Nella crisi dei tempi, oggi più più che mai segnata da una catastrofe ambientale che minaccia il pianeta e da una pandemia che ha colpito l’umanità intera, c’è bisogno di ritornare a riconnettersi con il mondo, con l’anima del mondo, riscoprendo l’antica tradizione, dalla quale il nostro cammino si è discostato. Questo è il messaggio, lanciato dal Gran Maestro Stefano Bisi, nel sintetizzare il senso dell’incontro organizzato il 17 novembre dal Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia con Silvia Ronchey dedicata a due storie straordinarie distanti nel tempo tra loro, ma legate da un saldo filo rosso: la prima su Ipazia, matematica, astronoma, filosofa, influente politica, sfrontata e carismatica maestra di pensiero e di comportamento. La seconda scritta da un misterioso neoplatonico dei nostri giorni Filelfo intitolata: L’assemblea degli animali.
In questo momento così difficile, ha detto Bisi, c’è bisogno di tolleranza, di dialogo, che sono elementi indispensabili per fare comunità. Siamo usciti dalla clausura di primavera solidali…poi la paura ha generato odio…ha devastato quello spirito…Ma la cultura ci può aiutare a ritrovarlo, come è successo stasera. La cultura che è nel Dna del Grande Oriente, uno strumento che può farci comprendere a che punto siamo arrivati nel nostro rapporto con madre natura, dimenticando che non è la Terra ad appartenere agli uomini ma gl uomini alla Terra e che ciascuno di noi deve fare la sua parte …
Il Gran Maestro, in occasione dell’incontro, che ha visto la partecipazione di un foltissimo pubblico sulla piattaforma appositamente allestita sul canale Youtube del Grande Oriente, ha voluto anche rendere omaggio ad Alberto Ronchey, padre di Silvia Ronchey , giornalista, saggista, ministro per i Beni Culturali, a 10 anni dalla scomparsa rievocandone lo spirito di uomo libero che lo animava e che lo spingeva a non dare mai niente per scontato, a non rassegnarsi all’imperfezione, a studiare, non smettere mai di studiare…di leggere, di informarsi, di avere la mente sempre pronta ad afferrare i dati che cambiano, a mettersi in discussione, a guardare le cose senza un punto di vista unico, senza uno schemino ideologico che altera e deforma i fatti.