Quando ripenso alla mia vita, l’associo, sotto certi profili, al titolo del celebre romanzo di Joseph Roth: “Fuga senza fine”, nel quale – tra l’altro – l’autore afferma: “Non sono nè coraggioso nè curioso di avventure, un vento mi spinge, e non temo di andare a fondo”. Nel mio correre “senza fine”, talvolta in direzioni labirintiche, ho collezionato una serie di “ex”: ad esempio ex cattolico ed ex massone. Un giorno inviai una raccomandata al parroco di Adria, pressappoco del seguente tenore: “Con la presente rassegno le dimissioni da battezzato e quindi da cattolico”; non ebbi risposta e, pertanto, non conosco di preciso le conseguenze di tale mia decisione. Successivamente mi “dimisi” (più esattamente “entrai in sonno”) da massone. Ora, però, sono preso da una specie di “sindrome del ritorno”. Invero, la lettura del bel libro di Papa Benedetto XVI sulla vita di Gesù, mi ha indotto a qualche “vacillamento”, tanto che mia moglie talvolta mi dice: “Temo che un giorno o l’altro tu ti converta”.
I 150 anni dell’Unità d’Italia mi hanno rammentato che furono massoni alcuni degli eroi di quello che considero il periodo più glorioso della storia d’Italia, cioè il Risorgimento: Giuseppe Garibaldi, Nino Bixio, Giuseppe Mazzini, Carlo Pisacane, Aurelio Saffi e Goffredo Mameli (per citarne solo alcuni). Ho sempre molto amato la musica di tutti i tipi: se penso alla lirica rammento i massoni Arrigo Boito ed Amedeus Mozart e tra i tenori miei preferiti vi è l’indimenticabile Tito Schipa, tutti personaggi massoni; massoni della musica sinfonica: Hector Berlioz, Franz Haydn; Franz Liszt, Johann Bach e Franz Schubert. Il jazz non è da meno, cominciando da quello che è stato il suo interprete più noto, cioè il massone Louis Amstrong; la mia canzone preferita, da vari lustri, resta “Smoke gets in your eyes” (fumo negli occhi) nell’interpretazione di Nat King Cole, pure lui massone.
Per me il maestro di tutti i comici (come spesso dichiara Gigi Proietti che ne ha ripreso tutto il repertorio) è stato il massone Ettore Petrolini, uguagliato solo, forse, da Antonio De Curtis detto Totò, anche lui massone. Con tanti precedenti così illustri e, per motivi diversi, vicini al mio cuore, perchè non ho ancora deciso di svegliarmi dal sonno?
Riguardando il mio vecchio rituale dell’apprendista libero muratore, rileggo le parole, cariche di profondo significato, che il maestro venerabile rivolge al “profano”, prima della sua ammissione: “Debbo rivolgervi una domanda alla quale dovrete dare una franca e leale risposta: se ammesso nella nostra istituzione voi trovaste qualcuno che, per partito politico, per fede religiosa o per altro motivo, avete considerato fino ad ora un nemico, siete pronto ad abbracciarlo ed a considerarlo un fratello?”. Stante tale solenne dichiarazione, attendo che qualcuno mi spieghi com’è stato possibile che due massoni come Napoleone Bonaparte ed il Duca di Wellington si siano scontrati nella celeberrima battaglia di Waterloo: come la mettiamo con la loro fratellanza massonica? In attesa che qualcuno mi spieghi, eventualmente con un intervento sulla Voce, quello che per me è tuttora un enigma, per ora continuo a dormire.
(La Voce di Rovigo) 02 APR 2011