Ha aperto i battenti al pubblico, dopo il lockdown totale da coronavirus, il giardino massonico di Villa Durazzo Pallavicini a Genova, che nel 2017 si è a conquistato il riconoscimento di parco più bello d’Italia, all’indomani della fine di un restauro ventennale che venne presentato presso la Sala dei Passi Perduti della Casa Massonica di Genova, con una partecipazione di pubblico oltre ogni previsione. Una iniziativa, che si tenne sotto l’egida del Grande Oriente d’Italia e la curatela della Commissione Cultura del Collegio della Liguria, e alla quale intervennero gli architetti Silvana Ghigino e Fabio Calvi curatori de progetto.
Voluto dal marchese Ignazio Pallavicini, il parco fu ideato e realizzato nel 1840 dallo scenografo Michele Canzio con un percorso che si presta come anche filologicamente documentato a una duplice interpretazione: accanto al punto di vista del visitatore ‘profano’, di puro divertimento, in cui prevalgono la meraviglia e lo stupore per i variegati paesaggi naturali e le ambientazioni esotiche, se ne affianca un’altra esoterica, che contiene un messaggio di ricerca della verità attraverso la conoscenza. Punti chiave sono il passaggio attraverso l’arco, con l’invito ad abbandonare le preoccupazioni quotidiane per immergersi nella quiete della natura, la conoscenza della storia e della tecnica, per approdare infine alla verità dopo il passaggio di purificazione attraverso la grotta buia e tortuosa.
Tra architetture in stile neoclassico, neogotico, moresco, cinese e rustico, laghi, cascate e ruscelli, statue e arredi da giardino e una vegetazione lussureggiante, oggi punteggiata da individui arborei monumentali e dal gruppo di camelie più antico ed esteso d’Italia, si ha la possibilità di incontrare la Natura, la dea Flora e la dea Diana, il capitano del castello e i suoi castellani, Caronte e il coccodrillo; tutto in una sorta di fiaba che ancora oggi riesce a rapire la mente.
Primo nella classifica regionale dei luoghi del cuore, questo magnifico parco come testimoniano documenti d’archivio nell’Ottocento richiamava turisti da ogni dove d’Europa e anche dall’America. Era famosissimo tanto da contare già allora 25 mila visitatori all’anno. Si spera che l’uscita dall’incubo dell’epidemia da Covid 19 il parco possa tornare come sempre meta del grande turismo italiano.
L’orario di apertura sarà il consueto: dal martedì al venerdì dalle 9,30 alle 19, con ultimo accesso alle ore 17; il sabato e la domenica dalle 10 alle 19, sempre con ultimo accesso alle ore 17. Giorno di chiusura il lunedì. L’unica differenza le modalità di fruizione, perché si dovrà tener conto, inevitabilmente, delle misure di sicurezza adottate per fronteggiare l’emergenza coronavirus.
Molto bello con un fascino misterioso ed esoterico