Grandi Classici. Nel De fato l’idea di libertà di Cicerone

Solo negli ultimi decenni si è cominciato a riconoscere il valore di Cicerone filosofo. Il “De fato”  ne è in questo senso una brillante conferma. In un testo concentrato (e breve, anche perché mutilo dell’inizio e della fine) sono affrontate questioni decisive, dalla dottrina della causalità nello stoicismo al fatalismo di Crisippo, dal libero arbitrio alla posizione di Cameade a confronto con quella di Epicuro. Il testo pubblicato da Carocci nella collana Classici a cura di Stefano Maso, , criticamente rivisto, è accompagnato da una nuova traduzione e, per la prima volta, da un commento italiano integrale.

Il De fato fu composta nel 44 a.C.. Nell’opera Cicerone discute con Aulo Irzio sul problema del destino e sul rapporto tra libero arbitrio e predestinazione. Alla dottrina stoica dell’eimarmène, cioè del destino, per cui la libertà dell’uomo è condizionata dalla Necessitas e dal Fatum, Cicerone oppone la teoria accademica del “libero arbitrio”: l’uomo, attraverso la sua volontà, può affermare la sua libertà.



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