Tanto rumore per nulla. Ezio Gabrielli, l’ex assessore che a causa del suo «outing» sull’adesione alla massoneria venne prima fatto fuori dalla giunta Gramillano e successivamente collocato dal Pd tra coloro che son sospesi, è stato «reintegrato» nelle file del Partito democratico. Tecnicamente, la decisione presa dalla commissione provinciale di garanzia del Pd, parla di revoca della sospensione. Il che significa che Gabrielli rientra a tutti gli effetti nei ranghi del partito.
Ma allora c’è da chiedersi cosa può essere successo dallo scorso mese di giugno, quando il caso Gabrielli venne ripreso sulle prime pagine di molti quotidiani nazionali. In quell’occasione la commissione di garanzia, riunitasi per sciogliere la querelle sugli iscritti alla massoneria, stabilì che per verificare che le associazioni non abbiano un vincolo di segretezza c’è l’obbligo di dichiarare l’iscrizione, altrimenti l’iscritto al Pd è «momentaneamente sospeso». Una decisione arrivata al termine di una riunione nella sede nazionale del partito convocata proprio per esaminare il caso Gabrielli. Ciò per permettere una verifica di coerenza tra le diverse appartenenze.
«La mancata produzione – sostiene la delibera della commissione di garanzia – dello statuto e/o una dichiarazione mendace o reticente sono causa del venir meno dell’impegno assunto dall’iscritto/a e quindi del presupposto del vincolo associativo contratto con il partito».
Gabrielli venne messo a bagnomaria, ma nel frattempo l’ex assessore ha prodotto tutti i documenti richiesti e la sospensione è stata revocata. Una domanda: alla luce di tutto questo, valeva proprio la pena cacciarlo dalla Giunta?
(Il Resto del Carlino) 1 OTT 10