di MARCO GIAVELLI
CHIUSA S.MICHELE -Bruno Segre: una personalità poliedrica che il Comune e la sezione Anpi di Chiusa San Michele, su proposta di Tullio Monti, hanno voluto adottare come riferimento per celebrare il Giorno della Memoria. L’incontro si è svolto lunedì 27 gennaio nel salone polivalente di via General Cantore, affollato da un pubblico attento e partecipe composto da una quarantina di persone: nella prima parte è stato proiettato il docufilm sulla sua vita intitolato “Fino alla fine-Una vita laicista”, realizzato dal registabussolene se Andrea Galafassi su mandato dell’Anppia, Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti, presieduta da Boris Bellone. Nel successivo dibattito, dopo i saluti del sindaco Riccardo Cantore e del presidente Anpi Ferruccio Sbodio, sono intervenuti l’assessora alla cultura dell’Unione montana Elisabetta Serra, il regista Andrea Galafassi e Tullio Monti, scrittore e studioso della cultura laica. Dagli interventi dei relatori è emerso come a seguito della morte di Segre, avvenuta il 27 gennaio 2024 all’età di 105 anni, si siano verificati alcuni strani fenomeni. Alcuni hanno voluto trasformare la sua figura di indomito combattente per le libertà in una sorta di `santino laico”, che Bruno stesso, allergico alla retorica, avrebbe rigettato.
Altri, invece, hanno inteso celebrare solo alcuni aspetti della sua poliedrica figura, oscurandone totalmente altri, soprattutto la sua appartenenza al Partito Socialista e alla Massoneria, «quasi che la personalità di Bruno potesse essere fatta a fette come un salame o come se da essa ci si potesse servire alla stregua di un menù “a la carte”. Al contrario, la personalità irripetibile di Bruno Segre va accettata per quella che era nella realtà, in lutti i diversi aspetti che la componevano, come molteplici facce di uno stesso cristallo». Segre è stato infatti ricordato come uno straordinario combattente per le diverse libertà, in cui ciascuna delle cause per cui si spese generosamente si teneva con tutte le altre, in un percorso ideale, coerente e conseguente. Da militante laico intransigente e rigoroso, specie contro il Concordato tra Stato e chiesa cattolica, fu non solo anticlericale, come risposta al clericalismo altrui, ma a volte anche antireligioso, con non poche asperità di pensiero e di linguaggio nei confronti di tutte le diverse fedi religiose, considerate alla stregua di superstizioni. Per decenni presidente dell’Associazione nazionale del libero pensiero “Giordano Bruno”, nonché della sua sezione torinese e direttore della rivista “Libero Pensiero”, Segre è stato definito «un massone esemplare e dichiarato», appartenente al `Grande Oriente d’Italia” pur se pubblicamente ateo, fatto in teoria non compatibile con l’appartenenza massonica. Era particolarmente impegnato nella battaglia cremazionista (per 40 anni presidente della Federazione italiana delle Socrem), ma fu anche pioniere del naturismo in Piemonte.
Fu inoltre un instancabile attivista nel campo dei diritti civili: dal divorzio all’aborto, a fianco di Loris Fortuna, fino all’obiezione di coscienza, al servizio militare e all’eutanasia. Fu avvocato impegnato sempre nella difesa dei più deboli, ma anche giornalista dal grande impegno civile, per oltre 70 anni direttore del periodico “L’Incontro”. Fu antimilitarista ma non pacifista assoluto, né nonviolento, pur avendo difeso tali cause come avvocato, come nel caso di Pietro Pinna, il primo obiettore italiano: lo dimostra la sua scelta di impugnare personalmente le armi contro i fascisti ed i nazisti.
Fu ebreo antifascista e partigiano combattente con il nome di battaglia di “Elio”, nella l Divisione alpina di Giustizia e Libertà in val Grana, nel Cuneese: con sprezzo del pericolo ed a rischio vero della vita, venne ripetutamente imprigionato dai nazifascisti (in via Asti ed alle Nuove di Torino). Da socialista libertario, laico e garantista, è stato poi esponente e dirigente del Psi: militò a lungo nella Sinistra lombardiana, ricoprendo le cariche di capogruppo socialista in consiglio comunale a Torino dal 1975 al 1980 e di presidente della commissione provinciale di garanzia del Psi torinese a cavallo tra anni ’80 e ’90. Rimase iscritto al Psi fino al 1992 quando se ne distaccò, non condividendo la linea del partito nell’affrontare la vicenda di Tangentopoli. La sua concezione di socialismo libertario si ispirava soprattutto al pensiero di Bertrand Russell e di Benjamin Constant, uno dei fondatori del pensiero liberale. Segre, come spesso accade alle personalità di spicco, aveva anche un carattere non facile, a volte ingombrante e spigolo so, essendo per natura poco incline ai toni felpati o a facili compromessi, anticonformista di indole ribelle. Quando, nel 2005, Tullio Monti fondò la Consulta torinese per la laicità delle istituzioni, in quegli anni per oltre un decennio il più attivo Istituto culturale piemontese e la più significativa associazione laica italiana, Segre fu uno dei tre componenti del Comitato dei Garanti insieme al filosofo liberale Carlo Augusto Viano ed a Carlo Ottino, carica che mantenne fino al 2013, quando venne eletto presidente onorario della Consulta (fino allo scioglimento nel 2015). Una figura, la sua, è stato sottolineato al termine della serata, che nei decenni, per molte generazioni di torinesi, è stata considerata come maestro di antifascismo, laicità e socialismo, protagonista di mille battaglie di libertà.
32 gennaio 2025