Con un convegno pubblico che si è tenuto il 5 ottobre a Lugo e una tornata congiunta organizzata per il giorno successivo insieme alle omonime logge gemellate di Grosseto e Perugia, la Francesco Baracca n. 414 di Lugo ha celebrato i suoi 75 anni. ” Storia, Arte Mito” il titolo dell’incontro dedicato al celebre aviatore, simbolo del coraggio e dell’eccellenza italiana, vero pioniere del volo durante la Prima Guerra Mondiale e tuttora esempio di valore sia militare che umano, al quale sono intervenuti esperti e studiosi, ognuno dei quali ha offerto una prospettiva unica su questa importante figura di libero muratore. I saluti istituzionali sono stati a cura di Carlo Galamini, presidente dell’Associazione Culturale Francesco Baracca, che ha introdotto i relatori.
Massimiliano Fabbri, direttore del Museo Baracca, ha illustrato le nuove iniziative e le recenti acquisizioni del museo, sottolineando come esso si sia innovato e arricchito nel tempo. Ha preso poi la parola Mauro Antonellini, Conservatore del Museo Baracca, che si è soffermato sulla figura affascinante di questo cavaliere del cielo. Daniele Serafini, scrittore e saggista, ha parlato della rappresentazione artistica del mito di Baracca, analizzando opere d’arte che hanno immortalato l’eroe dell’aviazione e contribuito a costruirne il mito popolare. Infine, Giulia Garuffi, curatrice e ricercatrice presso il Museo Baracca, ha analizzato l’epistolario di F Baracca, rivelando aspetti più intimi dell’uomo dietro il mito attraverso le sue lettere personali. Al termine del convegno, i partecipanti hanno visitato il Museo dove sono custoditi preziosi reperti legati alla vita e alle imprese dell’aviatore.
La loggia di Lugo in occasione della ricorrenza ha anche stampato un opuscolo con gli atti della propria Fondazione.
Francesco Baracca nato nel 1888 a Lugo di Romagna, morì a Colle del Montello, nel trevigiano, nel giugno del 1918. Il suo aereo, su cui era dipinto un “cavallino rampante”, fu ritrovato sulle pendici del Montello. In quei giorni era in corso una delle più violente battaglie della Prima guerra mondiale: quella decisiva. Gli austriaci avevano attaccato ancora una volta le linee del Piave, ma non erano riusciti a sfondare il fronte. L’esercito italiano passò al contrattacco e il nemico cominciò a ritirarsi.
Ma sul Montello le forze austriache ancora resistevano a tutti gli assalti degli italiani. Si decise così di martellare le trincee nemiche con l’aviazione. Partirono il maggiore Baracca e il tenente Osnago. Baracca non fece ritorno: morì a trent’anni, combattendo per l’unità d’Italia. Era un libero muratore, apparteneva alla Loggia Dovere e Diritto di Lugo di Romagna e al Rito Scozzese Antico e Accettato.
Dopo oltre un secolo, il suo mito, quello di eroe indomito, di uomo avventuroso, sensibile allo sviluppo della tecnologia e della modernità, continua a vivere.