La Germania nazista dichiaro’ fin da subito guerra alla Massoneria, accusandola di forti e indissolubili legami con gli ebrei, considerati nemici naturali della nazione tedesca. Nel 1934, il partito di Hitler, che era da un anno al potere, emano’ una circolare per impedire il tesseramento ai liberi muratori che non avessero abbandonato le loro officine prima del 30 gennaio del 1933.
Contemporaneamente il presidente del Reichstag Hermann Goering diffuse una dichiarazione in cui affermava che “nella Germania nazional-socialista non c’era posto per la Massoneria”, emettendo subito dopo un decreto in cui si invitavano le logge all’autoscioglimento. Solo l’inizio di un giro di vite che avrebbe portato prima all’entrata in vigore di una norma che vietava a militari e dipendenti statali l’ appartenenza alla Libera Muratoria e poi, nell’estate del 1935, di un altro provvedimento, che proclamava la messa al bando totale della Massoneria. Segui’ per i fratelli tedeschi un lungo autunno di inaudite violenze. Proprio come aveva fatto dieci anni prima il fascismo in Italia, le logge furono prese d’assalto e messe a ferro e fuoco. Gli archivi sequestrati o distrutti, i liberi muratori deportati, i loro beni confiscati.
Non solo, contro i massoni si mise subito prepotentemente in moto anche la gigantesca macchina propagandistica del regime nazista, che per screditare la Libera Muratoria, a livello internazionale, organizzo’ grandi mostre itineranti – non solo in Germania, ma nel 1940 anche a Parigi, Bruxelles e Belgrado- che avevano l’obiettivo di svelare presunti complotti massonici e di dimostrare i legami dei liberi muratori con gli ebrei, istillando quanto piu’ possibile nei loro confronti paura, odio e disprezzo. Allo stesso scopo vennero anche girati ben 176 docu-film e persino emessi annulli e francobolli speciali.
Per dare la caccia ai massoni, bollati come una minaccia da eradicare, fu creata inoltre una divisione speciale delle SS , posta sotto il comando diretto del capo dei Servizi di sicurezza Reinhard Heydrich, e ad una equipe di ricercatori venne affidato il compito di studiare i documenti confiscati alle logge. Gran parte di quel materiale fu rinvenuto dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale dall’Armata Rossa in Slesia e portato a Mosca. Il resto si trova, convertito in microfilm, conservato nel Museo dell’Olocausto di Washington.