“Solitudine, emarginazione, estraneazione non sono portati ineluttabili delle grandi concentrazioni urbane. Solo che lo vogliamo, in una città sempre più multietnica, la rete dell’umana solidarietà può abbracciare uomini e donne di lingue, culture e religioni diverse”, “favorire il rispetto dell’altro”, promuovere la rinuncia al superfluo per “garantire il mantenimento degli equilibri ecologici”, aiutare gli ultimi e i più fragili. ( continua a leggere l’articolo integrale su “Agenparl” )