Eugenio Chiesa, 12-01-1930/22-06-1930
Milanese, nato il 18 novembre 1863, Eugenio Chiesa fu alla guida del Grande Oriente d’Italia in esilio dal 12 gennaio al 22 giugno 1930 data della sua morte a Giverny in Francia dove era esule dal 1926. Convinto repubblicano d’ispirazione mazziniana svolse politica attiva sin da giovanissimo. Aderì da subito nel Partito Repubblicano di cui fu, negli anni, esponente di primo piano. Collaborò anche al giornale “Italia del Popolo”. Dopo i moti del 1898 Chiesa si rifugiò prima in Svizzera e poi a Parigi ma rientrò in Italia per presentarsi al processo a suo carico, dal quale uscì assolto, per un violento articolo pubblicato sul Ribelle. Inizia in questo periodo la sua presenza politica nelle istituzioni: nel 1899 fu eletto per la prima volta consigliere comunale di Milano, mandato che gli fu successivamente confermato. Diventato uno dei maggiori dirigenti del partito repubblicano, nel congresso di Ancona del novembre 1901 fu eletto a far parte del Comitato centrale. Fu deputato per il collegio di Massa-Carrara dal 1902 al 1926.
Eugenio Chiesa fu volontario nella Prima guerra mondiale e commissario generale per l’Aeronautica nel 1917. Subito dopo la Marcia su Roma cominciò a opporsi attivamente al fascismo fino a essere perseguitato dal regime. Nel 1926 Chiesa fu costretto a lasciare l’Italia per l’esilio; la sua casa fu devastata, fu dichiarato decaduto da deputato assieme agli altri esponenti dell’opposizione, la sua azienda fu liquidata. Visse ad Annemasse, poi a Sèvres, nelle vicinanze di Parigi, infine a Giverny, in Normandia, dove avrebbe dovuto assumere un modesto impiego di contabile avendo esaurito tutti i suoi averi. Nel 1927, quando il partito repubblicano fu ricostituito in esilio, Chiesa fu chiamato a far parte della direzione e il suo nome si legò indissolubilmente alla concentrazione antifascista, di cui fu uno dei promotori.
L’ingresso di Eugenio Chiesa nella Massoneria del Grande Oriente d’Italia risale al 6 agosto del 1913 nella Loggia Propaganda Massonica di Roma, che raggruppava tradizionalmente figure particolarmente di spicco della società civile e politica, ricevendo il grado di maestro il 26 ottobre del 1918. Con la legge del 26 novembre del 1925 – varata dal governo fascista per sopprimere le libere associazioni e passata alla storia come la “legge contro la massoneria” – le logge del Grande Oriente d’Italia sospesero i lavori con decreto del Gran Maestro Domizio Torrigiani. Ma lo spirito massonico non si spense continuando ad alimentare gli esuli massoni a Londra e a Parigi che poi diedero vita, nella capitale francese, al Grande Oriente in esilio. Eugenio Chiesa fu tra i suoi promotori e anche guida suprema dal 12 gennaio 1930, data di fondazione del Grande Oriente d’Italia a Parigi, fino al 22 giugno successivo, giorno della sua morte, con la carica di secondo Gran Maestro Aggiunto non potendo assurgere alla carica di Gran Maestro per rispetto al Gran Maestro Domizio Torrigiani, ancora in vita e all’epoca confinato dal fascismo a Ponza, e nemmeno di primo Gran Maestro Aggiunto, ruolo ancora ricoperto formalmente da Giuseppe Meoni che si trovava in Italia sotto sorveglianza poliziesca dopo essere stato liberato dal confino.
Eugenio Chiesa morì a Giverny ma le esequie furono celebrate a Parigi con la partecipazione di tutti gli antifascisti in esilio. Le sue ceneri furono traslate a Milano il 30 aprile 1950. I suoi scritti fondamentali, editi e inediti che vanno dal 1904 al 1929, furono pubblicati da sua figlia Mary Tibaldi Chiesa nel volume “La mano nel sacco” (1946).