Villa Il Vascello, sede nazionale del Grande Oriente d’Italia, sabato 21 settembre ha aperto i suoi cancelli al pubblico, che ha potuto partecipare a una serie di visite guidate all’interno della residenza e del magnifico parco. Tantissimi i visitatori che hanno preso parte ai tour organizzati dal Goi insieme alla Fondazione Grande Oriente d’Italia. Un successo a conferma dello straordinario fascino che questo autentico scrigno di storia e bellezza esercita. La Villa, che domina il colle del Gianicolo e che con il suo parco si estende tra l’attuale via delle Fornaci ed un tratto della via Aurelia Antica fino alla Porta S. Pancrazio, occupa una posizione che è stata di grande importanza strategica per Roma, fin dall’antichità.
Il progetto originale
L’antica e sontuosa dimora fu progettata e costruita tra il 1663 e il 1665 da Plautilla Bricci, grande pittrice formatasi all’Accademia di San Luca, prima donna architetto della storia, che realizzò, come testimoniano ormai soltanto i suoi disegni, un edificio unico d’arte barocca, con la supervisione di una vera archistar dell’epoca, Gian Lorenzo Bernini, che ne immaginò la struttura come una nave. Da qui il nome Il Vascello. Una “nave” che fu difesa con coraggio e determinazione palmo a palmo nel 1849 dai garibaldini contro le truppe francesi e le cui rovine divennero emblema di un momento drammatico ed eroico, e degli ideali della Repubblica Romana del 1849. Oggi è uno splendido spazio, che esprime magia, armonia, e trasmette inviti alla pace e alla libertà, quella per la quale combatterono i patrioti “senza speranza di vincere”, cui è dedicata una epigrafe rinvenuta nel giardino.
La difesa di Roma
Il Vascello, completamente distrutto durante la difesa di Roma, non venne mai ricostruito cosí come era stato in origine e i ruderi divennero simbolo araldico dei Medici, elevati al titolo di marchesi ai quali la proprietà fu destinata. Sulla ex limonaia venne edificato da Guido Beretta un villino sul modello rinascimentale per eccellenza, la villa Farnesina. Il Grande Oriente acquistò la villa nel 1980, sottoponendola a restauro nel corso del tempo. Gli ultimi lavori si sono conclusi da poco e sono stati mirati ad adeguare l’edificio alle nuove esigenze tecnologiche e alla sua funzione istituzionale, tenendo conto del patrimonio storico e culturale che racchiude e rappresenta, con la sua Biblioteca, allestita al pianterreno e decorata sul soffitto con gli emblemi massonici della squadra e del compasso e del cielo stellato, con l’archivio, che è stato trasferito al primo piano in un vano dotato di una nuova scaffalatura in legno e vetro per la conservazione delle buste di documenti e con la sede della Fondazione che occupa le sale più belle del palazzo. E’ stato risistemato anche il parco dominato da un meraviglioso tiglio, il più antico di Roma. I muretti e i terrazzamenti sono stati consolidati, i viali riconfigurati e create nuove scalinate. Un luogo simbolico in cui si uniscono il Villino e il giardino è poi portico, dove sono stati collocati i busti di alcuni Gran Maestri: Giuseppe Garibaldi, Ernesto Nathan, Domizio Torrigiani, Ugo Lenzi e Adriano Lemmi, accompagnati da un’epigrafe dedicata a Ennio Battelli. Alla Casa madre del Goi, la storica dell’arte Carla Benocci ha dedicato nuove importanti ricerche, raccolte nel volume “Villa il Vascello” (Edizioni Artemide).