La storia della ferrovia che pose fine all’isolamento della Valnerina. L’inaugurazione ne11909 tra canti, balli e brindisi
di Giovanni Tomassini
TERNI C’era una volta un principe? No, e neanche un pezzo di legno che diventerà un bambino, c’erano una volta tanti padri di famiglia che alla fine del XIX secolo in Umbria, tutti i giorni si portavano a Terni, nelle sue fabbriche, per lavorare quattordici e anche sedici ore al giorno. La storia non è un’allegra favola ma l’amara verità, e se per gli abitanti di Terni e delle immediate vicinanze era difficoltoso andare a lavorare senza tanti mezzi pubblici, comprenderete il disagio per coloro che abitavano nell’alta Valnerina ternana. Parlo della zona di Arrone, Ferentillo e Montefranco, perché in questi territori non esistevano mezzi pubblici che portassero a Terni in maniera economica. Andare a lavorare significava farsi dai tredici ai diciotto chilometri a piedi, con qualunque condizione di tempo e di luce, su una strada non illuminata e bianca, così all’andata e, soprattutto al ritorno, dopo tutte le ore di lavoro. L’unico vantaggio, se così lo vogliamo chiamare, era la tolleranza di qualche minuto all’ingresso, trascorso il quale il ritardo diventava multa. Fu nel 1875 che un giovane temano, appena laureato in medicina, nominato medico condotto del Comune di Montefranco, fece la scoperta di questa tremenda situazione. Il dottore si chiamava Alessandro Fabri e dopo questo incarico fu trasferito a Roma ma successivamente ritornò a Terni, dove nel 1883 diven- memente al progetto Mi- no a buon porto, perché ne Sindaco, e non dimenti- ziale. Fu così che solo il 22 già iniziati dalla benemericò la situazione degli ope- agosto 1909 intorno alle ta Società delle Tramvie erai. Dopo il suo ingresso in ore 10 finalmente il primo lettriche di Terni, formiaMassoneria, nella Loggia tram giunse ad Arrone, fu mo l’augurio che per l’eGiuseppe Petroni di Terni, una giornata memorabile, sposizione del 1911 venga conobbe un giovane politi- con canti, balli, brindisi e inaugurato un altro tratto co ferentillese con la ma- naturalmente discorsi. Fi- nella tramvia elettrica della dre di Arrone che conosce- nalmente il 5 settembre la Valnerina. Date fiato alle va molto bene i problemi stessa cosa si ripeté a Fe- buccine o colleghi del di tutta la zona, si chiama- rentillo e stavolta a fare gli quarto potere! Sarebbe va Fabio Argenti. I due de- onori di casa fu il giovane questo infatti un avvenicisi in ogni modo a porre ed emozionatissimo Sin- mento per richiamare i vitermine al problema dei daco Fabio Argenti, insie- sitatori dell’esposizione di pendolari si ispirarono ad me al fraterno amico Pos- Roma alle feste di Terni e un vecchio progetto del senti, che fu anche ani- per invogliarli a visitare 1841, quando ancora esi- matore della festa. Un e- tutta la nostra regione.” Gli steva lo Stato Pontificio, norme tavolino attraversò studi a cui faceva menzioche proponeva una strada il paese dalla stazione del ne la cronista era il collegaferrata in Valnerina. Il pro- Tram sulla via Felice Ca- mento tra la linea tramviagetto iniziale prevedeva la vallotti, oggi via della Vitto- ria Terni Ferentillo con la ferrovia Chiento-Nerina ria, fino all’ultima abitazio- ferrovia Spoleto Norcia che si sarebbe snodata tra ne verso “La Valle”, ogni presso il Comune di Santa Roma ed Ancona attraver- famiglia dirimpettaia al ta- Anatolia di Narco, ma già so Orte, Terni, Ferentillo, volo, organizzò, per il tratto conoscerete come la storia Visso, Tolentino e Civita- fronte casa, il pranzo, per di questo progetto purnova, ma nel 1861 il trac- festeggiare tutti insieme troppo è terminata sull’alciato fu deviato verso Foli- l’evento, che vedeva final- tare della modernità ad ogno e Fabriano, abbando- mente uscire dall’isola- gni costo… nando la valle del Nera. In- mento questo paese. Il 5 tanto l’andirivieni degli o- dicembre dello stesso anperai che dai paesini della no una cronista del quotiValnerina si recavano a diano “L’Unione Liberale” Terni era diventato consi- raccontò il suo viaggio sul stente e la vecchia soluzio- tram della Valnerina. La ne Pontificia era tutt’altro cronista utilizzava lo pseuche da scartare. Per questa donimo “Steno” probabilragione le idee dei due a- mente, Amelia Cottini Omici, insieme a quella di sta, nata a Lugano ma citPier Gaetano Possenti, tadina genovese, e che depresidente del Collegio de- scrisse questo angolo gli Ingegneri di Terni, si d’Italia come la “Riviera Liconcretizzarono 1’8 maggio gore dell’Umbria”, narran1898, in un convegno ad do dei paesi Arrone, dove venne illu- che attrastrato il progetto per una versava e le via tramviaria che partisse sue bellezze da Terni e avesse uno svi- così concluluppo di diciassette chilo- se: ” … Salve metri fino a Ferentillo. Fu o bella Necosì che, il 14 dicembre ra, salute a te, un’altra volta 1901, finalmente si inaugu- sacra, or che, invadendo il rò il primo tratto di ferrovia tuo letto, senza temere i tra piazza della Stazione di tuoi furori, la moderna Terni e Collestatte Piano. I scienza riesce dalla tua forlavori si fermarono ma il za a far dilagare intorno ai giorno 2 agosto 1903 si ten- paesi che ti celebrano ne a Ferentillo un altro in- grande salute, ricchezza, contro, per proseguire con luce e lavoro. … Ora se anil secondo tronco, confor- che è vero che gli studi soLa data Nell’8 maggio 1898 venne illustrato il progetto della via tramvaria I pendolari costretti a percorrere dai 13 ai 18 chilometri a piedi