Acquistato nel 1911 con atto pubblico dal Grande Oriente d’Italia e sequestrato dal Fascismo nel 1925, come reazione ad un fantomatico attentato al Duce predisposto dall’Obbedienza, l’edificio è al centro di un contenzioso amministrativo ancora in essere per poter destinare, come stabilito dalla Presidenza Spadolini, una parte del Palazzo alla realizzazione di un Museo della Massoneria.
A Palazzo Giustiniani in via della Dogana Vecchia hanno sede gli uffici dei gruppi parlamentari e del presidente del Senato. Nel sito internet dell’istituzione al paragrafo I Palazzi-Palazzo Giustiniani si rileva una omissione. Si ricorda che “ai primi anni del ‘900 il Ministero della Pubblica Istruzione prese provvedimenti per arginare tale dispersione (opere d’arte, ndr) e cedere allo Stato i pezzi più preziosi. In quegli anni, una parte della proprietà passò alla Cassa di Risparmio di Roma ed un parte venne affittata al Grande Oriente d’Italia”.
Si omette di scrivere che nel 1911 il Grande Oriente d’Italia, attraverso la società immobiliare Urbs, acquistò con atto pubblico l’intero immobile denominato Palazzo Giustiniani. Il 4 novembre del 1925 il Governo, attribuendo al Grande Oriente d’Italia un progetto di attentato a Benito Mussolini, fece diramare un lungo comunicato nel quale si leggeva, fra l’altro: “In seguito alle risultanze dei primi accertamenti sono state date disposizioni ai Prefetti del Regno per l’immediata occupazione di tutte le logge massoniche dipendenti da Palazzo Giustiniani”.
Il giorno successivo, il 5 novembre, Palazzo Giustiniani fuviolentemente occupato da truppe squadriste armate. In concomitanza, Domizio Torrigiani, legale rappresentante pro tempore dell’Urbs e, al contempo gran maestro del Grande Oriente d’Italia, fu arrestato dal regime fascista e mandato al confino prima nell’isola di Lipari e poi a Ponza. Sul sito del Senato nulla si dice su chi è stato proprietario di Palazzo Giustiniani e, tantomeno, di una transazione del 1991 che prevede nello stesso immobile uno spazio per la storia della massoneria italiana. Perchè queste omissioni?
Stefano Bisi
Pubblicato su Tag24.it