Burlamacco saluta Ivano Nocetti Pose le basi per fare la Cittadella Per molti anni nella Fondazione, da presidente ottenne i finanziamenti dei nuovi hangar al Magazzeno Imprenditore di successo, cultore d’arte, come maestro venerabile aprì al pubblico il tempio massonico
VIAREGGIO La città perde uno dei punti fermi che l’hanno accompagnata per decenni. È venuto a mancare ieri Ivano Nocetti, imprenditore attivo nella politica, nello sport e nel Carnevale. Nocetti era nato nel 1946 a Viareggio; avrebbe compiuto 77 anni tra un mese e mezzo. Lascia la moglie Anna Musetti, le due figlie Monica e Marzia, e tre nipoti. La sua storia è lunga e articolata. Dal punto di vista lavorativo, ha lasciato la sua traccia in mezza città: per oltre quarant’anni ha proseguito e sviluppato un’attività di produzione di manufatti architettonici in cemeno, punto di partenza per la ristrutturazione di quasi tutte le facciate storiche di Viareggio. L’impresa era nata ai primi del Novecento su iniziativa di suo padre Alfredo, che l’aveva impiantata in via Aurelia, vicino alla stazione. Da quel nucleo originario, Ivano Nocetti aveva costruito anno dopo anno una realtà solida, coniugando il lavoro con la sua grande passione artistica. Da ragazzo, si era diplomato all’istituto Stagi di Pietrasanta, dove era stato allievo di Alfredo Catarsini. Si stava godendo una meritata pensione, quando ha dovuto fare i conti con una malattia che ha funestato l’ultima fase della sua vita. Una vita, quella di Nocetti, che è stata piena e brillante. Oltre all’impegno lavorativo, è stato attivissimo anche nella vita pubblica: negli anni Ottanta ha collaborato con il compianto Giovambattista Crisci nell’Associazione Nuoto Viareggio. I due erano grandi amici, e Nocetti era al suo fianco proprio negli anni in cui Gianni Crisci portava alla ribalta nazionale il suo meeting di nuoto intitolato agli agenti di polizia Mussi, Lombardi e Femiano rimasti uccisi nella strage di Querceta. Oltre che nello sport, Nocetti era impegnato in politica, prima come militante e poi come dirigente del Partito socialista. Ma più di tutto amava l’arte, in particolar modo nella sua declinazione viareggina del Carnevale. Nella prima metà degli anni Novanta, in tempi difficili per la Fondazione Carnevale, era entranto nel consiglio d’amministrazione, scalando rapidamente le posizioni: il suo ingresso in Fondazione risale al 26 giugno 1993, dopo la parentesi di Renato Baldi, commissario speciale dall’ottobre del 1992 e poi presidente. Già alla fine di febbraio del 1994, Nocetti era diventato vicepresidente, e il 13 febbraio 1995 presidente, una carica ricoperta solo per pochi mesi, fino alla fine di luglio. L’esperienza in Fondazione era terminata a maggio del 1996, non senza risultati di rilievo. «Fui io a nominarlo presidente della Fondazione il ricordo dell’ex sindaco Andrea Palestini e mi piace ricordare che Nocetti ha avuto un ruolo determinante per giungere in tempi rapidi a un aggiornamento del progetto della Cittadella, perché rientrasse tra quelli finanziati dal Ministero dopo l’iniziale esclusione dalla legge sui Mondiali del Novanta. Appena si riaprirono le chances, Nocetti si occupò di aggiornare il progetto assieme all’architetto Tomassi e in tempi brevi la città riuscì a presentare il progetto. Fu un momento cruciale e un punto di svolta: un episodio poco conosciuto ma decisivo, che poi ha portato la presidenza di Elio Tofanelli a gestire l’appalto dei lavori». Il quadro dei tanti interessi di Ivano Nocetti non sarebbe completo senza ricordare la sua lunga militanza nella Massoneria. A Viareggio era un punto di riferimento in qualità di maestro venerabile della Loggia Felice Orsini 134: è stato proprio lui, nel 2017, a inaugurare la nuova Casa Massonica di via Monte Sumbra alla Migliarina, con un’apertura al pubblico di totale trasparenza. Ed è lì, nella nuova sede, che i fratelli lo hanno salutato ieri pomeriggio. La salma è esposta al pubblico dalle 16 di ieri, ed è prevista la cremazione giovedì mattina. Un ricordo della sua persona si terrà oggi con le orazioni funebri alle 18, sempre alla Casa Massonica. Nella sfera più intime, personale, Ivano Nocetti era il prototipo del viareggino: burbero e insieme socievole e molto generoso. A volte scorbutico, ma mai con malizia. Ed era inoltre un grande lavoratore, oltre che una persona dotata di un’energia fuori dal comune che gli permetteva di impegnarsi con successo in tanti ambiti diversi. L’energia che per molti anni ha tenuto a bada la sua malattia. ( di Daniele Mannocchi)