Giuseppe Missori è un personaggio eroico dell’epopea italiana dell’Ottocento. Ai milanesi è molto caro: partecipò alle Cinque Giornate di Milano, qui mantenne i suoi legami e si ritirò dopo lunghe battaglie con Garibaldi al quale salvò la vita. Fu fondatore e presidente del Museo del Risorgimento e consigliere comunale della città per due mandati. Morì a Milano nel 1911 in una casa ai limiti della piazza che oggi porta il suo nome e dove si erge il monumento equestre a lui dedicato opera di Riccardo Ripamonti, come lui massone. Giuseppe Missori entrò in Massoneria il 3 luglio 1862 nella Loggia “I Rigeneratori del 12 gennaio 1848 al 1860 Garibaldini” di Palermo su proposta dello stesso Garibaldi.
“Giuseppe Missori, il garibaldino venuto dalla Russia” è il titolo del convegno organizzato il 19 novembre nella casa massonica di Milano per ripercorrere la vita di un appassionato protagonista del Risorgimento che fin da giovanissimo si dedicò alla causa italiana nonostante i suoi lontani natali a Mosca. Mazzini e Garibaldi furono i suoi riferimenti nel pensiero e nell’azione e le vicende della sua vita lo testimoniano, come il suo rifiuto, da ferreo repubblicano, di salire in parlamento per non dovere giurare fedeltà alla monarchia. Il convegno è stato curato della loggia del Grande Oriente d’Italia “Missori-Risorgimento” (640) di Milano che per l’occasione ha invitato a intervenire la pronipote di Garibaldi, Annita Garibaldi Jallet, politologa e studiosa di storia del Risorgimento. Relatori: Antonio Zarcone, Emanuele Bettini, Claudio Bonvecchio e Morris Ghezzi. Moderatore Francesco Maria Rabazzi.
L’incontro è coinciso con la ricorrenza del centenario del monumento a Giuseppe Missori che fu inaugurato a Milano il 7 maggio 1916. La statua, realizzata, come si è detto, da Riccardo Ripamonti, noto scultore di fede repubblicana e membro della Loggia massonica “La Ragione” di Milano, è una particolarità nel suo genere poiché ritrae Missori, fiero e vittorioso, in groppa a un cavallo visibilmente stanco, forse stremato da tanti viaggi e battaglie. Su questa rappresentazione ci sono numerosi aneddoti tanto che è nato anche un modo dire milanese per indicare chi è particolarmente stanco e abbattuto: “Te pàret el cavall del Missori!” (Sembri il cavallo del Missori!).
Info: segreteria@goilombardia.it