A ottanta miglia incontro al vento di maestro l’uomo raggiunge la città di Eufemia, dove i mercanti di sette nazioni convengono a ogni solstizio ed equinozio. La barca che vi approda con un carico di zenzero e bambagia tornerà a salpare con la stiva colma di pistacchi e semi di papavero, e la carovana che ha appena scaricato sacchi di noce moscata e di zibibbo già affastella i suoi basti per il ritorno con rotoli di mussola dorata. Ma ciò che spinge a risalire fiumi e attraversare deserti per venire fin qui non è solo lo scambio di mercanzie che ritrovi sempre le stesse in tutti i bazar dentro e fuori l’impero del Gran Kan, sparpagliate ai tuoi piedi sulle stesse stuoie gialle, all’ombra delle stesse tende scacciamosche, offerte con gli stessi ribassi di prezzo menzogneri. Non solo a vendere e a comprare si viene a Eufemia, ma anche perché la notte accanto ai fuochi tutt’intorno al mercato, seduti sui sacchi o sui barili, o sdraiati su mucchi di tappeti, a ogni parola che uno dice – come “lupo”, “sorella”, “tesoro nascosto”, “battaglia”, “scabbia“, “amanti” – gli altri raccontano ognuno la sua storia di lupi, di sorelle, di tesori, di scabbia, di amanti, di battaglie. E tu sai che nel lungo viaggio che ti attende, quando per restare sveglio al dondolio del cammello o della giunca ci si mette a ripensare tutti i propri ricordi a uno a uno, il tuo lupo sarà diventato un altro lupo, tua sorella una sorella diversa, la tua battaglia altre battaglie, al ritorno da Eufemia, la città in cui ci si scambia la memoria a ogni solstizio e a ogni equinozio.
(Da Le città invisibili di Italo Calvino)
Eufemia, autore Leighton Connor | Fonte: ”Seeing Calvino”, le Città Invisibili diventano opera d’arte – Repubblica.it
Ringraziamo la Loggia Costantino Nigra (706) di Velletri per averci riportato alla memoria questo suggestivo racconto di “Le città invisibili” di Italo Calvino. Il brano è stato rievocato dalla loggia nel corso della sua celebrazione rituale del solstizio d’estate avvenuta il 4 luglio a Villa del Cardinale, a Castel Gandolfo. Perché la scelta di questo testo? Ogni mercante che passa per Eufemia, tornando al proprio paese, riconsidera lo scambio di opinioni che ha avuto e valuta la sua idea di una certa cosa più ricca di prima, grazie ai punti di vista dei suoi interlocutori diversi. I pensieri non sono più gli stessi perché a Eufemia “ci si scambia la memoria“. Il maestro venerabile della “Costantino Nigra” ha esortato i Fratelli ad essere come quei mercanti nella città ideale (il tempio delle virtù) che provengono da “sette nazioni”, con culture, tradizioni e usanze diverse, viaggiano “incontro al vento di Maestro” e “convengono a ogni solstizio ed equinozio” per conoscersi e confrontarsi. Oltre ogni confine.
Italo Calvino, ricordiamo, era figlio di Mario, libero muratore.