Gran Loggia 2022, “Scienza e Conoscenza”. Così il massone Nathan inventò Roma. Presentato il libro del giornalista Fabio Martini/Il video

Oltre che con la mostra, corredata da un’ampia e interessantissima documentazione, allestita nella Sala Castello del Palacongressi, la Gran Loggia del Grande Oriente ha voluto ricordare la figura di Ernesto Nathan anche con un convegno al quale hanno preso parte il Gran Maestro Stefano Bisi, gli storici Gian Mario Cazzaniga e Fulvio Conti, che hanno ricostruito il clima di grandi fermenti che l’Italia di inizio Novecento stava vivendo e nel quale si inserisce l’esperienza politica e libero muratoria di Nathan, il Gmo e Gran Bibliotecario Bernardino Fioravanti e il giornalista Fabio Martini, inviato del quotidiano La Stampa, allievo dello storico Paolo Spriano.autore del volume “Nathan e l’invenzione di Roma”, che è stato presentato nel corso dell’incontro.

Un libro, edito da Marsilio, proposto al pubblico  dalla Fondazione del Goi anche a  Roma al Vascello lo scorso dicembre, che sta enormemente contribuendo alla riscoperta “del miglior primo cittadino, a unanime giudizio, che la capitale abbia mai avuto e di uno dei più importanti nell’intera storia nazionale”, come ha sottolineato il giornalista nel suo intervento, ricordando le iniziative  messe in campo tra il 1907 e il 1913 da Nathan mentre era alla guida della Capitale.

Ebreo, inglese, laico, repubblicano-mazziniano, iniziato alla Massoneria nel 1887, eletto ai vertici del Goi per due volte, Nathan (1845 1921) governò la città eterna dal 1907 al 1913 insieme alla sua giunta, una squadra illuminata, moderna, indipendente (della quale faceva parte anche Achille Ballori, un altro importante massone, che venne assassinato il 31 ottobre 1917 a Palazzo Giustiniani) assai diversa da quelle del passato, che metteva assieme liberali e repubblicani, radicali e socialisti e come l’uomo che la guidava era totalmente estranea agli interessi vivi che si muovevano in città ed animata da forti idealità, in primo luogo la scuola, che doveva essere laica e per tutti. Una squadra di prim’ordine grazie alla quale riuscì a a cambiare il volto della città negli ambiti più diversi, dalle scuole all’urbanistica, dalle abitazioni all’igiene pubblica. “Tra le soluzioni più originali – ha rimarcato Martini- ci furono quelle decise per i servizi pubblici, che sino a quel momento erano stati gestiti integralmente da monopoli privati, con tariffe alte e senza la necessaria efficienza”.

“Il sindaco e l’assessore Giovanni Montemartini ebbero un’intuizione – ha spiegato- che risultò all’avanguardia allora e lo è ancora oggi: anziché espropriare i privati (come era stato fatto a livello nazionale con le Ferrovie), avviarono la concorrenza con un primo nucleo di servizi pubblici, tecnologicamente all’avanguardia e con tariffe più basse per i cittadini. Risultato: nel giro di pochi anni i privati furono costretti a ritirarsi spontaneamente per effetto di una concorrenza così competitiva. Le due piccole aziende municipali si potenziarono, la rete tranviaria di Roma diventò tra le più estese d’Europa e l’azienda dell’elettricità, la futura Acea, assunse connotati di notevole efficienza che ha mantenuto sino ai giorni nostri. La gestione del servizio di trasporti pubblici a Roma negli anni più recenti si è invece fatta clientelare ed inefficiente e tuttavia l’esperienza Nathan-Montemartini dimostra che allora fu avviato un modello “sempre verde”, che potrebbe fare la differenza. Se ispirato a rigore amministrativo e progettuale, il servizio pubblico – ha concluso il giornalista- può essere non soltanto accessibile a costi ragionevoli ma risultare efficiente e diventare un prototipo per i privati.



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