di Vanessa Seffer
Il Gran maestro del Goi, Stefano Bisi, ha presentato il suo libro: Il biennio nero 1992-1993. Massoneria e legalità trent’anni dopo. L’evento, intitolato “Massoneria e giustizia” si è svolto nella sede del Partito radicale, alla presenza del segretario Maurizio Turco e del consigliere generale Umberto Limongelli, lo stesso giorno del trentesimo anno della commemorazione della morte del giudice Giovanni Falcone. Alle spalle del tavolo dove il Gran maestro e i relatori erano seduti, campeggiavano le foto del mitico Marco Pannella e tante scritte a lui dedicate, al suo percorso e al partito. Una spiccava su tutte: “Lo Stato di diritto esige la non violenza, che ne è il nucleo fondamentale”. È un luogo simbolico il Partito radicale, come Marco Pannella è un’icona italiana, un simbolo, incarna egli stesso il senso delle rivoluzioni che ha messo in atto per il nostro Paese. La Massoneria utilizza simboli e riti e molti miti intorno a essa, certi servono per migliorare se stessi e avanzare lungo strade impervie in una ricerca di se stessi che non avrà mai fine. Così alla fine della presentazione del libro, mi chiedo cosa abbiano in comune queste due realtà, oltre ad alcuni propositi e al pavimento a scacchi. Ma preferisco fare domande direttamente al Gran maestro Stefano Bisi.
Come mai qui Gran maestro? Qualcosa a che fare con il referendum della giustizia del 12 giugno?
Sono stato invitato in questa sede prestigiosa, non l’ho scelta io. Il mio auspicio è che i cittadini italiani vadano a votare, perché l’esercizio del diritto di voto, sia quello politico-amministrativo che quello per i referendum, è un diritto-dovere. Poi, nel segreto dell’urna, ciascuno può votare come ritiene opportuno. In questa sede è stato presentato il libro Il biennio nero 1992-1993. Massoneria e legalità trent’anni dopo. Perché credo che il Grande Oriente d’Italia sia stato vittima di un’ingiustizia, riparata attraverso una sentenza del 3 luglio del 2000, che archivia l’inchiesta del procuratore di Palmi e nell’ottobre del 2021 quando è stata archiviata una querela per diffamazione fatta dall’allora procuratore di Palmi nei nostri confronti. Quindi “Massoneria e Giustizia” è un tema di confronto e di riflessione.
Sin da subito, dal suo primo mandato lei è stato un rivoluzionario. Questa è la sede di un rivoluzionario. Marco Pannella era questo. Ha fatto un riferimento interessante a Giovanni Falcone: “Era da solo in mezzo ai suoi”. Lei si sente solo in mezzo ai suoi?
Non mi sento da solo per fortuna, anzi. Ho la compagnia e l’appartenenza di tanti fratelli. Ho fatto l’esempio di Giovanni Falcone perché viene adulato, giustamente, anche da coloro che lo avversarono. Lui si sentì solo. Ho voluto ricordare un pensiero del giudice Falcone che fu costretto a chiarire, che quella cupola formata da capitani di industria, politici e da massoni lui disse che era soltanto nelle menti degli scrittori, cioè che non esisteva. Ho voluto ricordarlo proprio nei giorni in cui si ricorre questo particolare anniversario del suo assassinio.
Che altri progetti ha per la Massoneria del Goi?
La riconquista di Palazzo Giustiniani, sede storica del Grande Oriente d’Italia. Il fascismo ce la prese a forza di bastonate, la Repubblica non ce la vuole riconsegnare. Noi vogliamo almeno l’attuazione di una transazione fatta nel 1991 dall’allora presidente del Senato Giovanni Spadolini con il Grande Oriente d’Italia che stabilisce di doverci consegnare uno spazio di 140 metri quadri, dove vogliamo mettere i documenti che il fascismo ci sequestrò, e che grazie a un accordo attuale con l’Archivio centrale dello Stato vogliamo che studiosi, cittadini, chiunque volesse, possa accedervi, per capire che il Grande Oriente d’Italia è un pezzo della storia gloriosa di questo Paese.
@vanessaseffer