“Afrofobia. Razzismi vecchi e nuovi”, è il titolo del convegno che si terrà in Gran Loggia a Rimini l’11 settembre alle ore 10 nella Sala del Castello, organizzato dal Servizio Biblioteca ispirato all’ultimo libro pubblicato dal sociologo scomparso lo scorso anno Mauro Valeri (Fefè Editore, 2019) sull’ampia tematica di prepotente attualità del razzismo nei confronti delle comunità di colore. Una piaga che affligge le società occidentali più avanzate come ha dimostrato recentemente il caso di George Perry Floyd, ucciso da un poliziotto americano il 25 maggio scorso a Minneapolis.
Delle mille forme in cui si palesa o sotto cui si cela il razzismo, Valeri, scomparso lo scorso anno, è stato un grande studioso e, cosa ancor più importante, un divulgatore efficace e assai originale. Ha illustrato “corti circuiti” sconosciuti ai più, scrivendo di “black italians”: italiani neri di successo, non discriminati in epoche insospettabili (prima e durante il fascismo) e in campi imprevedibili, come le forze armate e lo sport. Ha divulgato con grande sensibilità e rigore una visione eterodossa dei “nuovi razzismi”, che possono annidarsi in molti di noi inconsapevoli. Ha educato – o tentato di farlo – gli ambienti più vari da cui provenivano richieste d’intervento – dalle Forze dell’ordine ai Centri sociali – ritenendo indispensabi-le e comunque sempre utile parlare, spiegare, confrontarsi. Al convegno interverranno Santi Fedele, Roberto Bortone, Leonardo De Sanctis, Paolo Masini e Davide Valeri.
Si parte dal principio di buon senso che ognuno a casa sua ospita volentieri un numero, limitato dallo spazio disponibile, di ospiti educati e cortesi i quali si adeguano allo spirito ed alle abitudini dell’abitazione e dei suoi inquilini. Casa Propria=Casa Italia. E’ l’adeguamento che facilita, fonde i rapporti umani al punto tale che l’ospite non più tale diventa coinquilino e può addirittura e con generale soddisfazione superare in qualità civili e sociali gli stessi aborigeni. Solo così si rinfresca, si rinnova e si fonde una vecchia società. Se questo è un pensiero sbagliato, nonostante la libertà di esporlo, sopprimetelo! Ma solo così i migranti possono diventare un bene societario, altrimenti degrado, rabbia, inciviltà domineranno questa antica e vetusta civiltà italica ed europea.