L’ Equinozio d’Autunno, che quest’anno cade nell’emisfero settentrionale alle 8.49 del mattino di sabato 23 settembre, scandisce come i due Solstizi e come l’Equinozio di Primavera, l’anno massonico, segnando la ripresa dei lavori nei templi, ed è un evento astronomico causato dall’inclinazione della Terra sul suo asse e dall’orbita incessante attorno al sole. L’equinozio si verifica due volte l’anno – primavera e autunno – quando l’inclinazione dell’asse terrestre e l’orbita della Terra attorno al sole si combinano in modo tale che il sole che illumini allo stesso modo l’emisfero meridionale e quello settentrionale. Da sempre l’equinozio d’Autunno racchiude il valore simbolico della preparazione alla rigidità della stagione invernale e da secoli viene celebrato ad ogni latitudine con feste e riti tradizionali. Cerimonie pagane, falò e banchetti vengono organizzati ogni anno come forma di celebrazione della natura, anche da civiltà e culture molto diverse tra loro, da oriente a occidente, dagli antichi culti politeisti alla tradizioni cristiane, ognuno ha trovato il suo modo per dire addio alla stagione estiva e prepararsi al cambio di luce naturale. I romani festeggiavano questo giorno con una festa dedicata a Pomona, dea dei frutti e delle cose che crescono, mentre nella mitologia greca antica l’inizio dell’autunno era strettamente legato alla storia del rapimento di Persefone, dea rapita da sua madre, la dea del raccolto Demetra, e portata negli inferi per diventare la moglie di Ade, il dio-re degli inferi. Il periodo di tre mesi che Persefone trascorse nell’Ade corrisponde al periodo invernale quando sua madre nell’attesa di rivederla si rifiutò di far fiorire le piante.