Storia & Memoria. Fabretti e la Repubblica Romana Romana/Il Messaggero

di Valerio De Cesaris

Ariodante Fabretti, perugino dell’Ottocento, fu un personaggio eclettico, studioso di archeologia ma laureatosi in veterinaria, appassionato di lingue antiche, nonché di storia, ma soprattutto patrio ta, d ura nte il Risorgi mento , de p uta to p er Perugia alla Repubblica Romana de11849. molto attivo, anche con ruoli apicali, nella massoneria perugina e poi nazionale. Uomo d’azione e di cultura, e forse(…) Continua a pag. 38 segnedallaprirrupagina (…) per una fortunata coincidenza la via che porta il suo nome a Perugia collegi. Palazzo Murena, sed e del Rettorato dell’Università degli Studi, a Palazzo Gailenga, sede principale dell’Università per Stranieri: Fabretti, infatti, tra le tante attività della sua vita, fu anche professore universitario di archeologia, oltre che direttore del Museo Egizio di Torino e socio dell ‘Accadem ia dei L incei. Nato nel 1816, s’avvicino fin da giovane agli ambienti democratici d’ispirazione mazziniana e aderì alla Giovine Italia Convinto, con Mazzini, di dover unire pensiero e azione. Fabretti coltivò la riflessione storica e politica, coniugandola alla militanza nel movim ento risorgi m ental e, Fu così che giunse ad avere u n ruolo nella Repubblica Romana. Il 21gennaio 1849, a seguito della fuga di Pio IX da Roma avvenuta due mesi prima, in diverse città sì votò per eleggere l’Assemblea costituente della Repubblica_ Tra i quindici rappresentanti di Perugia fu eletto Ario dante Fabretti, che sarebbe stato poi uno dei segretari dell’Assemblea, mentre un altro perugino, Filippo Senesi, ne avrebbe presieduta la prima riunione. Senesi e Fabretti, del resto, avevano già un ruolo chiave n ei circo! i democratici perugini, essendo stiri i promotori, nel dicembre 1848, del progetto di demolizione della Rocca Paolin a, che seguiva un primo parziale smantellamento avvenuto in epoca na p oleonica e che precedette il più ampio processo di demolizione che fu compiuto tra il 1860 e il 1862. La Repubblica Romana com’è noto ebbe vita breve. dal 9 febbraio al 4 lugl io 1849, poiché le truppe ran cesi intervennero per ristabilire il potere pontificio. In quel breve lasso di tempo. Fabretti s’adoperò per difendere la Repubblica e i valori democratici. Ma anche riuscì a salvare le campane più importanti delle chiese romane: il 24 febbraio fu emanato un decreto di requisizione di tutte le campane di Roma, che sarebbero state fuse per costruire cannoni in preparazione della difesa della Repubblica. Fabretti, amante del Vanti ch ità e della stori a, interven ne affinché fossero risparmiate quelle antiche e dí valore artistico. 11 decreto, comunque, era di difficile applicazione, per le resistenze del clero come anche di larga parte del popolo romano, tanto (tela requisizione fu realizzata solo in parte, ma certamente l’intervento di Fabretti Fu decisivo per evitare misure drastiche che avrebbero portato alla distruzione di un patrimonio artistico secolare, All’indomani della caduta della Repubblica Romana Fabretti riparò in Piemonte, dove avrebbe vissuto fino alla sua morte, sopraggiunta nel 1894. Convinto sostenitore del progresso scientifico e ottimisticamente sicuro del fatto che l’umanità. riconoscendo la centralità della ragione e della scienza, avrebbe vissuto un continuo miglioramento materiale e morale, Ariod ante Fabretti aveva sostenuto, negli anni che precedettero l’Unità, l’idea di uno Stato nazion ale d emo cratico, che avrebbe dovuto garantire la rappresentarmi popolare. In seguito alla nascita del Regno ditalia collaborò con il governo, pur non essendo entusiasta delle politiche di Cavour, e proseguì ininterrottamente il suo impegno intellettuale e l’attivismo nelle associazioni laiche e filantropiche. Valer io De Cesaris



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