(Adnkronos) Unità d’Italia: lo storico Villari, un Garibaldi servirebbe anche adesso. Manca una visione più alta

‘Scelta di Napolitano fortemente simbolica il dedicargli chiusura celebrazioni 150°’

All’Italia “servirebbe proprio un Garibaldi contemporaneo”. Ad auspicarlo è lo storico Lucio Villari, che, all’Adnkronos, spiega poi come la scelta di concludere le celebrazioni per il 150esimo dell’Unità d’Italia nel segno di Garibaldi “non sia un caso, è fortemente simbolica ed è stata voluta dal Presidente Napolitano”.

Il 3 Luglio, a Caprera, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, insieme fra gli altri al presidente del Consiglio, Mario Monti, inaugurerà il ‘Memoriale Garibaldi’, concludendo le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia.

“Ci sarò anch’io e ne sono felice -prosegue Villari- questa scelta è motivata anche dal fatto che il 4 luglio cade il duecentocinquesimo anniversario della nascita di Garibaldi, ma soprattutto dal fatto che è una conclusione alta e importante delle celebrazioni. Si rende omaggio a un uomo che ha dato tutto se stesso al Risorgimento, alla vita politica e morale dell’Italia, in nome di ideali e senza interesse personale”.

Garibaldi, per Villari, “non è l’uomo del compromesso del trasformismo: tutto si può fare in due modi, con il compromesso o mirando più in alto come, appunto, Garibaldi che anche se molto amato, non sempre è stato capito nella sua finezza politica. Lui ha mirato più alto rispetto ad altri protagonisti del Risorgimento. Questo servirebbe alla politica attuale: in Italia ci vorrebbe proprio una figura così, un uomo con sue idee e sue convinzioni ma capace di superarle nei momenti cruciali. Oggi manca una visione più alta”.

“Garibaldi è un caso unico, rappresenta una dedizione assoluta alla libertà e alla moralità; capace di puntare alla crescita politica e sociale del nostro Paese, senza esaltare momenti di rottura e contrapposizione ma lottando per superarle. Altri grandi protagonisti come Cavour e Mazzini -sottolinea Villari- seguivano ideali ma di parte, Cavour era liberale, Mazzini repubblicano. Per Garibaldi questi erano momenti di passaggio ma non di chiusura. Garibaldi era repubblicano ma al momento opportuno fu fautore del regno. A Caprera trascorse 27 anni: un uomo che si isolò, che servì ma non cercò il potere, non volle essere glorificato”.

“Giustamente il presidente della Repubblica vuole concludere le celebrazioni per l’Unità d’Italia a Caprera, individuando in Garibaldi un simbolo reale, non astratto, attuale. Uno dei padri della nostra Italia”, conclude Villari.

(AdnKronos) 28 GIU 2012



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