Caro direttore, il suo fondo “Il nemico allo specchio” (Corriere, 24 settembre) stimola alcune riflessioni sulla Libera Muratoria in Italia. Sono rimasto colpito, mi permetta, anche un po’ ferito da massone e gran maestro del Grande Oriente d’Italia, da una frase, quella relativa “all’odore stantio di Massoneria”. Un passaggio sicuramente suggestivo ed evocativo per colpire l’immaginario collettivo e l’opinione pubblica, ma che non rispetta il passato, il presente e il futuro dei tanti Fratelli che portano e sventolano a testa alta il labaro del Goi e i valori della Massoneria. Un aggettivo, quello stantio, che paragona una plurisecolare e nobile Istituzione e la sua tradizione ricca di valori e ideali, a un alimento cattivo. Oppure, parlando in termini più astratti, la Massoneria sarebbe intesa, in un’altra accezione dello stesso vocabolo, come una cosa non più valida, fuori uso, fuori moda.
Noi massoni del Grande Oriente d’Italia lo possiamo testimoniare con le nostre azioni quotidiane e gridare a voce alta, è viva, pulsante e propulsiva. È una forza fresca, antica ma allo stesso tempo giovane, che affonda orgogliosamente le sue radici nel passato ma che germoglia in continuazione i suoi ideali e li difende, più che mai, in una società, ed in una fase storica molto complessa.
Un nobile ordine che merita rispetto e che riceve telegrammi e attestati di stima ufficiali, in occasione delle sue annuali ricorrenze, da parte delle massime cariche istituzionali, presidente della Repubblica in testa. Ciò per la solidarietà che elargisce e perché da sempre si batte per l’elevazione dell’uomo e il miglioramento dell’umanità. Altro che ammuffito, sgradevole o indigesto.
Il Grande Oriente d’Italia, poi, ha appena celebrato l’equinozio d’autunno e la breccia di Porta Pia e tra le tante emozioni che ricordo ne cito due: la donazione del sangue organizzata da una loggia di Roma in collaborazione con l’Avis e la presenza di Roberto, un nuovo italiano, venuto da lontano per lavorare e che al Vascello, sede del Grande Oriente d’Italia, ha trovato affetto e lavoro. Solidarietà e amore per la patria sono solo due aspetti del nostro essere liberi muratori del terzo millennio.
È un vero e proprio cult della politica e della informazione fare continui riferimenti alla Libera Muratoria come a una occulta “centrale” di potere e del potere. Il Grande Oriente d’Italia non conosce, non pratica e non partecipa a “patti occulti” ed ambisce ad un solo “potere”: quello che ciascuna persona possiede e con il quale può se lo vuole -trasformare se stessa, migliorandosi e diventando degna di essere una piccola scintilla del grande fuoco dell’umanità. I nostri patti da rispettare sono esclusivamente quelli sanciti dagli antichi doveri, che sono il nostro codice etico e di comportamento, le costituzioni che ogni massone deve portare dentro di sé e rispettare. Come la nostra Costituzione italiana.
Stefano Bisi
Gran maestro del Grande Oriente d’Italia