Il Grande Oriente d’Italia abbruna con grande tristezza i labari per la scomparsa a Milano del carissimo fratello Nedo Fiano, 95 anni, Gran Maestro Onorario dell’Ordine con oltre mezzo secolo d’orgogliosa appartenenza alla Comunione di Palazzo Giustiniani. Scrittore, dirigente d’azienda, uomo di profonda cultura, Fiano è stato uno dei simboli e dei testimoni della Shoah. “Un uomo e un fratello – come ha ricordato il Gran Maestro Bisi – che con la sua testimonianza e il suo straordinario impegno ci ha arricchito trasmettendoci la memoria di un’agghiacciante tragedia e esortandoci a non abbassare mai la guardia per la libertà e la dignità umana. Continueremo a ricordarlo nei nostri cuori portando avanti la sua missione. Perché le tenebre dell’odio non abbiano il sopravvento sulla luce della ragione”.
Il Gran Maestro, la Giunta e i fratelli del Grande Oriente d’Italia porgono ai familiari di Nedo Fiano ed ai suoi fratelli di Loggia le più sentite condoglianze.
Novantacinque anni compiuti lo scorso 22 aprile, 54 anni di Massoneria. Una vita di lotte per la libertà contro la follia nazifascista e ogni totalitarismo. Durante la Gran Loggia del 2011, con l’orgoglio e la commozione di più di mille Fratelli riuniti solennemente nel Tempio, il Grande Oriente elesse per acclamazione Nedo Fiano ‘Gran Maestro Onorario’ del Goi. E con lui anche Giuseppe Abramo, Gran Segretario della Libera Muratoria di Palazzo Giustiniani ed esperto di studi ebraici, e Santi Fedele, docente di Storia Contemporanea presso l’Università di Messina.
“E’ stato un momento di grande commozione”, commentò Fiano, che nel ringraziare tutti i Fratelli Liberi Muratori lanciò un messaggio forte ai giovani e agli studenti: “Cercate di ricordare cosa è accaduto e preparatevi a difendere il vostro diritto e il diritto degli altri”. Nedo Fiano è stato uno dei sopravvissuti all’inferno di Auschwitz e uno dei più attivi testimoni contemporanei dell’Olocausto nazista. Dopo la promulgazione delle leggi razziali fasciste nel 1938, dovette abbandonare la scuola a 13 anni perché di religione ebraica. Proseguì gli studi presso una piccola scuola organizzata autonomamente all’interno della comunità ebraica fiorentina. Il 6 febbraio 1944 venne arrestato dalla polizia fascista e rinchiuso nel carcere di Firenze; successivamente fu trasferito al campo di transito di Fossoli insieme con altri undici membri della sua famiglia.
L’11 maggio 1944 venne deportato, insieme a tutti i suoi familiari arrestati, presso il campo di concentramento di Auschwitz, dove arrivò il 23 maggio. La sua matricola di prigioniero era A5405. L’11 aprile 1945 venne liberato dalle forze americane nel campo di concentramento di Buchenwald, dove era stato trasferito dai nazisti in fuga. Fu l’unico superstite della sua famiglia alla tragedia della Shoah. Nel libro ‘A 5405. Il coraggio di vivere’, ha raccontato la sua esperienza di deportato. Sul suo braccio i nazisti impressero a fuoco il marchio con il numero assegnatogli nel campo di sterminio, ma il suo cuore e la sua libertà sono stati sempre più forti della follia del filo spinato e della negazione dell’umanità.
Io non dimentico
Nessuno deve mai dimenticare una tragedia così toccante e terribile causata dalla spregevole razza ariana di quegli anni
Quando scoprii della condivisione della scelta di Nedo Fiano, da lui compiuta in età matura e consapevole, ebbi nei suoi confronti un moto di gratitudine.
Resta scolpita nella mia memoria la tornata che la Rispettabile Loggia Avvenire 666 all’Oriente di Firenze, soto il maglietto del Fratello Cesare Bindi gli dedicò e nella quale il Fratello Fiano presentò il suo libro con la sua esperienza dell’indicibile.