Non solo il solstizio d’estate. Il 24 giugno, giorno in cui il sole, dopo aver raggiunto lo zenit, ricomincia a muoversi sorgendo gradualmente sempre più a sud dell’orizzonte, la Massoneria celebra la propria nascita avvenuta in questa data a Londra nel 1717 e al tempo stesso festeggia San Giovanni Battista, protettore delle corporazioni medievali dalle quali trae origine. Figura speculare a quella di San Giovanni Evangelista, che conclude il Solstizio d’Inverno. Due colonne, la nascita e la morte, il passato e l’avvenire.
Il simbolo del fuoco che illumina il lavoro degli uomini
Il Battista nasce da una famiglia sacerdotale ebraica originaria della regione montuosa della Giudea. Il Vangelo di Luca racconta che l’angelo Gabriele apparve a suo padre Zaccaria annunciandogli la nascita di un figlio che sarebbe stato “ripieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre” (l, 16) e sarebbe andato “come precursore, con lo spirito e la potenza di Elia” (I, 17). Giovanni viene alla luce esattamente sei mesi prima di Gesù – entrambi quindi in coincidenza con solstizi – e fu un asceta e fondatore di una comunità da cui si originarono alcuni movimenti religiosi come la comunità giudaica non-rabbinica fondata da Gesù di Nazareth e le comunità gnostiche samaritane. Giovanni Battista non solo è venerato da tutte le Chiese cristiane ma è presente anche nel Corano col nome di Yaḥyā ed è considerato tra i massimi profeti che precedettero Maometto. Anche se la sua festa cade il 24 giugno, solstizio d’estate, quando il sole è al suo apogeo, nella tradizione liberomuratoria Giovanni Battista non viene associato al simbolo dell’astro che dà luce e calore e permette la vita, ma è la rappresentazione simbolica del principio universale, il Fuoco, che illumina il lavoro degli uomini. Quanto al suo nome, secondo alcune interpretrazioni deriverebbe in parte dalla parola ebraico-caldea Oannes nome del dio caldeo delle iniziazioni. E potrebbe essere questa la ragione per la quale i liberi muratori lo avrebbero elevato a patrono, tanto che ancor oggi le logge che lavorano in maniera indipendente sono dette di San Giovanni. Per esempio una delle più antiche del nostro paese, sorta a Torino nel 1765, portava il nome di Saint Jean de la Mystérieuse.
Il simbolo del gallo che annuncia la luce
Nel simbolismo liberomuratorio medievale il Battista è anche collegato al gallo e le interpretazioni sono molteplici. Come il gallo canta all’alba, dopo una notte di tenebre, per annunciare che la luce sta arrivando, il Battista predicava nel deserto l’approssimarsi della vera Luce. Il gallo compare anche tra gli elementi alchemici successivamente introdotti nella fase di transizione dalla liberamuratoria operativa alla massoneria speculativa anche se apparentemente con un significato diverso e non a caso lo ritroviamo riprodotto nella “camera di riflessione”, che è il luogo dove il recipiendario inizia il rito d’iniziazione e nel quale, dopo aver stilato il suo testamento e superato tutte le prove, si ritrova bendato e quindi al buio in attesa di ricevere la luce. Ma è anche il momento in cui il simbolismo gioannita e solstiziale prende corpo e si afferma nella sua pienezza. E’ pure per questo motivo che la festa di San Giovanni Battista rappresenta per i massoni, indipendentemente dalla religione professata, oltre che un retaggio delle tradizioni liberomuratorie operative, una speciale ricorrenza iniziatica.
Le porte del cielo e Giano bifronte
E’ interessante ricordare che nell’antichità era credenza diffusa che nel momento in cui il sole si fermava per cambiare direzione, la terra potesse diventare vulnerabile alle forze del male che sarebbero potute penetrare attraverso di essa. È per questa ragione che i romani, che in coincidenza con il momento di passaggio scandito dal solstizio si immergevano in correnti d’acqua naturali e saltavano su fuochi accesi nell’intento di purificarsi, scelsero Giano bifronte come guardiano delle porte del tempo e dello spazio. Non a caso il nome di Giano, Ianus in latino, corrisponde al femminile di ianua, che vuol dire porta, termini che deriverebbero, come spiega lo storico delle religioni Georges Dumezil, dalla radice indoeuropea ei-, ampliata in y-aa- con il significato di “passaggio” che, attraverso la forma yaa-tu, ha prodotto anche l’irlandese ath, che vuol dire “guado”. Il Cristianesimo poi ha sovrapposto i due momenti solstiziali con la figura di San Giovanni (Battista il 24 giugno, Evangelista il 27 dicembre), nome il cui l suono ricorda Giano, il dio che si riteneva abitasse sul colle del Gianicolo, poi chiamato Montoro, in cui si coglie il riferimento all’oro della luce e del sole.
(fonti Erasmo maggio 2014 ed Erasmo giugno 2020