E’ passato all’Oriente Eterno a Torino all’etá di 105 anni Bruno Segre, partigiano, massone. avvocato, testimone degli orrori delle leggi razziali e del nazifascismo. Segre era nato a Torino il 4 settembre del 1918. E qui aveva frequentato l’Università dal 1937 al 1940, allievo di Luigi Einaudi, laureandosi in giurisprudenza, con una tesi dedicata a Benjamin Constant, fondatore del liberalismo. A causa delle leggi razziali, in quanto figlio di un ebreo, non gli fu permesso di esercitare la professione di avvocato. Il 21 dicembre 1942 venne o arrestato per disfattismo politico. Dal 1943 inizió un’esistenza clandestina con la sua famiglia in un paesino del cuneese tra Busca, Caraglio e Dronero. Segre militato nella Resistenza, fino alla liberazione dell’Italia. La noitiza della sua scomparsa è arrivata proprio il 27 gennaio nella Giornata della Memoria, alle cui celebrazioni lui teneva molto.
Si avvicinó e poi aderí al Grande Oriente d’Italia negli anni Settanta, ormai giá decano di tante importanti battaglie in prima linea in difesa dei diritti umani e civili. Fu obiettore di coscienza, sostenne la diffusione della pratica cremazionista e la legge sul divorzio, cavallo di battaglia della massoneria italiana che tra il 1878 e il 1921 aveva tentato inutilmente, per ben 9 volte, di farla approvare dal Parlamento, su iniziativa dei massoni Salvatore Morelli, Tommaso Villa (torinese), Giuseppe Zanardelli, Agostino Berenini, Francesco Coccu-Ortu, Ubaldo Comandini e Guido Marangoni. Nel 2020 fu insignito della “Giordano Bruno”, classe oro, massima onorificenza del Goi
Il Grande Oriente abbruna i labari alla sua memoria, ricordandolo con stima e grandissimo affetto.
L’estate scorsa era circolata la notizia, ma era una fake news, della sua morte poi smentita, Segre aveva commentato divertito. “Ho rischiato di morire almeno 5 volte ma questa è stata la più incredibile”, ebbe a dire con il suo indimenticabile humor.