(Adnkronos) Shoah: ritrovate tre lettere inedite di Rita e Paola Levi Montalcini

Indirizzate a famiglia che offrì loro soccorso a Firenze – Le pubblica mensile ‘Pagine Ebraiche’

Tre lettere inedite. Indirizzate a chi venne loro in soccorso nei mesi più bui, in cui Rita Levi Montalcini e sua sorella Paola ricordano il periodo trascorso in clandestinità a Firenze in un appartamento di via Cavour citato dalla scienziata nell’autobiografia ‘Elogio dell’imperfezione’. A gettare nuova luce su questo episodio è il giornalista Adam Smulevich di ‘Pagine Ebraiche’, che ha raccolto l’inaspettato ritrovamento da Laura Leoncini, discendente di quella Consilia che, con la complicità dei suoi cari, scelse di prolungare l’affitto dello stabile alle sorelle Montalcini e a loro madre Adele anche quando fu chiaro a tutti che non si trattava di tre donne cattoliche pugliesi dirette verso il Meridione ma di un famiglia ebraica braccata dal regime per motivi razziali.

Le lettere, pubblicate integralmente sul numero di febbraio del mensile dell’ebraismo italiano all’interno di un dossier dedicato alla Memoria “viva”, coprono un arco temporale che va dal 1946 al 1990. Ad emergere è un profondo senso di gratitudine nei confronti della famiglia Leoncini per quanto fatto mentre, scrive Rita, “fuori infuriava la grande bufera”. Il legame è rimasto saldo nel tempo ed è stato coltivato, nel corso degli anni, attraverso incontri e concrete dimostrazioni di amicizia. Sullo sfondo Firenze e quei mesi durissimi in parte attenuati dal calore umano e dalla comprensione ricevuti in via Cavour.

“Mamma -scrive infatti Rita in una lettera che l’Adnkronos ha potuto visionare- ricorda sempre con molta nostalgia la sua camera di via Cavour 84. Allora si viveva tutte insieme, e non capitava come adesso che io adesso mi assenti per tutta la giornata, anche troppo assorbita dal mio lavoro, e appena ci si veda un momento a cena. Credo che se potesse vorrebbe ritornare a quei tempi e baratterebbe volentieri la grande stufa (sempre affamata di legna) con lo scaldino a carbone preparato con tanta cura dall’ottimo signor Ferruccio. Ed io ripenso molto sovente alla terrazza fiorita dove ho passato tante ore serene in contemplazione, sdraiata al sole come una lucertola, e mi chiedo quando ritornerò, almeno di passaggio per salutare lei, la signora Consilia e i bei gerani rossi”.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *