Il Grande Oriente d’Italia ha reso omaggio a Federico Fellini (20 gennaio 1920 –31 ottobre 1993) a cento anni dalla nascita. E lo ha fatto con una inedita mostra, corredata da un prezioso catalogo, che e’ stata inaugurata in apertura della Gran Loggia 2020 al Palacongressi di Rimini, città natale del celebre regista. A curarla il professore Fausto Casi, direttore scientifico del Mumec, il Museo dei Mezzi di Comunicazione di Arezzo, che ha esposto in partnership con il Goi, macchinari cinematografici, preziose foto, gigantografie, che svelano i segreti di certi magistrali effetti ottenuti sul set dal maestro.
Un originale percorso espositivo, che e’ piaciuto molto anche a Francesca Fabbri Fellini, la nipote del regista che e’ stata tra i visitatori piu’ entusiasti della mostra che ha il merito di raccontare non soltanto il grande regista italiano, ma anche gli artigiani e gli artisti che lo affiancarono contribuendo alla realizzazione di tanti indimenticabili capolavori, dalle Luci del Varietà, a Le notti di Cabiria, La Strada, Amarcord, Casanova, la Dolce vita.
L’evento ha dedicato infatti una sezione speciale a due figure importantissime sul set quella di Tonino delli Colli, celebre direttore della fotografia e quella, assolutamente sconosciuta al grande pubblico, del “rumorista”, che nel caso di Fellini era il geniale Renato Marinelli, uno straordinario creativo che ha lavorato anche per Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Sergio Leone e tanti altri. Marinelli portava sempre con sé una preziosa valigia di cuoio piena degli oggetti più strani, che usava magicamente per produrre i suoni e i rumori necessari alle infinite immagini in movimento di cui si compongono le pellicole di ogni film, sia durante la lavorazione, che a montaggio concluso. Una tecnica italiana che ha fatto scuola in tutto il mondo. rumore degli zoccoli di cavallo; il guanto da pugile per la caduta di un corpo; le nacchere per gli spari…