All’alba del 28 dicembre 1908 la terra tremò nello Stretto di Messina. Un terremoto e, poi, un maremoto
rasero al suolo Messina, Reggio di Calabria e numerosi centri vicini. Migliaia i morti. L’Italia e il mondo si mobilitarono per aiutare i sopravvissuti. Anche il Grande Oriente d’Italia scese a fianco delle popolazioni e l’allora Gran Maestro, Ettore Ferrari, rivolse un appello a tutte le potenze massoniche del mondo chiedendo loro di partecipare ai soccorsi. Con una doppia cerimonia in simultanea
gli Orienti di Messina e Reggio Calabria hanno ricordato le vittime di quella tragedia.
A Reggio Calabria una delegazione di fratelli, guidata dal Presidente del Collegio Maurizio Maisano, si è recata al Sacrario delle vittime del terremoto presso il Cimitero Comunale di Condera. A Messina, un gruppodi fratelli, guidato dal presidente del Collegio Massimo Antonio Fiore, si è recato presso il monumento a rendere omaggio alle vittime dinanzi alla statua della regina Elena. Dopo aver deposto una corona d’alloro a nome dei due Collegi (Calabria e Sicilia) e un cuscino d’alloro a nome dei due Orienti dello Stretto, i fratelli hanno sostato in raccoglimento osservando un minuto di silenzio in un’ideale catena d’unione. Subito dopo si sono collegati in videochiamata stabilendo un ponte di Cuori tra le due sponde dello Stretto.
Il terremoto del 1908 è considerato uno degli eventi sismici più catastrofici del XX secolo. Di magnitudo 7,1 Mw, si verificó alle 5, 20 del 28 dicembre e rase al suolo le città di Messina e Reggio Calabria nell’arco di 37 secondi. Metà della popolazione della città siciliana e un terzo di quella della città calabrese perse la vita. Si tratta della più grave catastrofe naturale in Europa per numero di vittime, a memoria d’uomo, e del disastro naturale di maggiori dimensioni che abbia mai colpito il nostro territorio in tempi storici.