“I valori dell’Occidente”, questo il tema del convegno che si è tenuto il 3 ottobre ad Ascoli Piceno, nella Sala dei Savi di Palazzo Capitani, al quale sono intervenuti Fabrizio Illuminati, presidente del Collegio Goi delle Marche; Giovanni Greco e Francesco Sberlati dell’Università di Bologna; Antonio Cecere dell’Università di Tor Vergata; Marco Rocchi dell’Università di Urbino, e che è stato concluso dal Gran Maestro Stefano Bisi. Il primo incontro pubblico del Grande Oriente nella città marchigiana. “Un evento proprio per questo importante”, ha rimarcato nel suo intervento il Gran Maestro, ricordando i tanti, troppi pregiudizi che ancora circondano i liberi muratori. Pregiudizi, dovuti alla scarsa conoscenza che c’è della Massoneria, che è un’istituzione che invece si è sempre battuta – e continua a farlo- per difendere e diffondere quei principi che costituiscono i pilastri, le fondamenta stesse della nostra società e che sono libertà, fratellanza, uguaglianza, principi che periodicamente, nel corso della storia, rischiano di essere messi in discussione, o lo sono stati come è avvenuto durante i regimi totalitari, e che invece vanno preservati e custoditi con determinazione e coraggio. Un grande patrimonio di idealità di matrice illuministica, che la Libera Muratoria, come è stato sottolineato durante il dibattito, ha contribuito a costruire. Una missione a servizio dell’umanità che non conosce soste, né interruzioni.
Fieri del passato, “noi siamo uomini del nostro tempo –ha sottolineato Bisi- e speranza per il futuro”. “Lo dico con orgoglio: le nostre logge sono luogo di confronto, dove non ci si urla addosso. Luoghi in cui si parla e si ascolta e si impara a parlare e ad ascoltare e a costruire il proprio tempio interiore e a dare concretezza all’articolo 2 della Costituzione, che richiede ai cittadine l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale . Luoghi in cui si ha il privilegio di guardare il cielo stellato che è sopra di noi e che unisce tutti gli uomini, sia quelli che arrivano sulle nostre coste nei barconi che quelli che stanno sulle loro terrazze. Luoghi in cui si impara a riconoscere e preservare l’ultima stella, che è quella che indica il cammino”. E il nostro cammino, ha spiegato, “ è lungo e laborioso”. “In Massoneria non si entra con un clic”.
“E a quei vampiri emotivi che vorrebbero annientarci noi ribadiamo con forza che vogliamo esistere…La storia è sempre contemporanea. E rischia di ripetersi. I liberi muratori sono stati perseguitati e noi quella storia non la vogliamo rivivere”, ha aggiunto ricordando la notte di San Bartolomeo del 3 ottobre del 1925 a Firenze, quando gli squadristi in camicia nera si recarono a casa del fratello Giovanni Becciolini in cerca degli elenchi dei liberi muratori della città e lo uccisero. “Noi, la fiamma della libertà –ha concluso Bisi- vogliamo mantenerla tutti sempre accesa e così sarà che le nostra battaglie le faremo con determinazione, sincerità e lealtà”.