Napoli 8 ottobre 2011 – Convegno “Dalla Campania per l’Italia”.

Napoli 8 ottobre 2011 – Convegno “Dalla Campania per l’Italia”.

Convegno partenopeo del Grande Oriente per il 150esimo dell’Unità d’Italia

“Unità d’Italia. Dopo 150 anni per restare insieme”. L’8 ottobre le celebrazioni del Grande Oriente d’Italia sono giunte a Napoli e il Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili di Campania–Lucania ha riservato ai festeggiamenti un’intera giornata.

Le attività hanno avuto inizio alle ore 10, nella storica casa massonica di Galleria Umberto I (numero civico 27) che, allestita in modo particolare per l’occasione, è stata aperta al pubblico per consentire ai non massoni di entrare in contatto con il suggestivo ‘mondo’ della Massoneria. Alle 13 un light lunch è stato servito negli stessi locali per tutti i presenti che, insieme ai responsabili, si sono recati a Palazzo Reale per seguire il talk show “Dalla Campania per l’Italia” con inizio alle ore 15.

Alessandro Cecchi Paone ha condotto i lavori, introdotti da Paolo Peluffo, coordinatore del Comitato nazionale per le celebrazioni del 150° indette dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con la partecipazione di Valerio Zanone, Piero Craveri, Santi Fedele, Renata De Lorenzo, Valentina Pattavina e Italo Moscati. Prima delle conclusioni del Gran Maestro Gustavo Raffi, la rappresentazione “Processo a Murat”.

Info: Achille Castaldi ( 340 582 4390 – 150enario.goinapoli@gmail.com )

 

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Genova 28 settembre 2011 – Inaugurazione di sei monumenti risorgimentali di Genova

Genova 28 settembre 2011 – Inaugurazione di sei monumenti risorgimentali di Genova

Saranno inaugurati mercoledì 28 settembre il sei monumenti risorgimentali di Genova., a conclusione degli interventi di restauro cui sono stati sottoposti in questi mesi. Tra essi spicca il monumento a Giuseppe Mazzini, che domina Piazza Corvetto. La statua del grande pensatore è collocata sulla sommità di una colonna dorica, in atteggiamento pensieroso e con le braccia conserte, mentre con una mano tiene alcuni fogli, forse un proclama. Le due figure allegoriche ai lati del basamento, classicamente panneggiate, raffigurano il Pensiero e l’Azione.
In contrasto rispetto al suo nome maschile, il Pensiero ha sembianze femminili, gli occhi fissi a un ideale remoto e le sopracciglia aggrottate, in atteggiamento malinconico; la figura è seduta, il braccio destro, poggiante su grossi volumi, sostiene il capo; il polso è stretto da un anello di catena spezzata, mentre con la sinistra trattiene alcuni fogli.
Anche la seconda figura allegorica, l’Azione, ha sembianze opposte alla femminilità del suo nome: è infatti una figura maschile e vigorosa: raffigurato in piedi, un giovane dall’aspetto fiero e risoluto, ha una mano sul fianco, mentre con il braccio destro addita lo stendardo con il motto “Dio e Popolo”. I contemporanei ne sottolinearono l’atteggiamento del tribuno che infiamma il popolo, richiamando a esso “il vessillo della battaglia e della redenzione”.
La cerimonia dell’inaugurazione si svolse il 22 giugno 1882, alla presenza di una folla immensa; bandiere, orifiamme e quadri celebravano i martiri dell’unità italiana; il monumento fu scoperto al suono dell’Inno nazionale e di altri inni patriottici, e consegnato al Municipio genovese da Aurelio Saffi e Federico Campanella, in rappresentanza del Comitato; un “colpo d’occhio incantevole”, scrisse un cronista de “L’Illustrazione Italiana” – il prestigioso periodico alla manifestazione dedicò infatti diversi articoli e illustrazioni, una delle quali scelta perfino come immagine d’apertura del numero del 25 giugno 1882 – , rilevando quasi con stupore come tutto si fosse svolto in perfetto ordine, senza “grida repubblicane” (furono anzi notate molte bandiere con lo stemma reale).
Oggetto dell’intervento di restauro è stato riqualificare un gruppo scultoreo con problemi di trascuratezza che il restauro ha provveduto a risolvere. Le vecchie operazioni di manutenzione da tempo richiedevano un deciso rinnovamento, le patine del tempo si erano nascoste sotto lo strato di polvere e smog, i marmi avevano perso la pellicola di sacrificio che era necessaria alla protezione dei medesimi.
Successivamente al restauro lo spettatore può ora leggere nel gruppo scultoreo i naturali segni del tempo, individuando le patine del metallo che si sono combinate con la struttura del marmo, cogliendo un insieme restaurato, ripulito, sigillato e consolidato ma, al quale nulla è stato tolto per riportare in modo forzato un aspetto che ha vissuto momenti critici.
Sempre a Genova, a Piazza Corvetto, sono stati sottoposti a restauro i busti commemorativi collocati nel parco di Villetta Di Negro e dedicati a Antonio Mosto, Antonio Burlando, Aurelio Saffi, Giuseppe Cesare Abba.
Di rilievo anche il restauro della statua di Rubattino in Piazza Caricamento, di fronte alla quale è prevista la cerimonia inaugurale del 28 settembre. L’effigie è opera di Augusto Rivalta (Alessandria 1837- Firenze 1925).
L’opera è realizzata in bronzo e il basamento in granito di Baveno. Ricorda il primo armatore italiano di vascelli a vapore – i “pironavigli” citati nell’iscrizione – Raffaele Rubattino (Genova 1810-1881) fondava nella sua città natale, l’anno 1838, l’omonima società di navigazione che a partire dal 1851 attivò un regolare collegamento con la Sardegna (mentre ad un successivo accordo di Rubattino con l’armatore siciliano Florio si deve la fon

Napoli 30 settembre 2011 – Mostra a Napoli per il 150° dell’Unità

Napoli 30 settembre 2011 – Mostra a Napoli per il 150° dell’Unità

Mostra promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Unità tecnica di Missione per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, nell’ambito delle celebrazioni previste per la ricorrenza, con la Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, artistici ed etnoantropologici per Napoli e Provincia – Palazzo Reale, in collaborazione con Prefettura di Napoli, Comune di Napoli e Fondazione Valenzi.
A cura di Luigi Mascilli Migliorini e Anna Villari

Una grande esposizione invita a riflettere sui sessant’anni che hanno preceduto il Plebiscito dell’ottobre del 1860. Dalla Rivoluzione del 1799, ai moti del ’48 alla spedizione dei Mille. Quattro generazioni di meridionali che hanno vissuto e creato la Storia e l’hanno intessuta di infinite, piccole e grandi storie. Una mostra dove documenti, quadri, cimeli unici, molti mai esposti, non sono solo pezzi museali ma tornano a vivere e a trasmettere l’emozione del momento. E, insieme, un grande esperimento di multimedialità per far entrare il visitatore nel cuore vero dei fatti.

Tutto termina ed inizia sotto la pioggia. Quella che cadeva il 21 ottobre 1860, con Garibaldi vincitore e sconfitto che, un passo dietro a Vittorio Emanuele, vive le acclamazioni della folla ma che già progetta il ritiro a Caprera. Con la proclamazione dei risultati di quel Plebiscito, “Da Sud. Le radici meridionali dell’unità nazionale” chiude il suo percorso. Ad aprirlo sono invece le immagini, bellissime e solari di Napoli e del Mezzogiorno, considerato il “Giardino d’Europa”, trasmesse dai pittori del Grand Tour. In mezzo, sessanta anni di storia e cronaca, dagli ultimi bagliori dell’Illuminismo alla Rivoluzione del 1799, dal Quarantotto ai Mille, quattro generazioni di meridionali che si sono spesi per gli ideali di libertà.
Attraverso i ripetuti fallimenti, le tragiche repressioni, le speranze deluse, una profonda e radicata ansia di libertà ha trovato nell’idea dell’Italia unita il suo progetto storico. Queste generazioni, succedendosi, sono così diventate una delle principali radici di quel grande processo che chiamiamo Risorgimento nazionale. Lo sono diventate attraverso storie di vita generose, che ci parlano di giovani che incontrano la morte con serenità, di adulti (talvolta di vecchi) che affrontano il vagabondare dell’esilio senza ripensamenti, di carceri che sono vere e proprie tombe di vivi, di sconfitte che valgono più delle vittorie, tanto forte è la lezione morale che da esse può ricavarsi.
Partendo da quel “Giardino d’Europa” che è l’immagine affascinante – ma fuorviante – con la quale l’Europa guarda al Sud e giungendo fino a quel giorno di pioggia che fa da sfondo al Plebiscito unitario dell’ottobre 1860, la Mostra prova a raccontare queste storie, e la storia più grande che ne è ovviamente, cornice, utilizzando registri narrativi diversi, che ora toccano il mondo più tradizionale della raffigurazione pittorica o della documentazione storica, ora utilizzano soluzioni evocative e strumenti comunicativi multimediali per trasmettere il sentimento di che cosa significò essere meridionali e patrioti nella prima metà dell’Ottocento.
La ragione e il sentimento che sono chiamate in causa dalle sollecitazioni della Mostra appaiono tanto più necessari oggi che in una Italia tentata da seduzioni separatiste e in un Mezzogiorno attratto da nostalgie neoborboniche, scolorisce la consapevolezza della forza morale e della concretezza storica che ebbe il patriottismo meridionale. Esso non fu subalterno ai disegni che maturarono altrove nell’Italia dell’Ottocento, né fu soggetto supino di avventure e conquiste esterne ad esso. Il Mezzogiorno volle l’Unità d’Italia e fu determinante nel realizzarlo, e nel modo in cui esso si realizzò. Da Sud, dunque, non si scrive né una storia minore né una storia di

L’Aquila 25 giugno 2011 – Convegno “Dall’Abruzzo per l’Italia”.

L’Aquila 25 giugno 2011 – Convegno “Dall’Abruzzo per l’Italia”.

Il 25 giugno si terrà a L’Aquila, a partire dalle ore 10.30, presso l’Auditorium Carispaq “Sericchi” – Centro Direzionale Strinella , il Convegno pubblico intitolato: “Dall’Abruzzo all’Italia” inserito nel progetto “Unità d’Italia. Dopo 150 per restare insieme” promosso dal Grande Oriente d’Italia.

L’evento ha ottenuto il patrocinio della Regione Abruzzo, della Provincia dell’Aquila, del Comune dell’Aquila, dell’Archivio di Stato di Pescara, della Cassa di Risparmio dell’Aquila e del Collegio dei MMVV dell’Abruzzo e Molise.

 

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I primi trent’anni della “Guglia d’Abruzzo”.

 

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Reggio Calabria 18 giugno 2011 – Convegno “Dalla Calabria per l’Italia”.

Reggio Calabria 18 giugno 2011 – Convegno “Dalla Calabria per l’Italia”.

Il 18 giugno 2011 presso Teatro Comunale “F. Cilea” di Reggio Calabria, Corso Garibaldi, si svolgerà il Convegno, aperto al pubblico, “Dalla Calabria per l’Italia” inserito nel progetto “Unità d’Italia. Dopo 150 per restare insieme” promosso dal Grande Oriente d’Italia.

 

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Roma 14 giugno 2011 – (Adnkronos) Unità d’Italia: Giuliano Amato, insieme per progettare un futuro da costruire.

Roma 14 giugno 2011 – (Adnkronos) Unità d’Italia: Giuliano Amato, insieme per progettare un futuro da costruire.

Per restare insieme, dopo 150 anni di storia unitaria, “serve la convinzione che animò quelli che l’Italia la fecero, cioè che stiamo insieme non solo perché abbiamo un passato comune, ma perché abbiamo un futuro comune per cui vale vale la pena che ci impegniamo tutti”. Lo dice all’ADNKRONOS Giuliano Amato, presidente del Comitato dei Garanti per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. “Il senso delle celebrazioni – rimarca l’ex presidente del Consiglio – è questo: chi fece l’unità d’Italia fece, sfidando i calcoli delle probabilità, una scommessa su un possibile futuro. Oggi, con tutte le difficoltà che abbiamo, sfidando ogni calcolo di probabilità dovremmo progettare un futuro positivo per tutti”.

Parlando di ‘Alfabeto Italiano. La storia al presente’, il libro scritto con Paolo Peluffo (Università Bocconi edizioni), Amato sottolinea che il volume “è stato scritto dai componenti della squadra che si occupa del 150° anniversario. E tutto uno si aspetta tranne che quelli ‘dell’Unità tecnica di missione’ si mettano a scrivere sul Risorgimento e lo facciano con tanta fantasia e tanto gusto di raccontarlo, non sulle cose note ma sulle cose non conosciute. Come il Cavour che vuole arrestare Mazzini e i poliziotti lo inseguono in una casa di una nobildonna. Mazzini è nascosto tra due materassi, questi girano per tutta la casa e non lo trovano. La mattina dopo, Mazzini sbarbato, e quindi irriconoscibile, uscirà da quella casa e al soldato che la sorveglia chiederà se ha un fiammifero per il sigaro e si allontanerà Sembra un film ma e’ la nostra storia. Noi la raccontiamo così. Come raccontiamo un Manzoni che anziché essere lì sul pero a scrivere il 5 maggio o altre Odi, sta coltivando fiori perché è l’unica cosa che cura la sua ansia e la sua depressione, e almeno non balbetta. L’Italia come ogni storia e’ fatta anche di questo. E lo facciamo conoscer”.

Per il presidente del Comitato dei Garanti per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, che questa sera ha presentato ‘Alfabeto italiano’ alla Sala Stampa Estera, a Roma, con Paolo Peluffo e Stefano Folli, al nostro Paese “manca l’unità economica, che non è mai stata realizzata. Il Sud è cresciuto in questi 150 anni, ma non è riuscito mai a raggiungere il Nord. Questa è una incompiutezza italiana”. L’altra incompiutezza “è questo continuo ritornare all’idea che in fondo siamo così diversi che non dovremmo essere uniti. Un’idea profondamente sbagliata perché non tiene conto del fatto che queste nostre diversità, a partire da quelle gastronomiche, danno luogo alla cucina italiana. L’arte italiana, la cultura italiana e la lingua – conclude Amato – sono tutte fusioni di queste diversità”.

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(AdnKronos) 14 GIU 2011

Genova 13 giugno 2011 – Mostra “Il giuramento per l’Italia. Da Manzoni a Mazzini”.

Genova 13 giugno 2011 – Mostra “Il giuramento per l’Italia. Da Manzoni a Mazzini”.

Mostra promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Unità Tecnica di Missione per le celebrazioni del Centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia e dal Comune di Genova – Istituto Mazziniano-Museo del Risorgimento.

a cura di Giuseppe Monsagrati, Paolo Peluffo, Raffaella Ponte, Anna Villari in collaborazione con Pietro Finelli e la Domus Mazziniana di Pisa.

Arte, letteratura e musica, da sempre, hanno celebrato l’atto del giuramento. Di per sé nessun giuramento crea una Nazione, ma – in quanto espressione di una libertà collettiva – è il presupposto per la sua fondazione. Per Mazzini è il “patto che affratella” e nella sua Casa una mostra documenta i Giuramenti per costruire la nazione, da quello medievale di Pontida, riletto in chiave risorgimentale, a quello della Giovine Italia.

Comunicato Stampa

“Il giuramento per l’Italia. Da Manzoni a Mazzini” è il titolo della mostra che l’Unità Tecnica di Missione per i 150 dell’Unità d’Italia e l’Istituto Mazziniano – Museo del Risorgimento propongono a Genova dal 23 giungo al 3 settembre 2011. Ad ospitarla è la Casa Natale di Giuseppe Mazzini, sede del Museo del Risorgimento – Istituto Mazziniano (via Lomellini 11) e a idearla e curarla sono Giuseppe Monsagrati, Paolo Peluffo, Raffaella Ponte, Anna Villari, in collaborazione con Pietro Finelli e la Domus mazziniana di Pisa. Arte, letteratura e musica, da sempre, hanno celebrato l’atto del giuramento.
Nella varia dotazione simbolica di cui è ricca la cultura dell’Italia risorgimentale, il giuramento rappresenta un momento di grande solennità e sancisce in genere la promessa, stretta tra uguali, di restare uniti fino al conseguimento della libertà per tutti.
Come patto di fedeltà ha una vasta gamma di precedenti, da quelli mitici (giuramento del Grütli, che nel 1291 lega in alleanza i tre cantoni che danno origine alla Confederazione elvetica) a quelli storici (giuramento di Pontida, 1167, con cui i Comuni lombardi si alleano contro l’imperatore). Poiché è la conclusione di un atto spontaneo e ha come obiettivo la conquista o la conservazione della libertà, il giuramento dei congiurati è ben diverso dal giuramento che si presta alla monarchia, il quale lega i sudditi a un sovrano assoluto (e come tale negatore della libertà) sulla base della semplice appartenenza al suo regno; il giuramento evocato nel Risorgimento, da Manzoni come da Berchet, affonda le sue radici nel Medio Evo e fa appello alla “antica virtù” che è quella dei liberi Comuni.
Il giuramento che in Mazzini sancisce il vincolo dell’affiliato con la Giovine Italia, è invece una promessa che ha i suoi antecedenti ideali nella Roma repubblicana (J.-L. David, Giuramento degli Orazi) o nella Francia della grande Rivoluzione (1789, Giuramento della Pallacorda col quale i deputati dell’Assemblea si impegnano a restare uniti fino all’ottenimento di una nuova Costituzione).
In Mazzini, in particolare, rappresenta il momento conclusivo della procedura di iniziazione al patriottismo e stabilisce tra quanti lo prestano un rapporto di fratellanza destinato a durare anche a costo della vita e finché non si sia creata la nazione: affiliarsi è una libera scelta, giurare comporta un vincolo inestinguibile di fedeltà. Di per sé il giuramento non crea la nazione ma, in quanto espressione di libertà collettiva, è il presupposto immancabile per la sua fondazione; è, in un certo senso, il momento di massima tensione morale verso l’assunzione di un obbligo che fa da collante per ciò che si vuole edificare.
La mostra allestita all’Istituto Mazziniano sottolinea l’importanza di questo atto nella sua evidente natura di accordo fra individui liberi aventi come obiettivo quello di fondare la nazione su basi di una concordia civica non forzata.
Così avvenne a Ponti

Roma 14 giugno 2011 – Presentazione del libro “Alfabeto italiano: la storia al presente”.

Roma 14 giugno 2011 – Presentazione del libro “Alfabeto italiano: la storia al presente”.

Alfabeto italiano: la storia al presente
Martedì 14 giugno, ore 18.00
Sala Stampa Estera – Via dell’Umiltà 83/C – Roma

Dalla A alla Z, i tanti fatti, le mille storie, i molti luoghi, le reali persone, spesso non considerati, talvolta resi invisibili, narrati nello loro esssenzialità, come appunti su un diario. Voci che danno voce a ciò che è accaduto nella storia in Italia e agli Italiani, perchè, soprattutto i giovani, possono ricercare un senso allo stare insieme come italiani, Italiani in Europa, Italiani nel mondo.

Partecipano
Giuliano Amato, Presidente del Comitato dei Garanti per le celebrazioni del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, Paolo Peluffo, Consulente del Presidente del Consiglio dei Ministri per le celebrazioni del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia.

Modera
Stefano Folli, Editorialista, Il Sole 24 Ore
Per informazioni e per comunicare la propria adesione: 02 5836 5752 | egea.press@unibocconi.it

 

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