Presentato a Filadelfia (Vibo Valentia) “Perché massone”, l’ultimo libro del Gran Maestro Onorario Ugo Bellantoni

Da sinistra: il Gran Maestro Aggiunto Antonio Seminario, il Gran Maestro Oonorario Ugo Bellantoni, la giornalista Marianna Barone, il presidente del Collegio della Calabria Maurizio Maisano e il rappresentante dell’Associazione Il Melograno Andrea Carbone

Una bella serata con tanto pubblico quella del 19 agosto a Filadelfia, comune calabrese in provincia di Vibo Valentia, dove è stato presentato il libro appena uscito a firma del Gran Maestro Onorario Ugo Bellantoni “Perché massone”, che ha come sottotitolo “Il lavoro primo dovere e massima consolazione dell’uomo”, edito da Arti Grafiche Barbieri di Cosenza. A intervistare l’autore la giornalista Marianna Barone che ha anche moderato l’incontro, al quale hanno preso parte il Gran Maestro Aggiunto Antonio Seminario, il presidente del Collegio della Calabria Maurizio Maisano, che ha portato i saluti della Massoneria del territorio, e Andrea Carbone in rappresentanza dell’associazione Il Melograno che ha organizzato l’evento, introdotto dall’avvocato Antonio Zoccali.

“Con questo suo libro -ha sottolineato il Gran Maestro Aggiunto Seminario- il fratello Bellantoni non ha inteso fare un consuntivo della sua vita, ma piuttosto ha analizzato da un punto di vista personale le difficoltá che si incontrano nella vita di tutti i giorni quando regna il pregiudizio, un pregiudizio che noi massoni -ha detto- specie in questa terra, in questa realtá viviamo sulla nostra pelle e sappiamo bene cosa sia”. Un pregiudizio, che non si vince con i certificati penali, ma con l’esempio. E Bellantoni é un esempio per tutti, “un punto di riferimento per i giovani”, perché é un uomo dal “pensiero libero”, un autentico libero muratore che ha lavorato e continua ogni giorno a lavorare incessantemente in loggia e nel suo tempio interiore a migliorare se stesso e a mettere in pratica nella sua via quotidiana i principi della Massoneria . “E questo libro é il frutto di questo lavoro”. Ed é anche una risposta, ha spiegato l’autore a sua volta, alle critiche che vengono rivolte ai massoni.

“Mi sono stancato -ha rimarcato Bellantoni- di sentire accusare la Massoneria di tutte le peggiori nefandezze. Non é giusto e non é corretto anche nei confronti di tanti grandissimi liberi muratori che si sono distinti nel mondo, poeti, letterati, scienziati, navigatori, astronauti…I massoni sono uomini perbene e ho cercato di dimostrare questo nel mio libro”. Ma cos’é la Massoneria? Gli ha chiesto la giornalista Barone. E la risposta di Bellantoni é stata: “Possiamo definirla con una sola parola: filadelfia”, che é poi il nome della cittá “utopica” calabrese, che ha ospitato l’incontro. “Filadelfia -ha spiegato il Gma- cioé ‘amore fraterno’, che impronta le azioni quotidiane di tutti i fratelli. Ecco la Massoneria é questo. Non una conventicola di malaffare”.

Il volume, che si fregia della prefazione del Gran Maestro Stefano Bisi e dell’introduzione di Giancarlo Elia Valori, ricostruisce la storia  di un’intera vita spesa, scrive il Gm Bisi, “con passione, coraggio, forza, sacrificio e giubilo tra le colonne dei Templi e in comunione con i fratelli all’insegna della Bellezza, della Solidarietá e dell’Amore Fraterno”. Bellantoni si racconta  e racconta  il suo percorso in Massoneria cominciato il 2 febbraio del 1970 con una non facile  iniziazione, come rivela lui stesso, nella loggia Michele Morelli 153 di Vibo Valentia, officina della sua amata cittá (dove è  nato il 22 novembre del 1936), alla quale ha dedicato il suo tempo con impegno costante. Una testimonianza la sua, non solo resa con il cuore, ma anche suffragata da un’ampia documentazione che getta nuova luce sulla storia della Libera Muratoria del territorio.

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