Categoria: Eventi del 150°
20 marzo 2011 – (La Nazione) «La Massoneria fuori dal cerimoniale».
«La Massoneria fuori dal cerimoniale» 150° Il Comune cerca di rimediare.
Non si fa attendere la risposta del Comune alla nota di disappunto inviata da Massimo Bianchi per il mancato invito della Massoneria alla seduta solenne del consiglio comunale dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia.
Il Comune s’appella alla legge 29 giugno 2010 n. 100. «L’organizzazione delle feste collegate al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, è stata assorbita nell’ambito del cerimoniale previsto per le cerimonie nazionali» risponde il Comune «nello specifico, l’art. 5 di succitato decreto, nell’ambito delle sette categorie previste per le autorità che rivestono cariche pubbliche, individua 122 classi di autorità all’interno delle quali non è ricompreso il presidente della Massoneria Oriente di Livorno». «L’elevato contenuto istituzionale della cerimonia ha indotto gli uffici ad una interpretazione rigorosa del cerimoniale, senza che questo riflettesse un giudizio di valore storico. Nessun vulnus quindi, ma l’impegno di organizzare con la Massoneria un convegno che sia momento di riflessione sul contributo di idee dato dalla Massoneria al processo di unificazione nazionale».
(La Nazione) 20 MAR 2011
19 marzo 2011 – (Il Resto del Carlino) Parole shock sull’Unità d’Italia.
Povera Patria. Nello stesso giorno in cui si festeggiava il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, l’assessore provinciale alla cultura e alla pubblica istruzione Andrea Antonini (Pdl) se n’è uscito sul suo profilo di Facebook con un «Sardo-piemontesi massoni, giacobini e assassini», invocando poi addirittura il Regno delle due Sicilie come modello di stato alternativo a quello portato dai vari Cavour, Mazzini e Garibaldi un secolo e mezzo fa. Parole che hanno fatto insorgere il capogruppo del Pd, Emidio Mandozzi, che nella sua risposta, prima cita le parole dette durante le celebrazioni di giovedì dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano («Reggeremo alle prove che ci attendono, come abbiamo fatto in momenti cruciali del passato, perché disponiamo anche oggi di grandi riserve di risorse umane e morali. Ma ci riusciremo ad una condizione: che operi nuovamente un forte cemento nazionale unitario, non eroso e dissolto da cieche partigianerie, da perdite diffuse del senso del limite e della responsabilità») e poi auspica le dimissioni di Antonini dalla sua carica di assessore.
«Il sacrificio di tanti italiani morti per un’unica bandiera ed un’unica patria ha dichiarato Mandozzi , non può essere bistrattato e vilipeso così come ha fatto Antonini, che a mio avviso per quelle parole dovrebbe dimettersi da assessore di una istituzione della Repubblica Italiana quale la Provincia». Se dal fronte istituzionale il solo ad esporsi è stato Mandozzi, su Facebook le parole dell’assessore hanno scatenato una valanga di commenti, tra chi sosteneva la verità di quelle parole, ricordando l’uccisione dei briganti e altre amenità sul Risorgimento e chi, invece, si dichiarava fedele al Tricolore e fiero di quanto successe centocinquant’anni fa, tirando in ballo anche la figura dei partigiani, pericolosi estremisti che avrebbero voluto trainare il paese verso l’Unione Sovietica per alcuni e patrioti per altri. La cosa bizzarra, sottolineata tra l’altro anche da Antonini nella sua infelice dichiarazione sul social network, è che, dopo anni di incertezze e opposizioni, questa volta il centrosinistra si è riscoperto patriottico, mentre il centrodestra sta portando a galla la sua metà oscura filoborbonica e antiunitaria.
(Il Resto del Carlino) 19 MAR 2011
19 marzo 2011 – (Il Tirreno) Noi massoni in prima linea eppure lasciati fuori dalla porta.
Probabilmente alle sedute solenni dei consigli comunale e provinciale mancavano solo gli eredi degli Zuavi di Pio IX, la Militia Christi che ogni anno manifesta il 20 settembre contro Porta Pia e qualche esponente della nobiltà papalina. Per il resto la cronaca ci informa di un parterre assai affollato. Mi spiace – e lo ritengo un vulnus alla storia di questa città – che gli Uffici del Cerimoniale degli enti locali non abbiano invitato il presidente dell’Oriente di Livorno – che ovviamente non sono io – rappresentante di quella Massoneria che vide la partecipazione di gran parte dei patrioti di cui si celebra giustamente il ricordo. Una scortesia che voglio benevolmente attribuire alla scarsa propensione per lo studio della storia patria in generale e di quella locale in particolare. Naturalmente anche se impediti a farlo con i rappresentanti della nostra Comunità, celebriamo e festeggiamo l’unità e l’indipendenza nazionale.
Massimo Bianchi (Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani)
(Il Tirreno) 19 MAR 2011
19 marzo 2011 – (Gazzetta del Sud) La Massoneria del GOI e l’Unità d’Italia- I ringraziamenti al sindaco Salvatore Perugini: «Esempio di laicità».
La Massoneria rivendica il proprio ruolo centrale nella storia del Risorgimento italiano. Un ruolo che il gran maestro aggiunto del Grande Oriente d’Italia, Tonino Perfetti, reclama a piena voce nel giorno in cui si celebra il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
«Al processo di unificazione abbiamo contribuito grandemente attraverso i nostri figli che sono stati sacrificati sull’altare della Patria. Questo è stato messo in ombra – afferma Perfetti – e non pienamente valorizzato nelle manifestazioni svoltesi ieri perchè, ritenendo gli amministratori che i festeggiamenti siano parte esclusiva dell’attuale apparato statale, non hanno dato posto alla voce dalla massoneria tramite il suo maestro aggiunto presente nella città. I massoni cosentini hanno partecipato in maniera massiccia alla manifestazione svoltasi nel Vallone di Rovito non per celebrare il passato, non per piangere il loro dolore, ma per trovare forza nell’insegnamento di quei martiri ed in particolare, nell’insegnamento di Emilio Bandiera, il quale diceva: “Dobbiamo studiare la storia non tanto per conoscere il nostro passato, quanto per prevenire il futuro”».
Perfetti, poi, aggiunge: «L’unico intervento nel quale è stata ben sottolineata l’opera della Massoneria italiana è stato quello del sindaco, Salvatore Perugini, che ha posto in rilievo come furono gli ideali di uomini che si abbeverarono agli insegnamenti della Massoneria a creare un terreno fertile per pervenire all’unità del nostro popolo. É stato lo stesso sindaco, la sera prima, a dare il suo benvenuto nella città a tutti i rappresentanti della Massoneria calabresi». In città si sono riuniti in occasione dell’anniversario i rappresentanti di quasi tutte le logge calabresi e delle dodici logge bruzie.
«Un ringraziamento particolare voglio rivolgere a Salvatore Perugini per la laicità mostrata in occasione dell’incontro avuto con i rappresentanti dell’Obbedienza del Goi. A fronte delle prospettive di qualche ideologia che cerca di minare l’unità d’Italia, i massoni sono qui ancora una volta a testimoniare i valori risorgimentali che impediscono l’affermazione di ideologie velleitarie».
(Gazzetta del Sud) 19 MAR 2011
18 marzo 2011 – (Il Messaggero) Giuseppe Garibaldi massone, anticlericale e criminale.
Lanciano. «Giuseppe Garibaldi massone, anticlericale e criminale che arruolò bambini, dagli 8 ai 15 anni, nei garibaldini. L’Italia ha 2000 anni, non 150. E non c’è nulla da festeggiare, c’è un Italia da salvare». È la provocazione, con decine di cartelli affissi sui muri, fatta ieri ad Atessa dal gruppo Forza Nuova – Sangro Aventino. Ognuno insomma ha festeggiato l’Unità a modo suo. Non è solo questione di Lega Nord. Ad Atessa i militanti di Fn hanno così contestato, alle prime luci dell’alba, l'”Eroe dei due Mondi”. «Abbiamo voluto descrivere – dicono a Fn – la vera e mai narrata storia di Giuseppe Garibaldi, i suoi crimini compiuti in Sudamerica e in Europa, la sua appartenenza alla Massoneria e il suo fanatico anticlericalismo; e ancora le crude verità sulla Spedizione dei Mille e sul falso mito del Risorgimento Italiano».
Forza Nuova ha inoltre voluto rimarcare che l’Italia ha 2000 anni, in quanto unita amministrativamente già dall’Imperatore romano Augusto e spiritualmente dal Cristianesimo, e che, dunque, non c’è nulla da festeggiare per i 150 anni. E non è finita; attraverso il suo consigliere comunale Luigi Marcolongo, Fn presenterà una proposta di cambiamento dell’intitolazione della piazza a Garibaldi a favore di San Rocco; «come d’altronde è chiamata abitualmente, si spiega, dalla maggior parte degli atessani». Domani si torna sull’intero argomento con l’annunciato volantinaggio di Lotta Studentesca al locale Istituto d’Istruzione Superiore “S. Spaventa”. Ma Atessa ha avuto anche le sue ricche manifestazioni ufficiali per la “Notte del Tricolore” con la banda nazionale dei vigili del fuoco e fuochi pirici e fino al 27 c’è una mostra sul Risorgimento a palazzo Ferri.
(Il Messaggero) 18 MAR 2011