Mura da intitolare a Palazzi/Corriere dell’Umbria

A 110 anni dall’inaugurazione del monumento in piazza Raffaello Sanzio lo storico Marinelli ne ricorda la figura. La proposta riguarda il tratto all’interno del rione San Giacomo dove l’artista aveva lo studio

di Paolo Puletti

CITTA’ DI CASTELLO E’ lo storico Dino Marinelli a restituire alla città un episodio significativo. “E’ il 23 agosto del 1914, precisamente 110 anni fa, piazza Raffaello Sanzio è gremita di folla. C’è tanta gente venuta da tutta l’Umbria e dalle vicine Marche e Toscana, ma più di tutti sono i tifer nati che vogliono esprime un’ulteriore manifestazione di affetto e gratitudine al loro concittadino, lo scultore Elmo Palazzi, autore del monumento che di li a poco sarà inaugurato. Opera che vuole ricordare l’XI Settembre 1860 quando, verso mezzogiorno, entrarono in città le truppe piemontesi liberandola dal dominio papalino, lui profondamente impressionato da tanta manifestazione di affetto”. Narrano così le cronache di quel giorno e Marinelli sottolinea: “Il massimo scultore tifernate non riesce a trattenere l’emozione. Il monumento eretto al centro della piazza, di rimpetto alla chiesa di San Francesco, dove ancora oggi lo possiamo vedere, rappresenta un aitante fante che taglia le redini a un indomito cavallo che si divincola dalla stretta, mentre con gli zoccoli calpesta lo stemma pontificio. Le numerose corporazioni cittadine con i loro labari circondarono la piazza. Nell’aria si perdono le note “va fuori d’Italia, va fuori Stranier” suonate dalla banda comunale. La stampa locale, quasi tutta, saluta con entusiasmo l’avvenimento. C’è anche chi sostiene che le gambe posteriori del cavallo siano troppo massicce e poderose. Alchè l’artista risponde che la posizione dell’animale poggia solo su due gambe e questo rende difficile la plasticità del corpo, tanto da aver dovuto fare prova dal vero con un cavallo che nel giardino della sua abitazione per giorni e giorni, prova e riprova, facendolo impennare il cavallo, per fotografarlo nella posizione che si ritrova nel monumento”. Un’altra polemica nasce tra Socialisti, radicali e massoni da una parte e clericali dall’altra: “quel cavallo che calpesta lo stemma pontificio è un insulto a ciò che abbiamo di più caro”. Elmo Palazzi così risponde: T omaggio all’Il settembre tutto è meno che uno sfregio alla religione cattolica, ma solo l’allegoria di un avvenimento storico: la perdita del potere temporale dei papalini a Città di Castello”. Questi si vendicarono dodici anni dopo. nel 1926: quando ignoti (ma non tanto) con la fiamma ossidrica staccarono l’emblema pontificio che venne consegnato al vescovo che lo tenne sotto teca nel suo appartamento vescovile. Quella tiara è stata ricollocata in occasione del restauro del monumento per volontà del Circolo Angelini. Notevole l’importanza dell’artista Elmo Palazzi che ha realizzato monumenti importantissimi in tutta Italia, nella sua città e a Roma in particolare, nonostante morì giovane a soli 44 anni. Per questo è partita l’idea di intitolare un tratto di mura urbiche a Pomerio Elmo Palazzi. Nello specifico, quelle interessate dalle operazioni di restauro nel tratto del rione San Giacomo, dove lo stesso Elmo Palazzi aveva il suo studio, oggi è punto di riferimento storico. E’ il tratto all’interno del pomerio che corre parallelo a via dei Conti con l’altra facciata che si affacciano in viale Nazario Sauro. Storia Elmo Palazzi è un importante artista tifernate Nonostante sia morto a soli 44 anni ha lasciato monumenti di valore nella sua città e a Roma Ora si chiede di intitolargli il tratto di mura urbiche dove aveva il suo laboratorio



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *