Massoneria, Grande Oriente d’Italia. Il fenomeno: crescono ancora nel Salento le adesioni alla libera muratoria. Due nuovi templi tenuti a battesimo nel 2016 e nei mesi scorsi. L’iniziativa: Al President, in una sala gremita come non mai, l’incontro con Stefano Bisi, il numero uno di Palazzo Giustiniani
di Dino Levante
Non conosce autunni e inverni la massoneria salentina del Grande Oriente d’Italia. Il rito di Palazzo Giustiniani continua a raccogliere nuovi adepti e altre due logge si sono aggiunte di recente alle dieci ormai storiche. L’ultima, la «Voltaire», è stata tenuta a battesimo nei mesi scorsi, nel 2017. L’anno prima era stata la volta della «Maat». Sale così a dodici il numero dei templi: dieci in città e due in provincia, tutti dai nomi storici: «Liberi e Coscienti 260» (dove il 260 sta a indicare il numero di registrazione e dunque l`«anzianità» del tempio, ndr), «Giuseppe Libertini 737», «W.A. Mozart 994», «Hermes 1144», «Antonio De Curtis 1169», «Atanor 1212», «Ars Regia 1227», «La Fenice 1386», e poi, come si diceva, «Maat 1510» e «F. M. Voltaire 1527». Queste le logge di Lecce; alle quali si aggiungono la «Tommaso Briganti 933» a Gallipoli e la «Eleusi 1337» a Nardò. Logge tutte naturalmente maschili: parliamo di quasi 400 adepti che tra loro s’appellano «fratelli». Una realtà in continua espansione, non c’è che dire. «Certamente», dice soddisfatto il Gran Maestro Stefano Bisi, venerdì a Lecce per discutere del ruolo e delle prospettive della libera muratoria «dal buio del fascismo al chiarore della Repubblica». Una serata svoltasi nelle sale dell’Hotel President gremite come non mai. Un confronto, come tiene a sottolineare, preceduto da un’analoga manifestazione a Castel del Monte dove si era misurato con un sacerdote cattolico, un sufi, un rabbino e alcuni docenti universitari.
E spiega, il Gran Maestro: «Si è trattato di un dialogo contro gli estremismi. Qui a Lecce proseguiamo quel discorso partendo da quanto ha affermato recentemente padre Enzo Bianchi, fondatore della Comunità di Bose, il quale dopo aver diffuso per 40 anni la Parola divina, attraverso l’insegnamento della Bibbia, vorrebbe aprire adesso una scuola sulla parola umana, perché ci si confronti sulla base della ragione, non più spinti dalla rabbia. In questo quadro s’inserisce il ruolo della massoneria, dall’Ottocento ai nostri giorni, con lo sguardo rivolto al futuro».
Che cos`è dunque un massone oggi? «La loggia è scuola di educazione civica – dove si pratica il rispetto, il garbo dell’ascolto, dove si parla uno alla volta – e prepara cittadini esemplari. Sono le radici essenziali dalle quali s’innalza il tronco che raggiunge la luce: c’è un rapporto tra ciò che sta sotto e ciò che sta sopra. Nei nostri templi prepariamo le persone che, costruendo il loro tempio interiore, poi agiscono nel mondo».
Ha ancora senso essere massoni? «Sì, perché i valori portanti come libertà, uguaglianza e fratellanza vanno declinati secondo il periodo storico. Nella società odierna ha sempre più senso quanto diceva Mario Calvino, padre dello scrittore Italo: “Dobbiamo operare per tutelare il libero pensiero e fare il bene dell’umanità”».
Preconcetti e luoghi comuni segnano spesso il rapporto con l`opinione pubblica: cosa fate per sfatarli? «Siamo nel mondo dal 1805 e proponiamo tante iniziative culturali e filantropiche. Chi vuole ci può conoscere e, se ci apprezza, non ci eviterà. Abbiamo il diritto di portare avanti i nostri lavori, aperti solo ai nostri 23mila membri, con 850 logge presenti in tutte le province d’Italia, come tutte le altre associazioni».
Pesa ancora, e quanto, la vicenda della P2 sulla massoneria contemporanea? «È un pagina dolorosa, nera, del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani che è stato sempre – e continuerà ad esserlo – fedele alla Costituzione. La loggia Propaganda 2, nata nell’Ottocento, negli Anni ’70-’80 del secolo scorso, anche per errori di quel vertice del Grande Oriente d’Italia, venne piegata ai voleri di quel Maestro Venerabile Licio Geli, che ne fece una loggia irregolare. I fratelli peraltro se ne accorsero prima della magistratura denunciando al loro interno ciò che non andava. Con il tempo quella vicenda sta perdendo d’importanza e si è superata. In fondo, ogni istituzione può commettere degli errori. Lo stesso presidente Sandro Pertini, dopo il sequestro degli elenchi fu chiaro: “Quando parlo della P2 parlo della P2, la massoneria ha altri valori e non voglio essere frainteso”, disse. E detto da lui, che non aveva mezze misure, ci ha spinto e ci sprona ad andare avanti».
Pare che Lecce sia la città con il maggior numero di logge attive. È così? «È una delle tante belle realtà in cui i nostri fratelli lavorano con coraggio e passione per portare il loro contributo alla comunità e al territorio salentino. C’è tanta voglia di diffondere i nostri princìpi e tanto lavoro da fare».