Un’istallazione d’amore, nel segno dell’ armonia e della pace quella proposta durante la Gran Loggia 2024 del Grande Oriente d’Italia dall’artista italo-svizzero Giorgio Piccaia e inaugurata dal Gran Maestro Stefano Bisi. Ventuno opere aeree, acrilici su stoffa (cm 377×144), sospese nel salone delle agapi, come bandiere di appartenenza e aquiloni simbolo di libertà, di gioia, che ruotano in una serie di cinque, quanti sono i petali del Myosotis, il Non ti scordar di me, simbolo del massoni, e disposti secondo la sequenza di Fibonacci… cifre interminabili come è la conoscenza. E che nelle opere di Piccaia iniziano sempre dall’Uno. Ritornare ad essere uniti, partendo dall’Uno, vuole essere il messaggio lanciato dall’artista.
Giorgio Piccaia, pittore e scultore, è nato nel 1955 a Ginevra, in Svizzera e vive e lavora in provincia di Novara. È figlio d’arte, fin da piccolo frequenta gli ambienti artistici ginevrini prima e milanesi poi. L’incontro con John Cage nello storico concerto del ’77 al Teatro Lirico di Milano e nel 1978 con Jerzy Grotowski a Wroclaw nel Teatro Laboratorio lo segnano. Lo spoglio del non essenziale, imparato dai due maestri, caratterizza ancora adesso la sua ricerca artistica. Nei primi anni Ottanta frequenta Corrado Levi nella Facoltà di Architettura a Milano, incontro fondamentale che gli ha permesso, dopo il lavoro sul corpo con performance e happening, di giungere alle arti visive. Nel 2018 con l’amico monaco Gregory Sinaite del Monastero di Santa Caterina sul Sinai riscopre Leonardo Pisano detto Fibonacci, matematico dell’Alto Medioevo. Attualmente il suo progetto artistico è legato ai numeri della Sequenza di Fibonacci e ai Myosotis, che Piccaia dice “mi riportano alla semplicità della Natura e alla riscoperta della Felicità”.