“Stregherie”, a Bologna una mostra sulle sovversive della storia, tra esoterismo e antropologia

Dopo il successo ottenuto alla  Villa Reale di Monza,  è approdata a Bologna la mostra “Stregherie. Iconografia, fatti e scandali sulle sovversive della storia”, dove sará visitabile fino al 16 giugno nel quattrocentesco palazzo Pallavicini. Ideata e prodotta da Vertigo Syndrome e curata da Luca Scarlini, drammaturgo, performer ed esperto di esoterismo, l’esposizione felsinea si è arricchita di importanti novitá e oggetti inediti.

Accanto alla collezione di stampe e incisioni del rinomato “collezionista dell’occulto” Guglielmo Invernizzi, vengono esposte numerose nuove opere d’arte provenienti da collezioni private italiane ed estere, insieme a nuovi oggetti legati al mondo della stregoneria prestati dal celebre Museum of Witchcraft and Magic in Cornovaglia e dal Museo delle Civiltà di Roma, che possiede una straordinaria collezione di amuleti in argento ottocenteschi, veri e propri gioielli, utilizzati dalle varie donne definite streghe o, più spesso, contro di loro.
La mostra si apre immergendo il visitatore in prima persona nella suggestione di un vero processo per stregoneria tenutosi in un tribunale dell’Inquisizione nel 1539 e si conclude, dopo il lungo cammino di sala in sala, con l’esperienza della scrittura su un vero Libro delle Ombre dove racchiudere e condividere i propri incantesimi personali.
Le streghe non sono state additate e perseguitate soltanto nei periodi più bui della nostra storia, infatti ancora oggi, in molti paesi del mondo, l’accusa di stregoneria è tristemente viva e miete ancora le sue vittime. I social stessi testimoniano un ritorno massiccio ai riti della wicca e alla stregoneria bianca, anche se spesso vissuti superficialmente, sottovalutandone i poteri antichi e potenti.
L’obiettivo della mostra vuole dunque essere quello di ricostruire una cultura dispersa e oppressa, ma che risorge continuamente, partendo dalle sue origini e raccontandone la storia attraverso una ricerca iconografica rigorosa, che ne attesti tutti gli aspetti.

La mostra, con il patrocinio del Comune di Bologna, espone circa 300 stampe, sculture e quadri dedicati al mondo delle Streghe e della magia, alcune firmate dai più grandi incisori dell’Ottocento, altre di eccellenti illustratori anonimi. Intorno al nucleo incisioni di Guglielmo Invernizzi, già proposto nella mostra di Monza, arrivano adesso le opere di tre collezionisti straordinari – Emanuele Bardazzi, Edoardo Fontana e Luca Locati Luciani – che hanno fatto del Simbolismo Macabro il loro filone di ricerca. Il percorso espositivo propone dunque un crudo repertorio di maghe, streghe, donne di potere e persino sante deviate, ma accanto a scene di tortura, sabba e terribili malefici, presenta anche luminose immagini di magia bianca, di streghe buone e di zingare che sanno guarire le persone.

A chiudere la sezione, ci saranno alcuni artisti contemporanei che hanno rivisitato il tema, come Oppy De Bernardo, Franco Rasma e Mirando Haz.

Accanto alle opere d’arte, Stregherie propone preziosissimi manuali di esorcismo e alcuni trattati storici imprescindibili in un percorso dedicato alla stregoneria. Ritrovati nei conventi, chiusi dai Savoia dopo l’Unità d’Italia, questi libri rarissimi provengono dalla Biblioteca Teresiana di Mantova. Un esempio per tutti, il Malleus Maleficiarum, il manuale sulla caccia alle streghe più utilizzato dalla chiesa, che indicava, caso per caso, i supplizi e le pene da infliggere a chi era accusato di stregoneria, presente in mostra nella preziosissima seconda edizione, stampata nel 1520. La mostra presenta poi una serie di oggetti originali legati al mondo della stregoneria.



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