Gran Loggia 2023. Al Goi le cartoline dal confino di Ustica di Bacchetti, il fratello che mise in salvo il Collare dei Gran Maestri e preparó le carte per l’acquisto di Palazzo Giustiniani

Nella mattinata di apertura della Gran Loggia al Palacongressi di Rimini, é stata consegnata in dono al Goi una collezione di cartoline dal confino di Ustica appartenute a Giulio Bacchetti, il libero muratore e antifascista, che preparó le carte per l’acquisto di Palazzo Giustiniani e che 24 anni piú tardi durante uno degli assalti perpetrati dagli squadristi fascisti contro la storica sede della Comunione mise in salvo il Collare dei Gran Maestri, tra i massimi simboli della suprema guida del Grande Oriente.  Bacchetti nel 1926 fu condannato a cinque anni di confino perché colpevole di intrattenere rapporti con la Massoneria ternana. E fu inviato a Nuoro, Ustica, Ponza. A Ustica arrivó all’inizio del mese di marzo del 1927 e qui trovó il nipote di Nathan Nello Rosselli, che di lui parla in una lettera indirizzata alla madre definendolo “il caro amico dello zio Ernesto”. Le cartoline, raccolte presso l’archivio Giacino, inviate alla moglie Giulia all’indirizzo di Via della Dogana Vecchia 29, sede di Palazzo Giustiniani durante la permanenza di Bacchetti nell’isola,  insieme alle testimoniane raccolte da Niccolò Giacino hanno consentito di ricostruire il suo soggiorno usticense. E hanno contribuito, come ha spiegato il Gran Maestro, a far luce su questa importante figura del Grande Oriente d’Italia, di cui poco si conosceva finora. Nato a Roma il 3 giugno del 1872, Bacchetti entró giovanissimo in Massoneria.  Ricoprì per oltre trent’anni l’incarico di Gran Segretario Contabile all’interno del Grande Oriente durante le Maestranze di Nathan, sindaco di Roma, in età giolittiana dal 1907 al 1913, e di Ettore Ferrari. Grazie al ritrovamento di quattro sue missive dell’estate 1910 e di un suo telegramma del 16 giugno 1910 relativo ad un ulteriore rinvio della stipula del contratto di acquisto dal 15 luglio ad ottobre, tutte indirizzate al Gran Maestro, si è potuto ricostruire almeno in parte il laborioso iter della trattativa e della rendicontazione contabile, da lui personalmente curata, che nel 1911 portó all’acquisto per la cifra di  un milione e 55 mila lire di Palazzo Giustiniani da parte del Goi, che lo aveva eletto giá a sua sede ufficiale 10 anni prima.

Il collare del Gran Maestro

La figura del Bacchetti è legata anche ad una vicenda dai caratteri romanzeschi, raccontata in piú occasioni dal Gran Maestro Stefano Bisi, che riguarda uno storico cimelio: la collana cesellata e gemmata segno distintivo dei Gran Maestri che si succedono nel tempo. Collana che scomparve misteriosamente nel nulla dopo il 22 novembre del 1925 quando l’allora Gran Maestro Domizio Torrigiani fu costretto a sciogliere tutte le logge. Contro i massoni si scatenò una inarrestabile spirale di violenza. Palazzo Giustiniani venne presa d’assalto e devastata dagli squadristi in camicia nera. Ma il prezioso gioiello riuscì ad essere messo in salvo. Si tramanda che fu proprio Bacchetti a metterla in salvo dai fascisti, nascondendola tra le pieghe della fasciatura di un neonato. Il Collare tempestato di piccoli brillanti e smeraldi fu indossato dal Gran Maestro Guido Laj durante la cerimonia della sua investitura nella suprema carica, nel 1945 al termine del secondo conflitto. Da allora rappresenta l’emblema e il segno di distinzione dei Gran Maestri che si succedono e si succederanno nel tempo. La Collezione é stata donata al Goi dal fratello Giuseppe Giacino della loggia Ipazia di Verona tramite il presidente del Collegio del Veneto Lucio Bonafede.



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