompagnata dalla responsabilità perchè le nostre parole, le nostre azioni possono produrre effetti positivi e negativi anche sugli altri. Quella libertà che ci dà il potere di fare ciò che è bene, non quello che ci piace e che può ledere la libertà altrui. Quella libertà che è il diritto di fare quello che le regole permettono, perchè se ognuno avesse il potere di fare ciò che è proibito sarebbe il caos.

Quindi viva la Libertà, da esercitare con responsabilità e coscienza. Ricordandoci sempre, carissimi fratelli, che c’è la libertà di pensare ma saper pensare è la Vera Arte per renderlo davvero libero.

Viva la Libertà, viva il Grande Oriente d’Italia, viva la nostra amata Italia