Massoneria e notizie stampa sull’inchiesta “Mammasantissima” della Dda di Reggio Calabria al centro dell’intervista di Annalia Incoronato su “Il Quotidiano del Sud” della Calabria. Il Gran Maestro Stefano Bisi: “L’Isis potrebbe colpire anche le nostre sedi, no a clima odio”.
Nel maggio scorso i visi erano tutti sorridenti, le celebrazioni del Grande Oriente d’Italia per i 70 anni della Repubblica hanno toccato anche la città di Reggio Calabria e l’auditorium Calipari di Palazzo Campanella era pieno di iscritti e studenti che hanno partecipato a un concorso indetto proprio dall’obbedienza massonica più numerosa del paese. Di recente, la Città dello Stretto è finita sotto i riflettori per altre questioni relative all’inchiesta “Mamma Santissima” della Dda, reggina che ipotizza l’esistenza di una cupola occulta con pesanti infiltrazioni nelle istituzioni e nella politica. Ne abbiamo parlato con Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia.
Reggio vi sta dando un po’ di pensieri ultimamente. «No, non ci sono problematiche particolari né in Calabria né a Reggio. La magistratura fa le sue indagini ma non riguardano il Grande Oriente d’Italia».
Il vostro ex iscritto Amerigo Minnicelli direbbe il contrario. «Lui è esterno al Goi, a me non risulta».
Cosa è successo veramente? Lui dice che è stato cacciato quando ha denunciato situazioni poco chiare. «No, lui è stato espulso dal Goi perché aveva offeso il Gran Maestro. Per la struttura che ha sul piano regionale, locale e nazionale, il Goi ha dei controlli rigorosi e queste infiltrazioni di cui lui parla non ci sono. lo vedo che in Calabria i nostri fratelli hanno una grande passione per la vita della Comunione e fanno anche molta solidarietà, più di quella che vogliono dire. Annuncio una nostra iniziativa imminente, nel 2017 partiremo con un camper di nostri fratelli dentisti e cureremo i migranti senza fargli spendere un solo euro».
Pur ammettendo che la maggioranza degli iscritti siano brave persone, tuttavia è capitato e può ancora capitare qualche mela marcia. «lo la domenica non vado in chiesa (tuttavia vedo nella chiesa cattolica un’istituzione importante) e non mi sentirei di giudicare o di non andarci più se ci sono sacerdoti pedofili. Oppure se in qualche partito, e i partiti hanno una funzione fondamentale nella vita pubblica, ci sono delle persone non coerenti con i principi che professano, non me la sento di dire che i partiti vanno aboliti».
Però i meccanismi interni di controllo devono funzionare. «Posso garantire che il Goi opera correttamente in questo senso. La presidente della commissione parlamentare antimafia ha detto che convocherà i Gran Maestri delle Gran Logge e attendo lieto per fare capire cosa siamo e facciamo. Logge segrete da noi non ce ne sono assolutamente, le logge del Goi sono regolari e compiono lavori rituali, siamo a conoscenza di tutti gli appartenenti alle singole logge, siamo 23mila».
Proprio perché siete tanti non è facile sapere che tutti sono puliti e si ispirano ai principi della libera muratoria. «Abbiamo un’organizzazione tale che permette di esaminare le domande e il percorso di ogni fratello. Quando ci sono provvedimenti da prendere, gli organi del Goi li prendono senza alcun problema. Quando si parla genericamente di massoneria bisogna stare attenti, proprio stamattina (ieri, ndr) leggevo che il Califfato nella sua rivista invita ad attaccare le chiese, i supermercati e anche le logge massoniche; io invito chi ha posti di responsabilità a usare con molta cautela la massoneria non associandola alla criminalità organizzata perché non vorrei che qualche mente un po’ labile prendesse a pretesto le dichiarazioni delle istituzioni per vendicare le proprie rabbie e gli insuccessi della vita con attacchi e violenze sconsiderate».
Si può pensare a un percorso di “scopertura” della massoneria? «Il nostro sito internet racconta tante cose che facciamo, ci sono i nomi delle logge, gli indirizzi delle sedi regionali, fuori dalle nostre sedi ci sono le targhe. Per celebrare i 70 anni della Repubblica siamo stati in 14 località, tra cui Reggio Calabria, e altre ancora le visiteremo. Tutte iniziative pubbliche».
Però c’è ancora chi associa la Massoneria a qualcosa di nascosto. «Ogni cittadino ha diritto alla riservatezza delle proprie inclinazioni culturali, religiose, sessuali, spirituali. Se in Italia è stata approvata una legge sulla privacy, mi chiedo se vale per tutti e non vale per i massoni. I fratelli calabresi sono molto aperti e trasparenti però hanno diritto come tutte le persone di non dover dire quello che sono. Io non chiedo alle persone se la domenica mattina vanno in chiesa o in moschea» .
Se parliamo di persone con principi sani siamo d`accordo, però se dagli atti dell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria, ad esempio, emerge un’associazione segreta fa un po’ impressione. «Riguardo a questo devo segnalare un caso di omonimia, c’è un grosso equivoco. Il fratello che nell’inchiesta di Cordova aprì la porta al Vascello, il giorno della perquisizione nella sede di Roma, si chiama Antonino De Stefano, nato a Reggio Calabria e docente di scuola media, all’epoca era Gran Segretario Aggiunto. Nulla ha a che fare con Giorgio De Stefano che è stato arrestato nell’operazione “Mamma Santissima”, questo qui invece non ha mai messo piede nel Goi».
C’è una testimonianza importante in quelle carte che è quella dell’ex Gran Maestro Di Bernardo, al quale lei ha già risposto con una lettera. Parla di confidenze di Ettore Loizzo su infiltrazioni mafiose in 28 logge su 32 in Calabria. «Nei verbali delle Giunte di quel periodo non c’è traccia di questa conversazione tra il Gran Maestro Di Bernardo con l’Aggiunto Ettore Loizzo. Anzi, lo stesso Loizzo in un libro ha detto esattamente il contrario. Poi lui era vicesindaco di Cosenza e dobbiamo tributargli un profondo rispetto perché rinunciò a una carriera politica che era ben indirizzata, temendo una strumentalizzazione della sua appartenenza alla massoneria»
A prescindere dai verbali, ha chiesto cosa sia successo ad altri componenti della giunta dell’epoca che possono confermare o smentire quanto dice Di Bernardo? «Ho chiesto e ho guardato i verbali. Gli atti parlano di un Gran Maestro preoccupato perché naturalmente c’era l’inchiesta in corso del procuratore Cordova ma di quella confidenza non c’è traccia».
Tra politica e massoneria c’è incompatibilità? «I liberi muratori, singolarmente e senza impegnare la comunione massonica a cui fanno parte, possono partecipare alla vita pubblica se i cittadini daranno loro il consenso . Nelle logge si parla uno alla volta, si ascolta gli altri fratelli e soprattutto si rispetta l’idea dell’altro. Una bella scuola di cui anche la politica dovrebbe tener conto».
Sull’obbligo degli amministratori e dei dipendenti pubblici di dichiarare l’eventuale appartenenza massonica cosa pensa? «In Toscana e nelle Marche vige l’obbligo per gli amministratori di indicare tutte le associazioni di cui fanno parte. A me sembra una legge liberticida e ingiusta non solo contro i massoni ma contro le libertà di ogni cittadino. Perché dovrei dire di essere iscritto, ad esempio, all’associazione dei bambini cardiopatici esponendo così anche mio figlio? I cittadini hanno invece il diritto di valutarmi per quello che faccio».
Il capo struttura di un consigliere regionale della Calabria, Carlo Piroso, si è dimesso dichiarando la sua appartenenza al Goi. È stato coraggioso o sprovveduto? «La nostra è un’associazione di uomini liberi e ogni fratello può fare ciò che ritiene giusto nell’ambito delle proprie attività e del proprio lavoro. È una cosa che rimane nella sua sfera personale». (Annalia Incoronato, Il Quotidiano del Sud 28 luglio 2016)