Bocciatura su tutta la linea per la classe dirigente definita incapace: “Se questa è la seconda Repubblica…”
“Bisogna tenere lontano dalle nostre fila figli e parenti dei malavitosi. Lasciamo che sia la Chiesa a recuperare le pecorelle smarrite. Non chiedo a nessuno di fare l’eroe, ma ci sono numerosi strumenti per evitare affiliazioni indesiderate”.
Messaggio forte, chiaro, inequivocabile, lanciato dal gran maestro del Grande Oriente d’Italia (Goi), Gustavo Raffi, ieri in città per un convegno su un tema tanto attuale quanto importante: “Giovani, legalità e cultura. La Calabria che vogliamo”. In mattinata ha dialogato con i giornalisti, anticipando i temi della riflessione pomeridiana, e affrontando l’attualità politica e il presente della fratellanza. A cominciare dall’ambizione e dalla necessità di coinvolgere i giovani, ai quali Raffi s’è rivolto direttamente affinché piantino un albero della legalità. “Il momento principale – ha aggiunto – è la scuola, ma non come è stata ridotta adesso. Anzitutto dev’essere un luogo di formazione e di crescita, non di acculturazione e indottrinamento, anche confessionale. La scoperta dell’errore dev’essere vista come una vittoria, non come una sconfitta. Il miglioramento del cittadino è un passo fondamentale”.
Su questa scia l’avvocato Raffi ha insistito sulla necessità di recuperare tra i banchi l’importanza dell’insegnamento dell’educazione civica. Ha poi richiamato il tema dell’Unità d’Italia, difendendo la linea piemontese: “Non si fanno passi avanti dimenticando cos’era il sud ai tempi dei Borbone. Le fabbriche resistevano perché c’era il protezionismo e il tento sbandierato treno Napoli-Portici era il trenino del Re”.
Quindi ha affondato i colpi sulla classe dirigente, definendola senza mezzi termini “non all’altezza. Se questa è la seconda Repubblica…”. Ha sottolineato la necessità di reintrodurre le preferenze e richiamato più volte il concetto del “buon governo” come un bisogno vitale per l’Italia di oggi. Non ha trascurato la realtà regionale e cittadina, chiedendo una “Calabria di uomini liberi”.
In coda più d’un concetto riferito alla vita interna alla massoneria. Dalle logge che devono essere dei laboratori e quindi dei momenti di crescita, al disagio ancora presente in parte dei “fratelli” per l’apertura della massoneria al pubblico, mostrandosi alla luce del sole. “Il grande errore del passato – ha notato – è stato pensare di avere un salvacondotto garantito da quanto fatto in passato”.
Proprio sui titoli di coda un richiamo alle polemiche nazionali con il quotidiano della Conferenza episcopale italiana che ha smentito le sue cifre e teorie su Ici e 8xMille. “Io non attacco la Chiesa – ha concluso Gustavo Raffi – ma chi permette alla Chiesa di fare quello che fa”. E una frenata sul ruolo di Cosenza quale capitale della massoneria: “Non ci sono capitali, si è tutti sullo stesso piano”.
Il dialogo tra i cronisti e il gran maestro del Goi, moderato dal giornalista Sergio Tursi Prato, e a cui hanno assistito tra gli altri gran maestri onorari Ettore Loizzo e Ugo Bellantoni, sarà trasmesso da Tele Italia giovedì alle 21.20 e domenica alle 13.
(Gazzetta del Sud) 4 SET 2011