Il 5 dicembre 1791 moriva Mozart, grande genio della musica e grande iniziato alla Massoneria. Dal 7 al 17 dicembre al Verdi di Trieste “Il flauto magico”

Il 5 dicembre del 1791 moriva a Vienna  Wolfgang Amadeus Mozart, tra i piu’ grandi geni della storia della musica e tra i compositori piu’ prolifici. Era nato a Salisburgo il 27 gennaio 1756 ed era stato iniziato in Massoneria il 14 dicembre  1784 nella loggia Zur Wohltatgkeit della capitale austriaca. Fu elevato poco dopo al grado di Compagno nella loggia Zur wahren Eintracht. Ma non si hanno notizie precise sul suo passaggio al grado di maestro, anche in alcune lettere  fa riferimento a questa esperienza rituale. Mozart compose l’opera K 468 quando suo padre divenne compagno; la K483 e 484 in occasione della cerimonia di unione della sua loggia con altre due officine viennesi; la K 623 per l’inaugurazione di un tempio verso la metà del suo ultimo anno di vita, quando ormai le sue condizioni di salute erano molto peggiorate. “Venite o fratelli. Abbandonatevi completamente – recita il testo- alla coscienza della vostra felicità, che mai possiate dimenticare di essere massoni”. In una delle sue ultime riunioni di loggia, una sera di novembre del 1791, diresse “Una piccola cantata massonica”.

Ma la sua maggiore opera massonica è sicuramente “Il Flauto Magico”, la cui prima ebbe luogo il 30 settembre, poco piu’ di due mesi prima della sua morte, al Theater auf der Wieden di Vienna. Un vero capolavoro  in due atti musicato su libretto Emanuel Schikaneder e con il contributo di Karl Ludwig Giesecke. A Trieste quest’anno la piece, prodotta dalla Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste in coproduzione tra AS.LI.CO e Opera Carolina, firmata da Ivan Stefanutti (light designer Emanuele Agliati), sarà in scena dal 7 al 17 dicembre al “Verdi” Sul podio il Maestro Concertatore e Direttore Beatrice Venezi, maestro del Coro Paolo Longo.

Allo “Schmidl” lunedí 4 dicembre alle 17,30, nell’ambio del ciclo “Fuori scena”, sarà la musicologa Rossana Paliaga a raccontare Die Zauberflöte, avvalendosi anche di esempi musicali e videoCi sono migliaia di motivi per amare «Die Zauberflöte». La forza di questo sommo capolavoro, autentico testamento spirituale del genio di Mozart, è la moltiplicazione all’infinito delle prospettive narrative create dall’incontro-scontro tra il bene ed il male.

La popolarità della «Zauberflöte ha forse a che fare con la straordinaria capacità di Mozart di far parlare strati sociali diversi attraverso una molteplicità di temi musicali. Un’opera in cui gli eventi non seguono un percorso né logico né lineare, ma sono carichi di significati allegorici e di richiami alla ritualità ed ai temi della Massoneria, a cui erano affiliato sia Mozart che il librettista Emanuel Schikaneder. «Die Zauberflöte» trova la sua origine nel filone della Zauberoper, imparentato alla farsa popolare viennese (Kasperliade), ma intriso di elementi magici ed effetti spettacolari tipici dell’opéra-féerie e imperniato su trame di derivazione fiabesca o folclorica. Un progetto a lungo meditato da Mozart e reso possibile dall’incontro con Schikaneder, uomo di varie attitudini – poeta, impresario, attore ma anche cantante (alla prima impersonò Papageno) – che dal 1789 dirigeva il Theater auf der Wieden, dove «Die Zauberflöte» esordì con grande successo il 30 settembre 1791. In questa sua penultima opera Mozart seppe trovar spazio per la canzone popolare, così come per il corale bachiano, per l’opera seria e quella buffa, per citazioni da Christoph Willibald Gluck e la musica massonica, per le onomatopee ingenue, riuscendo a creare, come scrisse George Bernard Shaw, «l’unica sola opera esistente che si possa concepire come scritta da Dio in persona». Tutta questa caleidoscopica varietà di stili contribuisce ad affermare l’utopia di un nuova umanità, popolata dai discendenti di Tamino e Pamina e di Papageno e Papagena, liberata dalle trame omicide della Regina della Notte.

Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”https://www.museoschmidl.it › il-flauto-magico



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