Villa Sarsina, sede del comune di Anzio, ha ospitato martedì 27 settembre il convegno organizzato dal Grande Oriente d’Italia e dalle associazioni Ramo d’Oro di Anzio e Unione e Benevolenza di Salerno sul significativo tema: “Anzio, una via verso la Libertà”. È stata una bella occasione, a 72 anni dallo sbarco anglo-americano nel Lazio, per celebrare i 70 anni della Repubblica Italiana e ricordare le migliaia di soldati che persero la vita nella cittadina laziale per liberare il Paese dal nazifascismo.
Le celebrazioni ad Anzio sono state aperte con la visita al cimitero americano di Nettuno. Qui il Gran Maestro Stefano Bisi, accompagnato dal presidente del Collegio dei Maestri Venerabili del Lazio, Franco Conforti, dal consigliere dell’Ordine Leopoldo Muratori, dai presidenti del Ramo d’oro e dell’Unione e Benevolenza di Salerno e da numerosi fratelli, ha deposto una corona di fiori ai piedi del monumento che ricorda i fratelli in armi. Emozionante la visita all’interno della cappella sulle cui pareti di marmo sono incisi nome, grado, stato d’appartenenza e stato d’ammissione al servizio militare di 3.094 dispersi: 2.031 dell’esercito e dell’aviazione, 1.063 della marina. Bella la frase sopra l’abside che recita: “Qui sono registrati i nomi degli americani che hanno dato la vita al servizio del loro Paese e che riposano in tombe sconosciute”. La delegazione del Grande Oriente dopo i saluti da parte del vice direttore del cimitero americano si è recata al sacrario campo della memoria che conserva le salme dei caduti del Battaglione “Barbarigo” X Mas dove è stata collocata un’altra corona di fiori. Analoga cerimonia si è infine svolta nel sacrario del cimitero inglese.
Emozionante la visita al Museo dello sbarco di Anzio, dove il Gran Maestro Bisi, e’ stato accolto dal direttore Patrizio Colantuono che ha illustrato con dovizia di particolari il giorno dello sbarco attraverso la grande carta murale che ricostruisce le fasi dell’evento bellico, le forze in campo, le divise, i giornali dell’epoca.
Dopo una visita nella casa massonica di Anzio dove i fratelli del Ramo d’Oro hanno allestito il Tempio della fratellanza e la firma apposta sul libro d’oro degli ospiti da parte del Gran Maestro, la delegazione ha raggiunto Villa Sarsina dove si sono aperti i lavori del convegno organizzato nell’ambito delle celebrazioni per i 70 anni della Repubblica.
Sergio Trojse, presidente del Ramo d’Oro, e Carlos Grinberg, presidente dell’Unione e Benevolenza, hanno aperto i lavori del convegno che e’ stato coordinato da Elia D’Intino. Molto interessanti le relazioni che, dopo i saluti portati dal presidente del Collegio dei Maestri Venerabili del Lazio, Franco Conforti, dall’assessore alla Cultura Laura Nolfi, e dal presidente del Museo dello sbarco Patrizio Colantuono, si sono susseguite nella sala del consiglio comunale. Il professor Pietro Cappellari e il professor Carlo Ricotti hanno ricostruito il momento storico, geopolilitico e militare che ha portato allo sbarco di Anzio e alla successiva presa di Roma. Il dottor Ottavio Perricone ha invece ricordato gli albori della presenza massonica ad Anzio con la costituzione della Loggia Achille Ballori ed ha ricordato la figura di Amilcare Cipriani, il più illustre concittadino appartenuto alla Massoneria.
Nelle conclusioni finali il Gran Maestro Bisi ha ricordato il grande significato dello sbarco di Anzio e la commovente storia di Angelita. “Quando al Museo dello sbarco – ha detto il GM – ho visto la pagina del giornale che ricordava Angelita, la ragazzina che un soldato scozzese cercava sul fronte di Anzio e che è stata ricordata in una famosa canzone, mi sono venuti i brividi. Così come nel visitare i cimiteri americano, inglese e della decima Mas. I morti sono tutti uguali e vanno ricordati per superare le divisioni del passato, perché ci insegnano a guardare avanti e cercare il dialogo, la pace, la fratellanza fra tutti gli uomini. Credo che la scelta di Anzio, città che il Grande Oriente d’italia ha inserito nell’ambito delle iniziative decise per ricordare i 70 anni della Repubblica , sia stata particolarmente azzeccata. E da Anzio oggi riparte forte un messaggio di condivisione dei grandi valori della Repubblica scritti nella nostra Costituzione che, come disse Piero Calamandrei in un suo celebre discorso agli studenti milanesi, e’ un testamento di centomila morti. Una Costituzione da amare e che ci ricorda diritti e doveri. Ecco perché ricordare Anzio, lo sbarco, i morti, e’ doveroso. I giovani devono amare la Libertà e difenderla, perché essa è il bene più grande che esista”.
(A.D.R.)