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Gentili signore, signori,
fratelli carissimi del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, grazie di essere qui e benvenuti alla Gran Loggia 2020.
La vostra presenza così numerosa, nonostante le criticità causate dalla pandemia, attesta quanto questo evento sia atteso e apprezzato. Di questo vi sono molto grato. Non si può nascondere che per tutti noi questa è una Gran Loggia particolarmente sentita, voluta e sperata, visto che da aprile è dovuta slittare a settembre a causa del Covid, questo mostro simbolo di un’emergenza che proviamo a superare non senza paura. Una paura che l’uomo ha sempre dentro di sè ma che può riuscire a controllare, dominare e vincere.
E’ il coraggio che deve prevalere, quel sentimento che viene dal cuore, che ci fa superare la paura e ci fa affrontare il domani con ottimismo. Costruire il domani. Senza pensare alla fatica di ogni giorno, come i costruttori delle cattedrali medievali che mattone dopo mattone costruirono grandi opere. Noi, come loro, non pensiamo alle fatiche quotidiane ma alla costruzione della Grande Opera. In questa estate tribolata, tra paure e voglia di spensieratezza abbiamo spesso alzato gli occhi al cielo. Guardando una stella cadere abbiamo espresso un desiderio, quello di ritrovarci per la Gran Loggia. E se abbiamo visto una stella cadere è perché stavamo guardando il cielo. Se abbiamo guardato lassù, il cielo, vuol dire che crediamo in qualcosa di importante. Sì, ci abbiamo creduto e crediamo a qualcosa di importante. E che cos’e’ questo qualcosa di importante. E’ la nostra appartenenza al Grande Oriente d’Italia. Con l’ottimismo della nostra volontà, della nostra determinazione, della nostra fiducia siamo riusciti ad essere qui garantendo la sicurezza e consentendo a chi vuole di incrociare lo sguardo e di abbracciare i reciproci sentimenti.
Siamo arrivati fin qui dall’ ottimismo, quell’atteggiamento che, unito ad una grande sensibilità e forza d’animo interiore, aveva dentro di sè un uomo straordinario: il grande maestro Ezio Bosso, il direttore d’orchestra che ci ha lasciato mentre stava per finire il confinamento imposto dalle autorità pubbliche per la pandemia. Ci avrebbe fatto un bellissimo regalo dirigendo la sua orchestra per noi qui a Rimini. E non lo dimenticheremo. Grazie, Maestro. Grazie Grande Maestro. Grande Maestro di musica. Di armonia. Di amicizia. Di ironia. Di saggezza. Di coraggio. Di fraternità. Sette volte grazie Grande Maestro.
Nei giorni in cui non si poteva uscire da casa mi colpì per un desiderio che aveva confessato: aveva voglia di vedere il sole e abbracciare un albero quando sarebbe finito l’isolamento. Non ce l’ha fatta, ma resta la bellezza che ci ha trasmesso attraverso la musica e il suo immenso talento.
Noi oggi il Sole invece possiamo vederlo e possiamo anche abbracciare un albero se lo vogliamo in questo angolo di verde, di mare, che è Rimini. Siamo qui, felici di esserci potuti rivedere e con immensa gioia di poter finalmente realizzare i nostri lavori massonici. Siete venuti da lontano. Anche da molto lontano. Grazie. Anche se per tutti sono stati mesi durissimi, avete voluto fare questo sacrificio. Grazie. Siamo stati messi a dura prova non solo dal periodo del confinamento in casa ma anche per la dolorosa scomparsa di tanti affetti. In questo drammatico periodo ci sono stati strappati via dal virus tante persone, tanti nonni e nonne che hanno fatto tanto per l’Italia ricostruendola nel Dopoguerra. E hanno perso la vita anche parecchi fratelli dell’Ordine che non vedremo più nei nostri templi ma che portiamo e porteremo sempre tra i nostri pensieri più affettuosi. Penso a Mario e Giuseppe entrambi di Parma, Michelangelo di Pisa, Giovanni di Firenze, Maurizio, Nicola, Niccolo’, Marcello, Alessandro, tutti di Pesaro, Francesco di Macerata, Nicola di Vigevano, Antonio di Vibo Valentia, Armando di Genova.
Il loro ricordo resterà con noi, nell’angolo più nascosto del nostro cuore dove si custodiscono gli affetti cari. La vita prosegue anche per onorare la loro memoria. In fondo, la morte è una nuova pagina della vita. E allora navighiamo e navighiamo: non si può aspettare che passi la tempesta ma convivere con le onde. La traversata di un mare in burrasca è difficile, ne siamo consapevoli ma sappiamo dove andare e come condurre il nostro Vascello. Siamo qui per stare insieme e vivere i nostri tre giorni speciali, con tanti appuntamenti pubblici che sicuramente potranno essere visti ed apprezzati anche da chi viene con l’intenzione di incontrare e conoscere la Massoneria che in questa edizione della Gran Loggia riflette sul tema “Uniti nelle diversità”. Sono solo tre parole ma molto importanti in ogni angolo della Terra se applicate con Uguaglianza e Tolleranza, attraverso il dialogo e senza discriminazioni. Dico questo perché l’Unità e le Diversità quasi ovunque hanno i loro problemi a primeggiare e sono messe spesso in discussione se non persino ignorate. Di diversità si è sempre discusso.
La presunta diversità di razza, per esempio, ha prodotto nei secoli mali come lo schiavismo, il sessismo, guerre sanguinose, persino la sciagura dell’Olocausto. Per fortuna molte di queste aberrazioni sono state superate anche se oggi qualche rigurgito di razzismo si fa sentire e costituisce un serio motivo di allarme per la civile convivenza. Ma non è innescando l’arma della violenza barbara e con l’insulso gesto dell’abbattimento o dell’imbrattatura delle statue di Colombo, Garibaldi, Churchill, che si possono cancellare la Storia e i grandi personaggi che l’hanno scritta con il loro pensiero e le loro azioni.
Per noi liberi muratori certe regole ormai dovrebbero far parte del modo di pensare ed agire comune di tutti gli uomini che rispettano il proprio simile nella sua diversità. Come afferma la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, uno scritto sapiente nella sua sublime declinazione per la vita e la dignità di ogni essere umano:
“Tutti gli uomini nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.
Nasciamo e siamo liberi e uguali ma allo stesso tempo restiamo anche diversi. Siamo diversi l’uno dall’altro per cultura, carattere, ingegno, predisposizioni ed attitudini. Sono queste differenze l’espressione più chiara della nostra uguaglianza che vive e si fortifica nelle diversità. Pertanto nell’Uguaglianza dobbiamo andare alla ricerca di tutti i valori, non solo di quelli condivisi, ma anche trovare la saggia e fertile convivenza con quelli che ci permettono di stare insieme con tutte le nostre reciproche e molteplici diversità.
Siamo uguali perché diversi e possiamo e dobbiamo restare uniti per dare il meglio di noi e contribuire a un mondo migliore.
Bisogna essere consapevoli che serve nutrirsi nell’ altrui diversità, per creare una vicendevole ricchezza che può abbattere le diseguaglianze e costruire ponti di coesione per camminarvi sopra insieme pacificamente. Siamo tutti fratelli, siamo tutti sotto lo stesso cielo.
Anche l’articolo 3 della nostra Carta costituzionale è un modello d’armonia e di solidale Uguaglianza che esalta la dignità e il ruolo di ogni cittadino e che promuove l’inclusione di ogni essere umano nella Società: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Al di là della famiglia di appartenenza, al di là dell’etnia, della religione, degli orientamenti sessuali e del ceto sociale, siamo tutti uguali con pari dignità e pari opportunità. Senza distinzioni. E a tutti vanno date le stesse possibilità.
L’uguaglianza non guarda al colore della pelle o degli occhi. La razza umana è una soltanto. Noi del Grande Oriente d’Italia da qualche anno abbiamo tolto dalla nostra Costituzione la parola razza, aspettiamo che l’Italia e tutti lo facciano. Sono questi i principi che la Libera Muratoria persegue e custodisce da sempre per l’elevazione dell’Umanità. Uguaglianza, libertà, sono come parole d’ordine, sono inviti a lavorare per raggiungere questi obiettivi ma è possibile farlo se c’è la fratellanza. E’ questa che fa sentire gli esseri umani parte di una comunità che vuole, appunto, libertà e uguaglianza.
Questi valori sono inderogabili e inviolabili. Anche noi, all’interno della nostra Comunione, siamo diversi sia pur coesi nel perseguire il grande progetto di affratellare tutti gli uomini.
Per questo lavoriamo su noi stessi e sosteniamo con tolleranza e amore ogni fratello. Non c’è al mondo Istituzione iniziatica più severa e impegnativa della Libera Muratoria. Nessuno si sente più bravo o più forte degli altri e tutti sappiamo che la nostra missione di costruttori può andare avanti e vedere l’avanzamento dei lavori architettonici soltanto se ogni operaio farà con zelo, forza e umiltà la parte che gli compete nel cantiere universale della Grande Opera. E ognuno deve operare non per passare alla storia ma per sentirsi parte di una storia, quella sì gloriosa, la Storia del Grande Oriente d’Italia, fatta oggi da 23 mila fratelli, laboriosi, umili, coraggiosi, uniti.
C’è un simbolo che rappresenta la nostra forza e la nostra ricchezza. È la melagrana. Una dura scorza esterna racchiude e protegge i chicchi che stanno uno accanto all’altro ma sono ognuno diverso dall’altro. Noi siamo forti e diversi come i chicchi della melagrana. A me spetta il compito di essere la scorza esterna che protegge tutti i fratelli che rappresentano l’Unità della Massoneria. Mi sono impegnato per questo, ho cercato di farlo con tutte le mie forze e di fronte a chi ha provato a colpirci. E continuerò a farlo. Senza tentennamenti, senza tremare.
A chi magari si chiede e ci chiede perché in tempi così difficili, aspri, il Grande Oriente d’Italia cresce e innesta nuovi semi nel prezioso cammino iniziatico, noi, uniti nelle nostre diversità, possiamo rispondere orgogliosamente così. Per sette buoni motivi:
Perché c’è bisogno di spiritualità
Perché c’è bisogno di un luogo dove raccontare la propria storia
Perché c’è bisogno di un luogo dove poter essere ascoltati
Perché c’è bisogno di un luogo dove poter essere ascoltati senza essere interrotti
Perché c’è bisogno di un luogo dove non conta la dimensione del tuo portafoglio ma quella del tuo cuore
Perché c’è bisogno di un luogo dove il silenzio è considerato una virtù, perchè se taci ascolti, se ascolti impari
Perché c’è bisogno di un luogo dove ognuno è se stesso insieme agli altri
Questo luogo esiste: è la loggia. E’ il Grande Oriente d’Italia. E’ questa la motivazione che spinge ancora oggi tanti giovani e meno giovani a bussare alla nostra porta, è questa la via discreta e impegnativa che ogni iniziato percorre con fraternità.
Fraternità. Oggi questa parola ricorre sempre più spesso anche nel dibattito culturale con nuovi inaspettati risvolti. Non è più un’eresia. Noi, ne parliamo da sempre e la pratichiamo da sempre. E’ il sentimento che ci tiene uniti e ci fa agire per la libertà e l’uguaglianza, per attuarle e per difenderle. Difendiamo la nostra libertà di esistere per difendere la libertà di tutti. Rivendichiamo il nostro diritto ad avere uguali diritti degli altri per difendere il valore universale dell’uguaglianza. Per noi massoni la Fratellanza è Tutto. E in quel Tutto c’è racchiuso l’universo mondo.
Anche se in questo particolare momento il nostro cuore batte soprattutto per l’Italia afflitta dai problemi del lavoro legati alla pandemia, non si può essere divisivi e intolleranti. Amare la nostra Patria non vuol dire odiare le altre nazioni. La nostra patria è l’Umanità. Oggi più che mai c’è bisogno di uno sforzo corale per superare le difficoltà. Odiare, scaricare le colpe su questo o quello non porta a nulla se non ad un inasprimento delle posizioni in un momento delicato per la nostra cara Italia che è stata faticosamente costruita in età risorgimentale col sangue di tanti liberi muratori.
Il 20 settembre, fra una settimana appena, saranno 150 anni dalla Breccia di Porta Pia, evento che noi celebreremo come ogni anno. Noi, a Porta Pia, ci siamo sempre stati, ci saremo con i nostri simboli, i nostri labari e la nostra storia. Per tutti questa data dovrebbe essere una giornata speciale, straordinaria. Davvero da segnare in rosso con il calendario, invece si tende a dimenticarla. Speriamo che si ricordino questa data le più alte autorità, nessuna esclusa. Anche quei parlamentari che hanno fotocopiato la legge fascista del 1925 contro la Massoneria e l’hanno presentata al Senato nel 2018 e nel 2020, ad agosto. Siamo abituati a navigare nella tempesta. Sappiamo dove orientare il Vascello. Veniamo da lontano. Siamo figli di coloro che dettero la vita per l’unità dell’Italia. Il 20 settembre dovrebbe essere una giornata di riflessione e di Unità nelle Diversità. Impegniamoci per risvegliare la nostra Patria nella coesione delle parti sociali e per il Bene dei cittadini. Che sia l’alba radiosa di una nuova libertà di cambiamento.
Un cambiamento che, deve avere soprattutto nella Scuola un cruciale punto di partenza. I nostri ragazzi che insieme ai loro insegnanti hanno affrontato coraggiosamente tutte le immense problematiche della didattica a distanza sulle piattaforme, hanno bisogno di qualche certezza e di una scuola che li prepari alle professioni del domani. Abbiamo visto invece che troppe sono state le criticità di una scuola che ha fatto affiorare le differenze e le distanze tra chi aveva un computer e chi non poteva permetterselo, tanto per fare un esempio. La scuola non può emarginare e deve includere tutti, non può escludere i più deboli, i più fragili. E’ una questione d’Uguaglianza e di crescita futura.
Lunedì prossimo tanti ragazzi tornano a scuola, nelle aule insieme ai loro insegnanti, ai custodi, al personale amministrativo. A tutti loro va il nostro in bocca al lupo. Un affettuoso in bocca al lupo agli studenti, in particolae. Abbiate fiducia, cercate di studiare, cercate di scoprire e affinare i vostri talenti. Studiate e divertitevi. Con la testa, però. Divertitevi con la testa.
Purtroppo negli ultimi tempi siete stati trascurati dagli adulti, dai cosiddetti saggi, da coloro che vi rimproverano perché siete andati in discoteca dopo mesi di eroismo passati al chiuso, anche in minuscole case molti di voi: il tavolo di cucina condiviso con la mamma che prepara gli spaghetti e il babbo con la testa china preoccupato per il lavoro che non c’è. E senza una nonna, un nonno che vi accarezzano, perché costretti dal lockdown a starvi lontani. Ma voi, giovani e giovanissimi, siete bravi, cercate di essere migliori. Non importa essere i migliori. E’ importante provare ad essere migliori. A migliorarsi.
L’invito che faccio a voi, vale anche per i liberi muratori. Anche la Massoneria è una scuola, una grande scuola. Da noi non ci sono i banchi, non si tengono lezioni e non si danno voti, ma si lavora alla crescita interiore del singolo e a quella di tutti i fratelli. Da noi si lavora la pietra più dura da scalfire e sgrossare: quella del nostro ego. Tutti cerchiamo di farlo con la determinazione di diventare migliori e così poter aiutare gli altri.
E allora, cari fratelli, cari amici, chiudo questa allocuzione con una frase che è un monito e allo stesso tempo un invito ad essere migliori. “Quando perdiamo il diritto di essere diversi, perdiamo il privilegio di essere liberi”. Lo scrisse Charles Evans Hughes, un giurista e politico americano. “Quando perdiamo il diritto di essere diversi, perdiamo il privilegio di essere liberi” facciamolo nostro e continuiamo a batterci con bellezza e altrettanto coraggio per il Bene dell’Umanità nella grandezza delle nostre diversità. Uniti nelle diversità. Pensammo a questo titolo della gran loggia ormai un anno fa, quando del covid non si conosceva l’esistenza. Il tema è rimasto quello. Abbiamo voluto così. E oggi possiamo dire “uniti nelle diversità …ce l’abbiamo fatta”. Siamo qui con le mascherine, il gel, l’app immune e senza abbracci. Sorridenti e determinati. Umili e coraggiosi. Pronti a proseguire la nostra traversata, senza paura delle onde. Il Vascello con i suoi marinai può navigare tranquillo. E navigherà ancora. Per lungo tempo. Io insieme a voi e voi insieme a me.
Viva il Grande Oriente d’Italia!
Viva le libertà
Viva l’umanità,
Viva l’uguaglianza,
Viva la fraternità
Viva tutti noi