A 102 anni dal giorno della sua inaugurazione (9 ottobre 1910), dopo un attento restauro, sia conservativo e sia integrativo, si è tenuta la cerimonia di restituzione del monumento alla città e alla provincia di Frosinone.
L’ideazione e l’organizzazione si deve a Domenico Ricciotti, appartenente alla famiglia del patriota risorgimentale Nicola Ricciotti, sepolto nel monumento stesso, che ha sollecitato il contributo economico della Presidenza del Consiglio Regionale del Lazio, grazie anche al determinante appoggio di Domenico Loffreda (ANMIL Lazio), la fattiva attività dell’Assessorato alla Cultura dell’Amministrazione Provinciale di Frosinone (assessore Arch. Antonio Abbate), che ha realizzato il restauro, e del Comune di Frosinone che lo ha consentito, essendone il proprietario. Il lavoro, svolto da tecnici esperti, è stato compiuto con l’attenta supervisione della Sovrintendenza preposta ai controlli.
Il monumento – sacrario era stato realizzato dall’artista Ernesto Biondi di Morolo, che gratuitamente prestò la sua arte al fine di eternare la memoria dell’eroe frusinate, amico stimato sia di Mazzini sia di Garibaldi, con un degno sepolcro, al quale pose come cornice alcuni altri combattenti ciociari per la Libertà. La guerra offese il monumento al punto che uno dei tanti bombardamenti del dicembre 1943 su Frosinone fece cadere la statua della Libertà dalla colonna che sovrasta l’opera. In quella occasione andò perduta l’asta triface, simbolo del trinomio Libertà – Uguaglianza – Fratellanza.
Partendo da questi fatti e a distanza di 60 anni dal riposizionamento della sola statua, il giorno 21 dicembre 2012 si è potuto anche realizzare, sempre con l’ideazione e l’organizzazione di Domenico Ricciotti, il restauro integrativo, riposizionando la ricostruita asta triface, proprio sulla scorta delle immagini dell’epoca. Questa ricostruzione è stata resa possibile dal contributo economico del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, del Collegio dei MM. VV. del Lazio, della R:.L:. “Nicola Ricciotti” all’Or:. di Roma e dall’opera prestata gratuitamente dell’artista Giuliano Giganti.
Sempre su iniziativa di Domenico Ricciotti è stato anche reso possibile che si ponesse fine all’esilio perfino dei resti dell’altro grande patriota frusinate dell’ottocento, Luigi Angeloni. Costui, parente del Ricciotti, dopo 42 anni di esilio, morì nella più completa solitudine in Londra. Solo Mazzini ne ricordò il valore in un suo scritto. A 170 anni dalla sua morte e malgrado il desiderio che lui stesso ebbe a esprimere nel 1826 di essere sepolto a Frosinone, finalmente si è riusciti a compiere il pietoso gesto, per opera diGiacinto Mariotti e dell’italo-britannico Alfonso Camisotti (UGLE), e così la terra che ne ha dissolto i resti è stata collocata ai piedi del monumento – sacrario dedicato a Nicola Ricciotti e ai martiri della regione.
La cerimonia si è svolta grazie all’ospitalità di S.E. Eugenio Soldà, Prefetto della Provincia di Frosinone,nel Salone di Rappresentanza del Palazzo prefettizio, che affaccia sulla piazza dove è stato eretto il monumento restaurato.
Particolarmente apprezzato è stato il momento musicale durante il quale è stato presentato in prima esecuzione assoluta il brano “Martirio, In memoria di Nicola Ricciotti” per ottoni e percussioni, composto e magistralmente diretto dal Maestro Giovanni Panella.
L’opera, calorosamente accolta dal pubblico presente, ha “raccontato” con la musica i momenti salienti del martirio dell’eroe frusinate, confermando ancora una volta il profondo senso patriottico di una provincia fiera delle proprie nobili origini.