DOSSIER. Le nostre Gran Logge, dibattiti e tavole rotonde, 6- 8 aprile 2018 “Liberi di conoscere”/Video

“Liberi di conoscere”:  questo il filo rosso della Gran Loggia 2018 del Grande Oriente d’Italia, per la quale fu scelto come logo il cannocchiale di Galileo Galilei (1564-1642),  custodito nel Museo di Storia della Scienza di Firenze, uno strumento che è simbolo di conoscenza poiché consente di guardare lontano, di scrutare le stelle e il cielo infinito. Uno strumento che ha aperto nuovi orizzonti, contribuendo al progresso scientifico, ma anche al trionfo del libero pensiero sul pensiero unico.

Per l’occasione vennero allestite tre mostre: “Attacco alla democrazia, attacco alla Massoneria. Il piano dell’Asse” a cura del Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia, “Da Washington a Garibaldi. George&Giuseppe, uomini ed eroi” a cura dell’Associazione Italiana di Filatelia Massonica (Aifm-Goi) e una esposizione dedicata a Galileo Galilei con oggetti antichi e rari, strumenti realizzati o inventati dal grande scienziato pisano, provenienti dalla collezione privata del professore Fausto Casi di Arezzo.

Tra gli eventi: la presentazione de “Gli studi massonici in occasione del 300° anniversario della fondazione dell’Ordine. Contributi internazionali” con Gian Mario Cazzaniga e Thierry Zarcone e “Rapporto Massoneria americana. Europa, 1945” con Santi Fedele e Mauro Valeri. La  conferenza del teologo Vito Mancuso su “La costruzione del tempio interiore” (Vedi il video). 

E ancora Il discorso di saluto di Daniele Capezzone. La performance “Giordano Bruno” dell’attore e regista Emanuele Montagna e One Man Show, L’arte di realizzare l’impossibile di Walter Rolfo. La conferenza dell’iconologo Mino Gabriele “I simboli dell’alchimia nel mondo antico e in quello moderno”  e la tavola rotonda “Liberi dal pregiudizio” con Paolo Mieli, Umberto Cecchi, Annalisa Chirico e David Monti. (Vedi il video).

Infine il convegno “Liberi di Fare” dedicato alle iniziative solidali  a sostegno dei più deboli. Tra le tante, quelle a favore delle popolazioni terremotate del Centro Italia e di giovani sportivi, quest’ultime illustrate all’ex capitano della Nazionale di rugby Andrea Lo Cicero.



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