ll Grande Oriente d’Italia ricorda Achille Ballori, il fratello martire ucciso a colpi di pistola nella serata del 31 ottobre del 1917 all’interno di Palazzo Giustiniani da un folle, spinto a questo insano gesto dal clima fortemente antimassonico che cominciava a soffiare sull’ Italia, alla vigilia della marcia su Roma e dell’ascesa del fascismo, che perseguiterà i liberi muratori, mettendo a ferro e a fuoco le logge fino a sequestrare la sede del Goi.
Nato a Dicomano (Pisa) il 29 aprile 1850 Ballori, che per sua volontá fu sepolto nella tomba monumentale dei Gran Maestri al Verano, era un medico dalle straordinarie qualità. Aveva diretto l’ospedale civile di Mantova prima e poi gli Ospedali Riuniti di Roma e durante l’amministrazione di Ernesto Nathan era stato assessore all’Igiene della Capitale. Ineccepibile anche il suo curriculum massonico: nel 1874 era già maestro nella loggia Umanità e Progresso di Pisa e nel 1891 venerabile dell’officina Rienzi di Roma.
Nel 1893 era stato eletto Grande Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia e il 20 marzo 1899 era stato –insignito del 33° grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato, del quale divenne nel 1906 Sovrano Gran Commendatore, carica che ricoprì sino alla morte, che sopraggiunse mentre era in attesa anche di diventare Gran Maestro del Goi al posto di Ettore Ferrari, che aveva annunciato le sue dimissioni dopo la sua partecipazione nel giugno del 1917 al congresso di Parigi in cui le Massonerie dell’Intesa, meno quelle britanniche, si erano incontrate con l’obiettivo di costituire un progetto di Società delle Nazioni. Nel timore che la delegazione italiana votasse una risoluzione a favore del principio di autodeterminazione dei popoli, si era scatenata sulla stampa una tale campagna ostile che spinse Ferrari a rimettere il mandato e che, per alcuni storici, contribuí anche ad alimentare pregiudizi e ostilitá nei confronti della Libera Muratoria, come dimostrerá la confessione stessa dall’assassino di Ballori.