Nella società moderna del Web 2.0 c’è ancora posto per una via iniziatica in senso massonico? E che posto ha Dio in questo tipo di società? Questi gli interrogativi con cui si è aperto il convegno “Dal Virtus al Virtuale” organizzato dal Circolo Ernesto Nathan presso il Teatro Moriconi e che ha visto la partecipazione del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi, la più antica e numerosa comunione massonica nazionale con oltre 23 mila iscritti.
Dopo i saluti di Andrea Pelonara, Maestro Venerabile della loggia Giordano Bruno di Jesi, i lavori sono stati aperti da Fabrizio Illuminati, presidente del Collegio Circoscrizionale delle Marche, che ha ringraziato il vicesindaco Luca Butini e il presidente del Consiglio comunale Daniele Massaccesi per la loro partecipazione. Nella sua relazione lo psichiatra e docente universitario Moreno Marcucci ha ripercorso la bibliografia e la casistica delle dipendenze legate all’abuso di internet e dei social network, in Italia abbiamo avuto il primo morto per hikikomori, analizzando i collegamenti e le contrapposizioni con le società esoteriche, prima fra tutte le Massoneria. La riservatezza dei riti iniziatici violata dalla diffusione di informazioni sul web, secondo Marcucci, non viene intaccata nel suo significato perché è solo tramite l’esperienza emozionale che si avvia la trasformazione interiore dell’individuo.
Di seguito l’intervento del giovane plurilaureato Paolo Gambi, teologo e giornalista, ha ripercorso duemila anni di storia della comunicazione, dalla tradizione orale allo smartphone, evidenziando come la parola influisce sulla struttura del pensiero e allontana dall’esperienza con Dio, che dev’essere intesa unicamente come esperienza del mistero, visto che nessuno è mai riuscito a razionalizzarne il senso. Ma come si può comunicare il concetto stesso di Dio? Gambi cita il Vangelo di San Giovanni tanto caro alla Massoneria “al principio era il Verbo”, per arrivare infine all’aforisma di Sant’Agostino “Dio è più intimo della mia parte più intima e più sommo della mia parte più somma”. Prima delle conclusioni i due relatori hanno risposto ai numerosi interventi da parte del numeroso pubblico in sala.
“Le ragioni della frattura tra Chiesa e Libera Muratoria – afferma il Gran Maestro – sono da ricondurre agli eventi del XX Settembre, data simbolo di civiltà che è stata riabilitata da papa Paolo VI e che presto mi auguro lo sarà anche dalla storia. Al tempo del Dio 2.0 non ci sentiamo affatto anacronistici anzi, siamo al passo e interpretiamo i tempi che cambiano. Su molte cose ci sentiamo i migliori: perché siamo i paladini della laicità e tuteliamo da sempre il libero pensiero; perché pratichiamo la fratellanza e la solidarietà con fatti concreti, cito gli Asili Notturni e il Piccolo Cosmo di Torino, la mensa per i poveri a Milano e i centri odontoiatrici gratuiti gestiti dai massoni. Siamo i migliori – conclude Stefano Bisi – perché giuriamo fedeltà alla Costituzione Italiana e pratichiamo sempre la democrazia, con elezioni certe e ricambio dei vertici istituzionali regolari e garantiti” dei vertici istituzionali regolari e garantiti”. Affollatissima la sala del Teatro Moriconi.
Il convegno “Dal Virtus al Virtuale” è anche su YouTube
E’ stato un convegno che mi ha coinvolto intimamente . GRAZIE ai fratelli della Giordano Bruno di Jesi